Questa storia, che ha dell'incredibile, era cominciata nel giugno scorso quando un cucciolo era stato preso a calci e pugni dal suo padrone. Siamo nella splendida Aosta. Lì, un pomeriggio qualunque di un giorno qualunque, alcuni testimoni chiamano il 112: qualcuno sta prendendo a calci e pugni un cane, dicono. Nel frattempo, mentre i lamenti del cucciolo, un bovaro del bernese di pochi mesi e le grida dell'uomo vengono registrate da alcune videocamere, sul posto interviene una volante della Questura che, constatati i fatti, registra la singolare giustificazione del padrone: «Mi ha rovinato l'aiuola».
Denunciato, all'uomo, un aostano di 39 anni, viene sequestrato quel cucciolo malconcio che verrà affidato, su disposizione del pm Francesco Pizzato, in custodia giudiziale al canile di Saint Cristophe dove, dopo le necessarie cure e un milione di coccole, si riprende.
Come è stato possibile? Semplice, l'accusato di maltrattamenti, con istanta del suo legale, aveva chiesto e ottenuto un periodo di messa alla prova. Così, grazie a questo, si è visto estinguere il reato con conseguente termine della confisca del suo amatissimo cucciolo che, il venerdi 23 dicembre scorso, è tornato tra le sue braccia. Inutile sottolineare la tristezza della famiglia adottiva e di chi, associazioni e cittadini, sono rimasti spiazzati dalla decisione del giudice indicata dalla attuale legislazione e che avevano seguito questa storia sin dall'inizio. In tutti questi mesi però, quello che era soltanto un cucciolo, è cresciuto parecchio. Le "aiuole", e non solo loro, sono avvisate.