È accaduto la mattina del 1° giugno quando alla sede del Wwf è giunta una richiesta di aiuto da parte di alcuni turisti che sgomenti ed increduli hanno assistito alla terribile scena: presso un noto albergo situato al Capo di Sorrento veniva messa in atto la distruzione di un nido di rondini (Hirundo rustica) con nidiacei all’interno. Immediata l’attivazione del Wwf Terre del Tirreno che dopo aver inviato una nota all’attenzione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, dei carabinieri di Sorrento, dei carabinieri Forestali di Castellammare di Stabia e della polizia locale di Sorrento, si è attivato telefonicamente chiedendo un pronto intervento. Infine il presidente Claudio d’Esposito si è recato di persona presso i carabinieri di Sorrento dove ha esposto i fatti al comandante di stazione che ha disposto l’invio di una pattuglia per le indagini del caso. Intanto le rondinelle sfrattate dall’albergo del Capo di Sorrento non si arrendono e stanno già ricostruendo un nuovo nido.
«Le rondini fanno parte della nostra cultura e del nostro immaginario comune, con la loro bellezza e leggerezza sono nel nostro cuore da migliaia di anni - racconta d’Esposito - non c'è una sola cultura del Mediterraneo che non abbia, in qualche modo, adorato la rondine dedicandole miti, poesie, leggende, fiabe e persino capolavori d'arte sacra.
Negli ultimi anni, grazie anche ad una cresciuta sensibilità, le rondini in penisola sorrentina sembrerebbero in aumento in alcune zone. A Sant’Agnello, ad esempio, è possibile osservarle nell’Oasi in città, nel parco naturale costruito sull’autorimessa interrata, dove il laghetto creato si è dimostrato di enorme utilità per le rondini. Su di esso infatti è possibile vederle volteggiare, mentre sfiorano con acrobatiche planate la superficie, per bere o recuperare l’acqua, necessaria a costruire il nido impastando fango e saliva. Inoltre su di una fune, appositamente allocata tra due salici, è possibile osservarle e fotografarle da vicino mentre i piccoli vengono imbeccati al volo dai genitori. Peccato che altri siti invece siano stati distrutti: uno per tutti quello all’ingresso della stazione della circumvesuviana di Sant’Agnello, dove sono state sfrattate da qualche anno per i lavori di ristrutturazione dell’edificio (c’è da augurarsi che ritornino a fine lavori), o quello alla chiesa di Termini a Massa Lubrense dove, nei lavori di restauro, si è stupidamente deciso di sloggiare una storica colonia.