Una panchina rossa per Desirée, la madre: «Mi dispiace, volevo essere vicino a te»

Una panchina rossa per Desirée, la madre: «Mi dispiace, volevo essere vicino a te»
di Monica Forlivesi
Sabato 12 Giugno 2021, 15:03
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Una panchina rossa dipinta di fresco nel cuore di Roma, a San Lorenzo. Sopra rose bianche, rosse e piccoli girasoli. È la panchina dedicata a Desirée Mariottini, per non dimenticare, per onorare la memoria di una ragazzina di 16 anni di Cisterna uccisa in quel quartiere in un modo atroce, drogata, stuprata e lasciata morire.

Davanti a quella panchina ieri mattina c'era la mamma di Desy, Barbara Mariottini, ha tagliato il nastro, poi si è fermata a pronunciare parola di amore per la sua bambina e di affetto verso il prossimo, quello che quella terribile notte in un sito abbandonato nessuno ha avuto per sua figlia. «Mi dispiace Desirée - ha detto la mamma - perché io non c'ero a darti la mano, a dirti non è niente, ora passa. Mi dispiace Desirée, per il dolore che hai sentito, per il freddo che è arrivato, per il mancato abbraccio. Io sento tutto il tuo amore, ogni giorno, ogni momento. Senza di te mi sono persa, ho avuto paura ma so che sei qui, con me. Vorrei che questa panchina rossa fosse un rifugio per chi vive nel disagio, nel malessere, nella solitudine, vorrei che Desirée si sedesse insieme a me, anche solo un attimo, e mi facesse un cenno, un sorriso. Grazie a tutti voi, ciao Desirée, mamma ti ama».


Parole struggenti, che spezzano il silenzio di piazza dei Campani, vicino a lei ci sono la sorella e il suo avvocato, Maria Belli, l'ex Ministro Marianna Madia, le rappresentanti delle associazioni del territorio che hanno contribuito all'iniziativa e la presidente del Municipio Roma II, Francesca Del Bello, che ritorna a quel terribile 19 ottobre 2018, il giorno dell'omicidio in via dei Lucani: «Ogni volta che mi torna in mente questa terribile vicenda sento il dolore di quei giorni, il pensiero dei familiari dilaniati dal dramma, immagino la vita di Desirée, la donna che sarebbe diventata. Una vita, la sua, spezzata da un crimine spregevole: la violenza e il sopruso. Non potrà la nostra iniziativa rinfrancarci da quel dolore ma il mio auspicio è che ogni giorno, chiunque si siederà su questa panchina o la osserverà, possa rivolgere il suo pensiero a Desirée, magari parlandone con il proprio figlio, con il proprio compagno, con il proprio amico. Perché solo la presa di coscienza può salvarci dal fatto che tragedie come questa non si ripetano mai più».

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