Pecoraro Scanio: «Bravo Spadafora, l'outing aiuterà chi lotta per i diritti»

Pecoraro Scanio: «Bravo Spadafora, l'outing aiuterà chi lotta per i diritti»
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 9 Novembre 2021, 09:04 - Ultimo agg. 15:44
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«Gli ho mandato i miei complimenti. Credo che Vincenzo abbia fatto bene a dichiarare la propria omosessualità. Ho molto apprezzato anche il modo: forte carica umana e grande dignità. Gliel'ho scritto e lo ripeto: è stato bravo». Alfonso Pecoraro Scanio - ministro napoletano delle Politiche agricole nel governo Amato, e ministro dell'Ambiente nel governo Prodi - commenta così la decisione di Vincenzo Spadafora di fare outing a Che tempo che fa, ospite di Fabio Fazio. «Penso che la vita privata delle persone debba rimanere tale, - ha dichiarato in tv l'ex ministro Cinque Stelle, anche un po' commosso - ma penso che chi riveste un ruolo pubblico, un ruolo politico, in questo momento storico abbia qualche responsabilità in più».

Insomma, se li è meritati Spadafora gli applausi scroscianti del pubblico di RaiTre.
«Quando con i propri gesti si incoraggiano battaglie sui diritti civili è sempre una buona cosa.

Se parliamo di applausi poi mi permetto di aggiungere che dopo quelli, prolungati, in occasione dello stop alla legge Zan contro l'omofobia - il battimano riservato a Vincenzo è più che meritato».

In tanti hanno ricordato un altro celebre outing, il suo. In quell'occasione ebbe un'eco internazionale.
«Lo ricordo molto bene, mi dedicarono un pezzo perfino sul New York Times».

Addirittura?
«Credo di essere stato il primo ministro nella storia dei paesi cattolici della zona mediterranea a parlare di omosessualità. Rimasero tutti molto colpiti: le mie parole, per fortuna, vennero accolte con grande rispetto e compostezza».

Non se l'aspettava?
«Diciamo che non era del tutto scontato. Perfino la stampa di destra mi riservò un trattamento che definirei garbato. Ricordo ancora un titolo».

Quale?
«Pecoraro, due punti virgolette, scelgo la libertà sessuale. Asettico e senza veleni».

Come mai decise di dichiararsi?
«C'è una ragione ben precisa».

Racconti.
«Anno 2000, ero ministro. A Roma si tenevano sia il Giubileo che il World Pride: in tanti lo avrebbero volentieri annullato, mentre secondo me andava celebrato ugualmente. In una delle tante interviste rilasciate in quei giorni, a una domanda sulla libertà sessuale, risposi che in un paese come il nostro, di tradizione greco romana, la bisessualità c'era sempre stata e io la condividevo fino in fondo».

Apriti cielo.
«L'ho già detto: andai a finire su tutti i giornali del globo. E però il World Pride si fece. L'obiettivo l'avevo raggiunto».

Torniamo a Spadafora. Lo conosce bene?
«È stato per me un collaboratore prezioso».

Quando avete lavorato insieme?
«Sempre nel 2000. Vincenzo era il capo della segreteria all'inizio del mio mandato da ministro. Un professionista di grande qualità. E poi ha sempre svolto l'attività politica con passione, impegnato su più fronti, anche quello della solidarietà».

Nella stessa intervista con Fazio l'ex ministro ha dichiarato che in politica l'omosessualità troppo spesso viene usata anche per ferire, per colpire l'avversario, con un brusio che - ha aggiunto - io volevo spegnere. Che cosa ne pensa?
«Personalmente non sono mai stato attaccato da questo punto di vista. Ma non ho difficoltà a credergli».

Neanche un brusio? Mai?
«Onestamente no. Eppure prima di fondare i Verdi ho militato a lungo con i radicali, primo partito ad affrontare senza paura il tema della libertà sessuale. In ogni caso il termine brusio mi sembra quello giusto».

Perché?
«È un vero e proprio rumore di sottofondo, un insieme di violenze verbali insopportabili. Non l'ho mai vissuto su di me, ripeto, ma so di che cosa parla Vincenzo. L'obiettivo ultimo è quello di denigrare, insultare e offendere. Ecco perché ci vorrebbe una legge contro l'omofobia».

Invece quando, di fatto, è stato affossato il ddl Zan, il risultato è stato accolto dagli applausi e dalle esultanze tra i banchi del centrodestra.
«Motivo in più per dare atto a Spadafora di essere nel giusto. Ha ragione quando dice che chi ha un ruolo pubblico deve assumersi delle responsabilità in più a vantaggio degli altri».

Sta dicendo che l'outing dell'ex ministro avrà effetti benefici diffusi?
«È chiaro che se una personalità riconosciuta, in questo caso un uomo politico, lascia accendere i riflettori sulla propria vita per affrontare un tema tanto attuale, è molto facile che poi se ne discuta. E che i risultati di quella discussione vadano anche a beneficio degli altri».

Spadafora ha concluso così il suo intervento in tv: Spero di essere considerato per quel che faccio, per quel che sono. E da domani forse sarò più felice perché mi sentirò più libero.
«Quando racconti le cose come stanno vivrai inevitabilmente una condizione di maggiore libertà, rispetto agli altri, ma anche a te stesso. E per quanto mi riguarda ne vale sempre la pena. In ogni circostanza».

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