La carcassa di un esemplare adulto di delfino è stato trovato spiaggiato ieri mattina nella Riserva naturale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo. Sulla pelle sono state individuate evidenti lacerazioni causate con molta probabilità dall’intrappolamento in cime e nella bocca pezzi di reti di pesca. «Quindi la responsabilità è dell’uomo», rende noto il vice presidente del Centro studi cetacei Abruzzo Sergio Guccione. Inoltre, c’è un grosso taglio nel ventre che potrebbe essere attributo a una coltella o all’esplosione del ventre per via delle alte temperature in questi giorni. Nel primo caso, come è stato verificato, purtroppo, altre volte nel passato, potrebbe essere stato qualche pescatore che si è trovato il delfino impigliato nelle reti e per il grave danno economico subito ha deciso di vendicarsi abbattendolo. Ma a stabilire il motivo della morte del cetaceo — «un evento non raro nell’Adriatico», specifica Guccione che è andato sul posto per i rilievi — sarà l’esito della necroscopia in campo, che verrà eseguita dagli uomini dall’istituto zooprofilattico di Teramo.
L'Istituto ha preso in carico la carcassa, consegnata della capitaneria di porto e i veterinari della Asl, che tutti insieme fanno parte della rete regionale spiaggiamenti. «La bycatch (o pesca accidentale), - aggiunge Guccione - è una delle cause principali di morte dei cetacei». Infine, il vice presidente rende noto del progetto nato lo scorso 22 giugno nell’ area marina protetta Torre del Cerrano.