Incidenti, l'incubo è la velocità

Incidenti, l'incubo è la velocità
Domenica 15 Agosto 2021, 05:01
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L'EMERGENZA
La Tiberina Nord è l'ultima fettuccia d'asfalto che si è macchiata di sangue. Lì è morto Mario Antonini, l'assicuratore di Pierantonio appassionato di moto. La vecchia strada che porta da Perugia a Umbertide ha anche gli speed check ai lati, ma non servono sempre per salvare le vite di chi la percorre. Monumento al rischio e avviso che si deve andar piano. Sono un po' dappertutto, anche lungo la Pievaiola, fuori Perugia, ma anche lì la strada ha ucciso: l'ultima volta ancora un motociclista.
La statistica è impietosa, dolorosa, feroce. Con gli incidenti di Nocera Umbra e quello di Tavernacce i morti sulle strade della provincia di Perugia sono 15 da quando c'è stato l'allentamento post lockdown. E tanti morti sono giovani. Anche un ragazzino di undici anni in bici, una bimba di 5 e una ragazza di diciannove che, quel maledetto giorno, da Magione a Perugia andava a scuola per la prima volta in auto. Quindici morti sono numeri che non si vedevano da anni. E che fanno riflettere.
Un dato che riemerge e che era stato già sottolineato durante il tradizionale punto sul comportamento degli automobilisti lungo le strade perugine, arriva dal comando della polizia municipale. Anche durante il lockdown (ma anche dopo) l'eccesso di velocità non ha fatto passi indietro. Tant'è che nel 2020 proprio la velocità è stata la causa del 15% degli incidenti stradali rilevati dagli uomini della comandante Nicoletta Caponi. Su 802 incidenti 119 hanno come causa principale la velocità eccessiva dei mezzi coinvolti. Un dato che preoccupa. Tant'è che di fronte a uno degli ultimi incidenti stradali, il Comune aveva annunciato la necessità di un intervento per trovare una soluzione alle vite che si spezzano lungo le strade intorno alla città.
È settembre il mese con più incidenti rilevati. Un dato tradizionale legato, in genere alla ripresa post vacanze. Che la velocità sia un problema serio lungo le strade cittadine, lo conferma anche l'andamento delle multe. Quelle rilevate con gli autovelox, anche con l'utilizzo degli speed check, erano state nel 2020 4.316 contro le 4.009 dell'anno precedente. Trecento in più considerando che le pattuglie sono state impegnate da marzo dell'anno scorso nei controlli anti Covid-19, togliendo, di fatto, personale ad altri servizi. Le strade dove i perugini (e chi utilizza le strade del comprensorio comunale) corrono di più e quindi l'autovelox colpisce con più frequenza sono la strada dei Loggi, la strada Tuderte, via Settevalli, via San Girolamo, Villa Pitignano e la San Marco Cenerente. A San Marco, tra l'altro, i residenti da anni chiedono di trovare una soluzione alla cosiddetta curva della morte lungo il tratto iniziale della provinciale 170.
«Tra zone rosse, lockdown e smartworking, è come se fossimo disabituati alla guida. Noto una nuova distrazione, diversa da prima. La distrazione di chi non è più allenato a condurre un mezzo». È così che Ruggero Campi, presidente dell'Automobile club di Perugia, spiega l'aumento di incidenti stradali con i numeri che fanno paura. Da maggio a venerdì pomeriggio, considerando i mortali di Tavernacce e Nocera Umbra (lungo la Flaminia è morto un turista romano che avrebbe compiuto oggi 56 anni), si arriva a quindici morti da aprile. Una lunghissima serie di lutti in cui i giovani sotto i trent'anni hanno pagato il tributo di sangue più alto.
Luca Benedetti
luca.benedetti@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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