Mattarella oggi tra gli studenti «Insieme vinceremo le mafie»

Mattarella oggi tra gli studenti «Insieme vinceremo le mafie»
Lunedì 28 Settembre 2015, 03:20
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Corrado Castiglione
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È una scelta d'impatto, percepibile, tangibile che la puoi toccare con la mano, che fa bene proprio a quella parte del Paese - i giovani - i quali forse maggiormente avvertono in questo tempo la lontananza della politica dalla realtà quotidiana.
Il significato del gesto è pregnante, innanzitutto per la forma, ad di là del contenuto. Il contesto, infatti, consentirà al Capo dello Stato di parlare in una maniera molto più diretta di quanto non abbia mai fatto finora, in questi nove mesi al Colle. Già, perché Mattarella parlerà di fronte ad una platea di ragazzi, con un linguaggio che non potrà non tenere conto dei richiami alla realtà concreta nella quale gli alunni della «Davide Sannino» vivono, crescono e diventano gli uomini e le donne di domani.
La difficile sfida educativa che la scuola ingaggia ogni giorno in aree particolarmente depresse del Paese e il senso di responsabilità di cui gli stessi giovani sono chiamati a farsi carico come le energie più fresche e più belle: ecco, sono tutti concetti alti che andranno giocoforza decodificati in una parola, in un gesto, in uno sguardo immediato, spoglio da toni retorici, affrancato da ogni accento politichese. E semplice. Semplice come il linguaggio che i ragazzi abitualmente parlano e ascoltano nelle scuole. Semplice come è nello stile del presidente della Repubblica.
Mattarella stamane parlerà da Ponticelli, zona orientale di Napoli, icona emblematica del Mezzogiorno che in cambio di uno sviluppo che tarda a decollare nel giro di oltre trent'anni ha visto spegnersi poco a poco la vocazione industriale - dalle fabbriche di conserve e di elettrodomestici alle raffinerie - che aveva fatto la ricchezza del territorio e aveva disseminato questi quartieri di piccoli baluardi anti-crimine.
Dal Capo dello Stato la città attende un riferimento forte alle sofferenze, alle difficoltà, ai drammi del Sud, con un richiamo deciso all'impegno dello Stato ma anche con un monito altrettanto chiaro alla società civile perché ciascuno faccia in tutto e per tutto la propria parte. Stato e società civile, insieme. A favore di un riscatto delle aree più emarginate del Paese.
Che Napoli sia città meravigliosa, meravigliosa e capace di farcela con le proprie energie di cui è ricca, il Capo dello Stato lo ha già detto nel corso della visita privata di un mese fa. Molto probabile che Mattarella ribadirà il concetto dalla città capitale del Mezzogiorno. Nucleo essenziale del messaggio: ripartire da qui è la chiave fondamentale se il Paese intende proseguire sulla strada dell'unità.
Non solo. La centralità della sfida educativa, il richiamo strategico ad un lavoro sinergico tra Stato e società civile, la necessità di un riscatto sociale che torni a coinvolgere più larghi segmenti di questi territori ora emarginati saranno concetti chiave soprattutto alla luce del contesto in cui oggi la parte sana della comunità vive e opera. Un contesto di emarginazione e povertà in cui la criminalità organizzata ha trovato terreno fertile per dilagare.
È noto: il Capo dello Stato è rimasto particolarmente colpito dalla recrudescenza del fenomeno criminale a Napoli e in Campania. Non a caso l'altro giorno, appena giunto in città, si è recato all'ospedale Loreto Mare in visita a Nicola Barbato, l'agente gravemente ferito nel corso di un'operazione di polizia. Probabile che Mattarella - in chiave privata - esorti la platea ad unirsi al suo auspicio e alla sua preghiera perché Nicola scampi il pericolo, sia restituito ai suoi cari e al suo lavoro.
Difficile pensare che il Colle si infili nella polemica innescata dalla Commissione Antimafia sulla camorra come elemento costitutivo del dna di queste comunità. Piuttosto è realistico ipotizzare un richiamo deciso a combattere le mafie. Tutti insieme. Nella convinzione, nella consapevolezza, nella certezza, che se società civile e Stato reagiscono non ce n'è per nessuno e che anche le mafie possano essere sconfitte. Nello spirito delle parole pronunciate tanti anni fa da un altro palermitano come Mattarella, Giovanni Falcone. Poco prima di morire il magistrato, in un'intervista tristemente celebre a Rai3, disse che la mafia «è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine».
Per i ragazzi di Ponticelli, per la Napoli e il Mezzogiorno di questi anni potrebbe essere un toccasana, un'iniezione di fiducia, una scossa: nel segno della memoria di martiri - come Falcone appunto, ma anche come il fratello di Mattarella, Piersanti - che in questi anni senza memoria abbiamo colpevolmente offuscato.
Per la cronaca: l'inaugurazione dell'anno scolastico sarà trasmessa in diretta su Rai1 a partire dalle 11. Ad accompagnare il Capo dello Stato ci sarà anche il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini. La conduzione della trasmissione «Tutti a scuola», come di consueto, sarà affidata a Fabrizio Frizzi. Gli studenti del «Sannino» e quelli di numerose scuole italiane collegate tramite web, insieme ai telespettatori da casa, assisteranno al discorso del presidente della Repubblica e del ministro dell'Istruzione che augureranno a tutti un buon inizio del nuovo anno scolastico.
Ospiti della manifestazione il cantante Lorenzo Fragola e l'attore Flavio Insinna. Tra gli sportivi sono attesi il campione di boxe Clemente Russo, le medaglie d'oro dei mondiali di scherma 2015 Rossella Fiamingo, Diego Occhiuzzi e Luca Curatoli. Quindi Irma Testa, la giovane diciottenne campionessa di pugilato più titolata a livello giovanile delle discipline olimpiche e Beatrice Vio in rappresentanza dei campioni paralimpici.
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