"Sono certa che la mia Molly ha avuto il più bel Natale della sua vita". Queste le prime parole pronunciate a caldo da mamma Alicia Sampson dopo l'eccezionale ritrovamento di un gigantesco dente di squalo fossile ad opera della sua bambina. "Lei e Natalie, ha spiegato sulla propria pagina social, avevano chiesto di poter andare a caccia di denti di squalo la mattina di Natale. E guardate cos'hanno trovato!". Ed in effetti, a giudicare dalle spettacolari immagini diffuse dalla Sampson e dal Calvert Marine Museum, il rinvenimento ha dell'incredibile.
La scoperta
Sì perché Molly, insieme alla sua famiglia, vive nei dintorni di Prince Frederick, località amena del Maryland a sud di Washington.
Il megalodonte
Molly, così come gli altri, non stanno più nella pelle e, felici, tornano verso casa. Poi, la curiosità degna del ricercatore: "Bisogna farlo vedere ad un esperto", si dicono. Così, decidono di portarlo al Calvert Marine Miseum. Lì, nel reparto specializzato dedicato alla paleontologia, arriva la conferma. Quel dentone, è dello squalo più grande e misterioso mai apparso sulla faccia della Terra, un Megalodonte. Un Otodus megalodon, per essere esatti. Ma non finisce qui perché alla piccola viene spiegato che quel dente, lungo 13 centimetri, proviene dalla mascella superiore sinistra di uno esemplare gigantesco lungo almeno 14 metri, se non di più. Dettagli che alimentano la fantasia della piccola subito ribattezzata "Molly la paleontologa". Neanche il tempo di festeggiare, infatti, che la bambina è già pronta per la sua prossima spedizione di ricerca. "Scuola permettendo, però", ha precisato la mamma.
Il Megalodonte, sin dai primissimi ritrovamenti dei suoi denti fossili, ha affascinato studiosi e appassionati di tutto il mondo. Enorme, grande come quattro squali bianchi messi insieme, è considerato il predatore tra i predatori. Un insieme di muscoli e denti che non ha avuto eguali in natura. Nonostante sia ormai estinto da milioni di anni, talune fantasiose ipotesi lo vorrebbero ancora vivo e vegeto nelle profondità degli oceani. Idee e fantasticherie che, purtroppo, ad oggi sono rimaste tali. Ammesso e non concesso vi fosse ancora qualche esemplare in giro, troverebbe certamente e comunque notevoli difficoltà a sfamarsi. Come sta accadendo al suo pronipote, lo squalo bianco, che proprio per la scarsità di cibo determinata da certa pesca non più sostenibile, sta lasciando le coste occidentali sudafricane, dove fino a pochi anni fa prosperava, per cercare cibo più ad est.
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