«Scrutini, illegittimo il blocco» il garante avverte i professori

«Scrutini, illegittimo il blocco» il garante avverte i professori
Venerdì 15 Maggio 2015, 03:13
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Elena Romanazzi
Merito, uguaglianza, valutazione e formazione continua. In sostanza un ritorno della scuola alla «normalità perduta» con un progetto educativo rinnovato. Un mondo - spiega in aula il ministro Stefania Giannini - che deve uscire «da una terapia intensiva continua». È il giorno del debutto del disegno di legge. Rivisto e corretto in commissione Cultura ma non abbastanza da smussare i toni delle polemica dentro e fuori il parlamento. Più di mille gli emendamenti presentati e qualcuno necessariamente dovrà essere approvato. Non ci saranno stravolgimenti, ma il Pd fino a tarda sera in una riunione ristretta ha lavorato a piccoli correttivi da presentare in sede di votazione che potrebbero in minima parte accogliere le richieste dei sindacati ma anche degli studenti.
Oggi iniziano le prime votazioni. Sempre che ci sia il via libera dalla commissione Bilancio perché essendo il ddl legato al Def ci sarebbero difficoltà a reperire nuove risorse per coprire, magari, l'anticipo delle assunzioni di una fetta di idonei al primo settembre del 2015 ma anche il 5X1000, rivisto e corretto in commissione proprio per consentire alle scuole che si trovano in territori disagiati di non avere nessuna risorsa. Sulle risorse c'è stato un passaggio al Mef ma il parere (al Miur sono rassicuranti) non dovrebbe essere negativo e oggi la commissione Bilancio convocata per le 8.45 dovrebbe dare il via libera.
Tempi contingentati per la discussione che appare tutta in salita. Non si mette in dubbio l'approvazione ma il clima non è dei più sereni. Ad agitare gli animi il presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi. Roberto Alesse ha lanciato un messaggio ben preciso: «Allo stato non c'è alcuna comunicazione ufficiale di uno sciopero finalizzato al blocco degli scrutini ma è necessario trovare un punto di convergenza per evitare che le proteste assumano forme eclatanti con azioni illegittime che danneggerebbero soprattutto gli studenti e le loro famiglie». Alesse spiega che in caso di blocco degli scrutini la precettazione «sarebbe la via obbligata e doverosa per evitare la paralisi dei cicli conclusivi dei percorsi scolastici». Un altolà preciso al blocco egli scrutini respinto al mittente dai sindacati.
Molte le critiche in aula durante il dibattito. Roberto Simonetti della Lega parla di un «cumulo di promesse tradite, a partire dalle assunzioni, che saranno parziali e discriminatorie». Sel e M5S («Nessun Aventino - annunciano i cinquestelle - ma battaglia in aula e manifestazione il 19 )hanno aderito all'assemblea pubblica organizzata per questo pomeriggio a piazza del Pantheon dai confederali, Snals e Gilda regionali. In pratica i rappresentanti di Roma e del Lazio. Un appuntamento open: chi vuole andare va. E alla chiamata hanno risposto già diversi parlamentari. Maurizio Lupi, capogruppo di Ap, auspica che la riforma non si trasformi in una agenzia di collocamento. Mentre Lorenzo Cesa dell'Udc ribadisce che la riforma si può migliorare ma resta comunque «un cambio epocale».
Sarà questo il primo degli appuntamenti decisi contro l'approvazione anche se solo in prima lettura del ddl «Buona scuola». Perché il muro contro muro è stato già fissato per la prossima settimana dagli studenti che per tre giorni con diverse modalità, a Roma, ma non solo nella capitale faranno sentire la voce del loro dissenso.
Insomma la partenza non è stata delle migliori. E il messaggio di Renzi, il premier alla lavagna, non ha sortito gli effetti sperati. Almeno fino a questo momento. Ed anzi ha inasprito per certi versi il clima oltre a scatenare una valanga di reazioni ironiche. Stefano Fassina annuncia battaglia se non ci saranno cambiamenti. Ma l'ipotesi che in Senato il ddl possa incontrare delle difficoltà viene rigettata con fermezza dal presidente delle commissione Cultura del Senato Andrea Marcucci. Tutto dipenderà dal pacchetto di emendamenti che sta predisponendo il Pd che comunque non intaccheranno il principio dell'autonomia. Una punto centrale del ddl non solo per la relatrice Maria Coscia, ma per tutto l'esecutivo.
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