Questa storia ha dell'incredibile. Dall'epilogo drammatico, racconta la vicenda di una povera poiana dapprima impallinata, poi gettata nei cassonetti come fosse immondizia. Ma cominciamo dall'inizio. Tutto era cominciato pochi giorni fa a Tiarno di Sopra, piccola frazione del comune di Ledro di poco più di mille abitanti, in provincia di Trento.
Poiana impallinata dai cacciatori e gettata viva nei cassonetti
Lì, qualcuno armato di doppietta, decide di sparare ad una poiana.
Il rapace, specie protetta e impossibile da confondere con un qualsiasi altro volatile cacciavite, non muore sul colpo. Nonostante le ferite riportate soprattutto ad un'ala, riesce a compiere un breve tragitto in volo fino a quando, stremato, stramazza al suolo nel centro abitato. A quel punto accade l'impensabile. Si perché qualcun altro, visto l'uccello a terra, lo raccoglie e lo getta ancora vivo in un cassonetto. Fortunatamente, la poiana viene notata dai netturbini. È ancora viva, così chiamano i forestali della stazione di Ledro e il rapace finisce presso il Centro di Recupero Fauna Selvatica Lipu di Trento. Le cure sono immediate così come le radiografie che evidenziano i pallini da caccia. La poiana è grave, tuttavia si spera di riuscire a salvarla. Speranze che svaniranno nella giornata di ieri quando, nonostante gli sforzi, il rapace muore. «È l'ennesima vittima dell'ignoranza», ha commentato il presidente Lipu Sergio Merz che ha poi definito i colpevoli: "imbecilli armati".