Granchio blu, da invasore a potenziale fonte di reddito

Granchio blu, da invasore a potenziale fonte di reddito
Domenica 7 Novembre 2021, 05:05
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AMBIENTE
VENEZIA Il granchio blu, a causa dei cambiamenti climatici e al traffico marittimo, continua a proliferare nelle acque della laguna di Venezia. Il crostaceo (il cui nome scientifico è Callinectes sapidus che significa nuotatore bello e gustoso) è originario delle coste atlantiche americane. La prima segnalazione in laguna, ma con identificazione della specie sbagliata, è del 1951, mentre quelle corrette sono di Luca Mizzan, attuale direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia, e risalgono al 1991-1993.
Il granchio blu, è una specie invasiva e, secondo alcuni, dannosa sia per la diversità marina nativa che per l'attività socio-economica. Ma potrebbe diventare una delle principali risorse, come accade da sempre nel suo luogo nativo, la Baia di Chessapeake, dove frutta (decine di milioni di dollari all'anno solo per il Maryland, dove è anche il crostaceo nazionale.
AGGRESSIVO E VORACE
«Il granchio blu spiega Andrea Rossi, socio della Cooperativa San Marco Pescatori di Burano - è comparso alcuni anni fa e ogni giorno invade le nostre reti da pesca. Il problema è che potrebbe essere aggressivo nei confronti di altri granchi e pesci. È un predatore, riconoscibile facilmente anche per via degli artigli blu zaffiro, e può pesare fino a due chili. Nel mese di ottobre ha iniziato a spostarsi velocemente nei canali più profondi e ora sta migrando in mare dove deposita le uova: una femmina ne può deporre milioni. Tra marzo e aprile lo rivedremo rientrare in laguna. Si sta ambientando così bene che con probabilità, assisteremo, in futuro, a un forte aumento della popolazione».
Aggressivo e vorace da adulto ha pochi nemici che possano contrastarlo, è in grado di rovinare il pescato nelle reti e nelle trappole, oltre a causare danni agli attrezzi da pesca con le possenti chele. «Rovina le nostre reti e per toglierlo siamo costretti a romperle prosegue - Rossi - Bisognerebbe studiare degli attrezzi da pesca per intercettarlo e catturarlo prima che finisca nelle reti e nelle serragge. In futuro, il granchio blu potrebbe diventare una fonte di reddito per noi pescatori».
Insomma, una minaccia che potrebbe rivelarsi un'importante risorsa economica. Il granchio blu ha carni prelibate, e si dice che siano migliori dell'aragosta. «Siamo ricchi di specie aliene e alcune hanno generato anche dei benefici agli ecosistemi - aggiunge Davide Tagliapietra, biologo e ricercatore del CNR-ISMAR, che ha sede nelle tese dell'Arsenale Nord Le coste Atlantiche degli Stati Uniti, soprattutto la Chesapeake Bay, hanno un clima simile a quello dell'Alto Adriatico. L'importante è che non tolga spazio alle specie locali. Ossia che entri in equilibrio ecologico senza sottrarre tutto lo spazio vitale alle specie già presenti».
Federica Repetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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