Vaccini, c'è un problema di scorte. I medici di base: «C'è chi non si fida»

Vaccini, c'è un problema di scorte. I medici di base: «C'è chi non si fida»
di Rita Cammarone
Sabato 13 Marzo 2021, 05:01 - Ultimo agg. 09:33
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 Vaccinazioni anti-Covid: le dosi scarseggiano e le polemiche su Astrazeneca non aiutano. Ieri l'assessore alla Sanità della Regione Lazio ha comunicato un'autonomia dei vaccini per un'altra sola settimana. A Latina invece spuntano no vax.

I MEDICI

La partenza delle somministrazioni presso i medici di famiglia in provincia di Latina è andata per il meglio. Ma l'incertezza sulle nuove forniture rischia di impattare sull'organizzazione degli studi medici. Enzo De Amicis, come altri 99 medici di base pontini su 253 che si sono dichiarati disponibili a vaccinare, questa settimana ha ricevuto il suo primo flacone Astrazeneca.«Mi chiedo afferma De Amicis, operativo a Latina - se la prossima settimana potrò ricevere un altro flacone o sarà data precedenza ai colleghi che al primo giro sono rimasti sprovvisti. L'organizzazione delle somministrazioni è complessa e burocratizzata. Quindi sarebbe opportuno partire in anticipo, ma occorre certezza sulla consegna del flacone». Per il resto De Amicis è soddisfatto di come sia andata la sua prima giornata di vaccinazioni, aiutato da Ludovica Cristofaro. De Amicis ha somministrato 10 dosi, rinviando l'undicesima al giorno successivo per la rinuncia di una paziente. «Forse riuscirò ad estrarre anche la dodicesima», aggiunge. Presso lo studio medico diGiovanni Cirilli, a Cisterna, invece, il miracolo della moltiplicazione è già avvenuto. Perché Cirilli lavora con altri due medici, tutti dotati di flacone, e insieme sono riusciti ad estrarre in tutto 35 dosi, due in più rispetto alle 11 dosi previste a flacone. «Questa vaccinazione con Astrazeneca sta andando molto bene, ma la vera sfida è quella di vaccinare i pazienti ultra vulnerabili con Pfizer. Sulla consegna del flaconcino, però, non è dato sapere, anche se l'accordo lo abbiamo sottoscritto già da settimane», commenta Cirilli che è anche segretario regionale e provinciale della Fimmg, Federazione italiana dei medici di medicina generale. Per lui si sarebbe dovuto investire di più nei medici di famiglia, perché più ramificati sul territorio e in grado di raggiungere ogni paziente. «Mi sento spesso dire: dottore, se me lo fa lei il vaccino va bene, sennò non se ne parla proprio. È questione di fiducia».

I TIMORI

Ma la fiducia nel proprio medico a volte può non bastare.

Soprattutto quando, in una fase così delicata come questa per la battaglia contro il Coronavirus, un provvedimento precauzionale come quello della sospensione del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca da parte di Aifa finisce per suscitare ansie e paure nonostante le rassicurazioni del caso sulla mancanza di un nesso di casualità tra gli eventi avversi segnalati e la vaccinazione. Ieri presso il centro vaccinale Vittorio Veneto di Latina, dove si somministra Astrazenaca, non sono mancate richieste di Pfizer, ovviamente cadute nel vuoto. «Scorrendo l'elenco della classe 1956 per contattare i pazienti da vaccinare, in due mi hanno detto che l'Astrazenaca non lo vogliono commenta De Amicis - Ma a dire il vero anche prima della sospensione del lotto altri due pazienti hanno rinunciato perché titubanti sulla vaccinazione. E questo è un problema, perché la vaccinazione è la vera arma per uscire dalla pandemia».

LE GIACENZE

L'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, ieri, si è detto preoccupato rispetto alle disponibilità dei farmaci anti-Covid: «Ad oggi non conosciamo l'approvvigionamento previsto per il mese di aprile né l'arrivo e le quantità del vaccino Johnson & Johnson». Intanto, per i medici di famiglia pontini la prossima settimana ha affermato Loreto Bevilacqua, responsabile della campagna di vaccinazioni della Asl di Latina «dovrebbero arrivare altri 200 flaconi Astrazeneca, pari a 2.200 dosi».
Rita Cammarone
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