Un esemplare di Caravella portoghese (Physalia physalis) è stato avvistato nelle acque del mare di Lampedusa. L'esemplare, fotografato dal personale dell'Area Marina Protetta Isole Pelagie, risulta essere il secondo documentato in quel braccio di mare in pochi giorni. Prima delle due caravelle di Lampedusa, altri esemplari erano stati segnalati in altre zone del Mediterraneo che bagna la costa meridionale del Paese. Come quello rinvenuto morto sulla spiaggia di Capo Peloro, nello Stretto di Messina, dai biologi della Società di Ricerca Necton nell'aprile scorso.
«È una specie particolarmente pericolosa», avevano spiegato i ricercatori in quella occasione.
Caravella portoghese, come riconoscerla
Originaria dell'Atlantico, è facilmente riconoscibile dalla caratteristica sacca galleggiante di color azzurro acceso denominata pneumatoforo o più comunemente vela, che utilizza per rimanere a galla e muoversi. La caravella, infatti, non disponendo di organi deputati alla locomozione, utilizza venti e correnti per spostarsi. Come quelli che, attraverso lo Stretto di Gibilterra, l'hanno fatta giungere nel Mare Nostrum dove è già stata segnalata in Marocco, Spagna, Malta, Tunisia, Grecia e, come abbiamo visto, Italia. Dei tentacoli, fortemente urticanti, va ricordato che possono raggiungere lunghezze tali da sfiorare i cinquanta metri. Anche e soprattutto per questo, in caso di incontro fortuito, Ispra raccomanda di segnalare l'avvistamento, magari corredandolo di foto e video, scrivendo all'indirizzo di posta elettronica dedicato: alien@isprambiente.it