Mezzogiorno, è lite sul piano La Lega: quei soldi sono nostri

Mezzogiorno, è lite sul piano La Lega: quei soldi sono nostri
Martedì 4 Agosto 2015, 02:46
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Gigi Di Fiore
L'accusa non è nuova e ricorre spesso: i meridionali sanno solo piangersi addosso. Uno stereotipo culturale duro a morire. Ma quando a parlare di «piagnistei» chiedendo di finirla è il premier Matteo Renzi, non può che scatenarsi una polemica politica. Oltre le analisi economico-sociali.
Tra i primi a replicare, c'è il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris che, rivendicando «l'orgoglio e dignità meridionale», dice: «Il piagnisteo non è del Sud che sta risorgendo, nonostante la tua politica». Quando si parla di Mezzogiorno e possibili interventi, si inaspriscono divisioni. Dopo l'allarmante rapporto dello Svimez, Renzi ha convocato per venerdì la direzione nazionale del Pd con all'ordine del giorno gli interventi nel Mezzogiorno. Parlerà di investimenti e accelerazioni sui fondi comunitari. E il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, come aveva già fatto pochi giorni fa, commenta: «Avevo previsto che, dopo il piagnucoloso rapporto Svimez, arrivasse l'immancabile promessa di Renzi al sud per 80 miliardi di soldi nostri».
È una voce istituzionale, il vertice della principale regione del nord. Il commento conferma quanto aveva sostenuto nell'intervista al Mattino, due giorni fa, il governatore della Basilicata, Marcello Pittella: «A volte ci si rende conto che in Italia l'unità è solo di facciata. Non esiste solidarietà, né realismo nel considerare che dimezzare gli squilibri tra aree significa portare vantaggi generali».
Il segretario della Lega nord, Matteo Salvini, si rende conto che un Sud fermo è «un problema per tutto il Paese». E se la prende con gli amministratori meridionali e con gli sprechi, dando ragione a metà a Maroni. Dice: «Il problema non sono i soldi, ma come vengono utilizzati. Se li sbatti nel cesso, come è stato fatto finora, allora è inutile mandarne ancora. Dalla Lombardia partono già troppi miliardi ogni anno. Basta sprecare i nostro soldi».
Idee chiare e fratture. Naturalmente, di segno diverso, anche se critico con Renzi, è il pensiero di Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia libertà. Afferma: «C'è un Mezzogiorno che sta morendo e quel Sud non chiede prediche, o battute, o riunioni di propaganda, ma fatti e cioè politiche per l'occupazione, per lo sviluppo e la salvaguardia ambientale. Se non ora, quando?».
Non è più il tempo della mano tesa, ma la denuncia non può essere confusa con il pianto. Lo pensa anche Alessandro Laterza, vice presidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno. Sostiene con fermezza: «Io ho smesso di piangermi addosso, non so Renzi. Il piagnisteo porta solo a dire che il Sud è morto. Io invece penso che sia vivo e che bisogna cominciare a ragionare su come dare forza ed energia ad un corpo vivo. Detto questo, il Sud è completamente fuori dall'agenda del governo Renzi».
I temi concreti restano le deleghe nel governo sui fondi strutturali. Aggiunge Laterza: «Non c'è un referente, non è stata organizzata alcuna cabina di regia, dopo che Graziano Delrio ha lasciato l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio». Fanno esempi concreti anche i parlamentari del Movimento cinque stelle. Elencano alcuni provvedimenti del governo Renzi, che considerano penalizzanti per il Sud: gli oltre 3 miliardi tagliati dall'ultima legge di stabilità ai fondi di coesione per le regioni del Sud; gli sgravi contributivi soppressi, nonostante fossero necessari ad incentivare le assunzioni.
E aggiungono i parlamentari del M5S: «Renzi, con la sua consueta superficialità, ha già risolto il problema del Mezzogiorno riducendolo ad un piagnisteo. Peccato che si tratti in realtà di grida di dolore da una terra, che lui stesso ha contribuito ad affossare ed impoverire». Anche la deputata leghista Barbara Saltamartini accusa Renzi di «superficialità e incapacità».
Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha lanciato l'allarme con la proposta di un coordinamento tra presidenti delle regioni meridionali, spera che sul Sud la direzione del Pd non si divida. Anche lo scrittore Roberto Saviano, che aveva scritto su Repubblica una lettera aperta al premier il giorno dopo l'allarmante rapporto dello Svimez, commenta la frase di Renzi sul «piagnisteo». E dice: «Raccontare la tragica situazione del Sud Italia è un urlo di dolore, non un piagnisteo rispetto a quello che sembra somigliare di più alla cantilena del va tutto bene».
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