Ex medico dell'ospedale condannato per molestie a una specializzanda

Ex medico dell'ospedale condannato per molestie a una specializzanda
Giovedì 2 Dicembre 2021, 05:01
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IN TRIBUNALE
Un anno e due mesi di condanna per i palpeggiamenti in corsia. Questa la sentenza emessa ieri nei confronti dell'ex dirigente medico della clinica pediatrica del Santa Maria della misericordia accusato di violenza sessuale da due specializzande. La procura, con il fascicolo nelle mani direttamente del procuratore capo Raffaele Cantone, aveva chiesto una condanna a tre anni e due mesi, ma il giudice Valerio D'Andria lo ha assolto per una contestazione e condannato pena sospesa per l'altro episodio raccontato da una delle due professioniste di circa trent'anni.
La sentenza è arrivata, con rito abbreviato, a poco meno di un anno dalla notizia della denuncia delle due specializzande: lo scorso gennaio, infatti, il dirigente fu sospeso per sei mesi dal gip Natalia Giubilei, con la procura che aveva chiesto gli arresti domiciliari. Dopo la revoca della misura, comunque, l'uomo scelse di dimettersi dall'Azienda ospedaliera e poi di proseguire solo con l'attività privata.
LE ACCUSE
Come si legge nel capo di imputazione, il professionista di 44 anni «con abuso di autorità» avrebbe «tentato approcci vari finalizzati ad avere un rapporto sessuale» nei confronti delle dottoresse, durante i turni in comune. Tra mani sulle cosce e sotto la maglietta, inviti a «lasciarsi andare» e proposte anche più esplicite, arrivando a tentare «con violenza» di baciare una delle due vittime. Le due giovani infatti avevano raccontato di battutine prima e accenni sempre più maliziosi poi, non fermati né dai toni imbarazzati davanti a un superiore né dai netti rifiuti. Fino alla denuncia. La difesa del professionista, con gli avvocati Michele Nannarone e Nicola Barocci, ha parlato di «un atteggiamento, seppur goliardico e amichevole, privo di circostanze foriere di profili di responsabilità e tenuti pur sempre nel rispetto dei ruoli di ciascuno».
Insomma, «nessun atto di libidine» e nessun «comportamento di rilevanza penale», men che mai violenza sessuale. Il giudice ha dimezzato le accuse, ma ha reputato più convincente, evidentemente, la vibrante requisitoria del procuratore Cantone e le accuse delle due vittime. Una delle quali aveva spiegato come avesse deciso di denunciare «perché non ho sopportato che, dopo due anni, la storia si stesse ripetendo con un'altra collega. Volevo che non succedesse più quello che era successo a me». La stessa dottoressa i fatti non sono collegati, ovviamente, ma è un particolare sottolineato in aula per provare a spiegare la sua reazione agli approcci del proprio superiore ha poi preso i voti.
E.Prio.
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