La magistratura: «Complesso accertare le colpe, prima chiariamo la causa»

La magistratura: «Complesso accertare le colpe, prima chiariamo la causa»
Venerdì 16 Luglio 2021, 05:05
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LA PROCURA
BELLUNO C'è un unico indagato per la morte del 18enne Davide Bristot. Ed è il medico del Pronto Soccorso di Belluno, Angelo Beccari, che martedì sera lo ha visitato e poi dimesso. La Procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo, con l'ipotesi di colpa medica, e disposto l'autopsia. Il ragazzo, infatti, era tornato a casa insieme ai genitori perché, come ha raccontato il papà Paolino, «avevano detto che andava tutto bene». Nella notte, invece, Davide è morto. Da quel momento i suoi genitori non si danno pace e vogliono sapere cos'è accaduto. Potrebbe volerci del tempo, però, per sciogliere ogni dubbio sulla morte del ragazzo. «In questo momento ha spiegato il procuratore Paolo Luca - cerchiamo la causa. Poi, potrebbe essere necessario dare l'incarico a uno specialista ma sarà da capire di quale natura, se cardiologo, neurologo o altro. Andiamo per passi graduali». Il che significa, intanto, aspettare l'esito dell'autopsia. Lunedì sarà dato l'incarico al medico legale Antonello Cirinelli che procederà all'esame il giorno stesso. In parallelo, la Procura acquisirà la cartella clinica del ragazzo ed eventuale documentazione medica. «Gli accertamenti sul cadavere ha continuato Luca saranno fondamentali per capire la causa della morte. Dopo averlo fatto, si passerà allo stadio successivo. Ci chiederemo se questa morte poteva essere evitata oppure no attraverso accertamenti diagnostici».
ACCERTAMENTI E CURE
L'unico esame predisposto dal dottor Beccari per il ragazzo, quando martedì è entrato al Pronto Soccorso, è stato quello del sangue. Poi, ha chiesto che gli venisse fatta una flebo e l'ha mandato a casa. Potevano essere chiesti esami più approfonditi? Davide aveva mal di testa da qualche giorno e quella sera anche attacchi di vomito. Una tac o un elettro cardiogramma avrebbero potuto salvarlo? La questione è delicata e spinosa. «In materia di colpa medica ha precisato il procuratore non è sufficiente che sia stato omesso un accertamento per essere riconosciuta la colpa. Ma deve essere dimostrato che questo accertamento avrebbe portato a conseguenze diverse e quindi evitato la morte». La famiglia, in questo momento, vuole solo metabolizzare il dolore. «Non voglio incolpare nessuno ha spiegato Paolino Bristot solo piangere il mio Davide e ricordare che era proprio un bravo bocia». Il 18enne aveva male alla testa almeno da domenica e martedì, durante una pizza con amici, aveva cominciato a vomitare. Era seguita la corsa al Pronto Soccorso di Belluno, la visita, la dimissione dopo un'ora, il rientro a casa, la morte nella notte.
«NON INCOLPIAMO NESSUNO»
«Cosa posso dire? ha confidato il papà Giuro davanti a dio che non ho parole. Con il senno di poi è facile parlare e non me la sento di incolpare nessuno nella maniera più assoluta, ma capire quello che è successo si, devo sapere perché morto, è l'unico aspetto che mi interessa». Il medico indagato per omicidio colposo, non ha ancora nominato un avvocato di fiducia (ne ha uno d'ufficio con cui però non ha parlato) ed è stato impossibile, ieri, contattarlo. In ospedale, l'aria è pesante e nessuno vuole esporsi. «Chi dovrebbe tenere le relazioni con la stampa ha risposto, al telefono, il primario del Pronto Soccorso Luisa Borella è la direzione. Eventualmente se sarò delegata, dirò qualcosa». L'autorizzazione, alla fine, non è arrivata. Rimane quindi l'attesa per ciò che emergerà dall'autopsia e dagli accertamenti successivi. Davide poteva essere salvato? È la domanda che, insieme a un dolore senza limiti, rimbomba nel cuore e nella testa dei familiari del ragazzo.
Olivia Bonetti
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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