Roma, arriva la condanna per l’imprenditore accusato di detenzione di pappagalli in condizioni disumane

Roma, arriva la condanna per l’imprenditore accusato di detenzione di pappagalli in condizioni disumane
di Loris Alba
Giovedì 1 Agosto 2019, 15:02 - Ultimo agg. 15:56
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È arrivata la condanna in primo grado per l’imprenditore romano accusato di detenzione di due pappagalli in condizioni assolutamente incompatibili con la loro natura. I volatili, entrambi di specie protetta (un Ara Ararauna e un Conuro della Patagonia), erano stati sequestrati nel 2015 dalle guardie zoofile OIPA Roma dopo un controllo a tappeto di una struttura turistica in provincia di Roma. Erano segregati in una piccola gabbia con poca acqua sporca e una mela piena di formiche a disposizione. 

I pappagalli vivevano infatti in una sorta di prigione: un pollaio con galline e pavoni, in pessime condizioni igienico-sanitarie. Le povere creature, visibilmente sofferenti, apparivano depresse e scarsamente reattive: l’Ara presentava un piumaggio sporco e non omogeneo mentre il Conuro aveva le remiganti tagliate. 

Nonostante le scuse cercate dal proprietario, oltre alle proteste e alle minacce di denuncia nei confronti delle guardie zoofile dell’OIPA, i pappagalli sono stati sottoposti a sequestro penale e il proprietario è stato denunciato non solo per le condizioni ma anche per detenzione illegale di animali protetti dalla convenzione di Washington (CITES) data l’assenza della documentazione di provenienza.

Purtroppo a causa delle penose condizioni, l’Ara Ararauna era morto dopo pochi giorni e in breve tempo era anche stato confermato il decesso per le gravi condizioni di salute dall’Istituto Zooprofilattico. Il Conuro della Patagonia invece, una femmina alla quale è stato dato il nome Patà, era stato affidato dall’OIPA in custodia giudiziaria all’associazione “Vita da Pappagalli”. Adesso sta ovviamente molto meglio e vive felice in compagnia di altri compagni salvati da maltrattamenti e denutrizione.


 

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