Suarez e l'esame farsa: «Mi era stata indicata solo Perugia come sede»

Suarez e l'esame farsa: «Mi era stata indicata solo Perugia come sede»
Martedì 16 Marzo 2021, 05:00
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L'INCHIESTA
«Mi è stata indicata solo Perugia come sede d'esame». È quello che ha raccontato alla procura Luis Suarez nel corso dell'audizione come persona informata sui fatti in cui, lo scorso 18 dicembre, ha fornito la sua versione dei fatti sul cosiddetto esame «farsa» sostenuto all'Università per stranieri per ottenere il livello B1 di lingua italiana, necessario per acquisire la cittadinanza che, all'epoca, era fondamentale per poter passare dal Barcellona alla Juventus.
Eppure proprio Suarez ha confermato ai pm di aver saputo che la trattativa non fosse andata in porto già prima dell'esame, tenuto il 17 settembre. «Quando ha saputo che l'accordo con la Juventus stava venendo meno?», chiedono i sostituti procuratori Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti. «Quando io stavo già studiando risponde il bomber ora all'Atletico Madrid, come si legge nel verbale di interrogatorio -, già sapevo che non sarei più andato alla Juventus».
Suarez dice di non ricordare come lo seppe ma «il mio avvocato aveva parlato con Paratici e aveva saputo che era difficile ottenere la cittadinanza. Allora ho preso la decisione di proseguire comunque la pratica per ottenere il passaporto. Non ricordo la data esatta in cui l'ho saputo, ma era durante le lezioni».
Durante quelle lezioni online tenute da Stefania Spina - attualmente sospesa dall'incarico per otto mesi e in attesa della decisione sul suo ricorso -, che secondo la procura non si sono svolte correttamente, con tanto di pdf delle possibili domande inviate prima della prova. Ma proprio su quelle «domande su quello che avrebbero potuto chiedere in sede di esame» si baserà la battaglia tra accusa e difesa se mai si dovesse arrivare al processo, in attesa ancora della chiusura delle indagini e quindi ancora lontani pure dalla richiesta di rinvio a giudizio.
La procura diretta da Raffaele Cantone infatti contesta, oltre al falso, la rivelazione di segreti di ufficio, mentre la difesa della «prof. Stefania» con l'avvocato David Brunelli è convinta della bontà dell'operato dell'insegnante, che avrebbe mandato una serie di immagini e domande ma che facevano parte del programma. Con l'attaccante che quindi non incastrerebbe la professoressa, ma spiegherebbe di aver avuto da lei il materiale di studio, come qualsiasi studente.
«Mi mandava sempre delle mail con quello che facevamo a lezione e che dovevo studiare», ha spiegato l'attaccante uruguagio. Parole ambigue, che però possono fare la differenza tra reato e leggerezza. Appunto fino ai giorni precedenti il 16 settembre, quando la Spina per cui è stata chiesta una proroga delle indagini - dice a una terza persona che fino al 14 Suarez si «diceva contento di venire a Torino per vincere la Champions», come riassumono i pm. Mentre proprio il 16 la professoressa indagata insieme agli ex vertici della Stranieri - riferisce a un'amica che il campione «era triste per il fallimento della trattativa».
Il resto è storia nota, Suarez resterà a giocare nella Liga spagnola, ma lo stesso giorno dell'esame è Fabio Paratici, manager della Juventus indagato per false dichiarazioni, a chiamarlo. «Mi chiamò quando ero in aeroporto così conclude il fuoriclasse la sua audizione per dirmi che avevo fatto la scelta migliore per la mia famiglia».
Nel frattempo ci erano stati contatti con il vicepresidente bianconero Pavel Nedved «per l'aspetto sportivo», mentre un paio di giorni dopo il rientro da Perugia arriva la telefonata di Andrea Agnelli «che mi ha ringraziato per lo sforzo che avevo fatto per liberarmi dal Barcellona». Passando per Perugia, unica alternativa fornita al campione, secondo le sue ammissioni, per sostenere l'esame.
Egle Priolo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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