Nessuno sconto al clan Maritan

Nessuno sconto al clan Maritan
Mercoledì 13 Gennaio 2021, 05:03
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SAN DONA'
Nessuna riduzione della misura cautelare e nessuna scarcerazione. Se qualcosa cambierà, sarà il tribunale del Riesame a modificare lo stato dell'arte. Per il momento resta quindi immutato tutto quanto riguarda il clan Maritan. Questo perché il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Luca Marini, ha respinto la richiesta di scarcerazione e di concessione dei domiciliari presentata da quattro degli indagati arrestati all'alba del 4 gennaio.
Il giudice, lo stesso che aveva firmato l'ordinanza di custodia cautelare, non ha accolto le proposte avanzate da Lino Maritan - fratello di Silvano, l'ex luogotenente di Felice Maniero in cella a Vicenza dal 2016 per omicidio e considerato comunque il leader della banda - e difeso dall'avvocata Annamaria Marin; da Pier Luigi Guerrato, assistito dall'avvocato Walter Drusian; da Robertino Gaetani (avvocato Francesco Lazzarin) e da Michele Poniciappi, assistito dall'avvocato Enrico Cancellier. Le loro istanze - come quelle degli altri arrestati - verranno quindi discusse di fronte al Riesame che fisserà un'udienza nei giorni prossimi.
L'ACCUSA
Estorsione, incendio, minacce, spaccio di droga sullo sfondo di un contesto di pesante intimidazioni, violenze e prevaricazioni le accuse mosse dal pm Giovanni Zorzi al clan Maritan e che hanno portato all'arresto anche di Cianetto Maritan, figlio di Lino e quindi nipote di Silvano. Secondo il gip Marini il trio risulterebbe al vertice di una nuovo sodalizio criminale teso a imporre la legge dei Maritan con il capo indiscusso, ovvero Silvano, a dettare le direttive persino da dietro le sbarre - è in cella per omicidio da novembre 2016 - e gli altri due a organizzare una banda di delinquenti abituali per riscuotere, più con le cattive che con le buone, prestiti non restituiti, smerciare droga, minacciare e intimidire chi sgarra. In carcere anche Riccardo Bortoletto, Roberto Francesco Filippini, oltre a Gaetani, Guerrato e Poniciappi. Personaggi non certo di spicco, ma conosciuti nel mondo della criminalità locale, con una vita fatta di espedienti e lavori saltuari. A far scattare le indagini dei carabinieri di San Donà sono due roghi dolosi che hanno incenerito, a gennaio e giugno 2020, i furgoni della MV Assemblaggi di Rocco Vacatello, in via Garibaldi a San Donà. Non è lui l'obiettivo ma viene colpito per avvertire il cognato Matteo Buriollo, che con i Maritan ha un debito di circa 50mila euro, compresi gli interessi.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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