Non c'è pace per Vilks, autore delle prime satire su Maometto

Non c'è pace per Vilks, autore delle prime satire su Maometto
Domenica 15 Febbraio 2015, 04:01
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Era il 30 settembre 2005 quando un Maometto con la bomba nel turbante in prima pagina dello Jyllands-Posten scatenò la guerra: un'onda di odio e minacce contro la Danimarca, manifestazioni, bandiere bruciate, boicottaggio di prodotti danesi, fatwa sulla testa dei disegnatori, minacce di attentati. Da allora, qualcosa è cambiato in Danimarca: accanto alla difesa della libertà d'espressione, c'è la paura, il «senso di responsabilità». Gli spari di ieri, dimostrano che non basta, che nulla è stato dimenticato. Eppure un mese fa, quello stesso Jyllands-Posten, ha rifiutato di pubblicare le vignette di Charlie Hebdo. Troppo difficile. «La verità - ha detto il nuovo direttore Jorgen Mikkelsen - è che per noi sarebbe completamente irresponsabile. Molti non vogliono ammetterlo, ma io lo faccio, anche se con grande difficoltà: abbiamo una responsabilità verso noi stessi e verso i nostri dipendenti... La libertà d'espressione è più minacciata che mai».
La Danimarca è rimasta nel mirino. L'ex direttore dello Jyllands-Posten, Kurt Westergaard lo ha ripetuto dopo la strage di Parigi: «Io e Charlie Hebdo abbiamo un destino comune». Da più di dieci anni è sotto costante protezione della polizia. Come il vignettista svedese Lars Vilks. E' lui che volevano uccidere ieri nel piccolo centro culturale crivellato di colpi. Vilks sapeva che sarebbe successo, che poteva succedere da un momento all'altro, che potrà succedere di nuovo. «C'è questa sensazione fisica - ha detto un paio di settimane fa, riferendosi alla strage a Charlie Hebdo - che più le cose si calmano, più non succederà niente. Ma se si ragiona, è invece vero il contrario: il rischio di un nuovo attacco cresce man mano che le cose sembrano tornare alla normalità». Normale la vita di Lars Vilks non è mai stata. Storico dell'arte, 68 anni, è stato a lungo conosciuto per le sue sculture - quasi sempre monumenti con materiali di riciclo - piazzate in zone proibite, riserve in cui era vietato l'accesso. Nel '96 creò addirittura una micronazione indipendente, Ladonia, nella Svezia meridionale. Nel 2007, due anni dopo lo scandalo provocato dalle caricature danesi, pubblica su un giornale regionale svedese una vignetta che mostra un cane «da incrocio» (variante svedese dei nani da giardino) con la testa di Maometto. «Offendere il profeta non mi interessa - ha spiegato - L'interesse risiede unicamente nel dimostrare che è possibile farlo. Non esiste nulla di talmente sacro da non poter essere offeso». Da allora vive con un'ascia in casa: «Nel caso cerchino di entrare dalla finestra». Anche lui è sulla lista nera: quella dei condannati a morte da Al Qaida, accanto ai nomi di Stéphane Charbonnier, Charb, «giustiziato» il 7 gennaio, di Westergaard, di Salman Rushdie, dell'olandese Geert Wilders, o dell'americano Morris Sadiok, autore del film «L'innocenza dei musulmani».
Su Vilks gli integralisti hanno messo una taglia particolare: 100mila dollari con un aumento del 50 per cento in più se verrà «sgozzato come un agnello». Dopo l'attacco contro Charlie Hebdo, la protezione di Vilks è stata rafforzata, lo ha confermato lui stesso, già scampato a tre diversi attentati. «Charlie Hebdo era una piccola oasi - ha commentato dopo gli attentati di Parigi - Pochi hanno osato fare quello che hanno fatto loro».
f. p.
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