Tartaruga perde la strada del mare e si ritrova in un parcheggio: salvata dai volontari

Tartaruga perde la strada del mare e si ritrova in un parcheggio: salvata dai volontari
di Antonio Menna
Sabato 31 Luglio 2021, 23:47 - Ultimo agg. 1 Agosto, 18:52
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Quelle impronte erano inconfondibili. Un’altra tartaruga, nella notte, rassicurata dal buio, era risalita dal mare per deporre il bene più prezioso, le sue uova, la gemma della ripartenza. Cercare un posto sicuro, scavare nella sabbia, nidificare – dicono gli esperti -, mettere al riparo dai predatori, e poi riprendere il mare. Seguendo le tracce si arriva al nido, e lo si può proteggere. Lo fanno tutti i giorni, dalle 6 alle 8, gli operatori di Domizia, il coordinamento di associazioni ambientaliste della costa casertana. Ma l’altra mattina queste orme sembravano impazzite. Non si fermavano. Risalivano tutta la spiaggia, fino in cima. Ma dove ha messo le uova questa tartaruga? Come investigatori a centellinare ipotesi e indizi, i volontari hanno esaminato palmo per palmo l’arenile, risalendo fino in cima. A un certo punto, è comparsa la soluzione. Comparsa, letteralmente. Esplosa negli occhi stupiti dei ragazzi: la tartaruga, dopo aver fatto il nido, non era andata verso il mare, ma nel parcheggio ed era finita sull’asfalto, stordita forse, disorientata. Avrebbe potuto proseguire il suo lento cammino in direzione opposta, perdersi per le strade ma proprio sotto gli occhi dei volontari, con il richiamo morbido che la loro stessa presenza ha fatto, si è prima arrestata, poi un rapido dietrofront e di nuovo verso l’odore giusto. La direzione stavolta era quella esatta e l’ingresso in mare, per gli operatori, è stato quasi un regalo, una marcia trionfale, un simbolo, quello della natura che ritrova ostinata la sua rotta, anche quando tutto sembra perduto. 


Sta succedendo proprio questo, sulle spiagge del casertano. Sono già tredici i nidi di tartaruga Caretta Caretta rinvenuti su questa ampia porzione di arenile tra Castel Volturno e Baia Verde. E sembra davvero la potenza cocciuta della vita a portarle qui.

Terra di rifiuti interrati, di depurazioni mancate, di scarichi abusivi, di liquami smaltiti illegalmente; e un mare di plastiche, arenili di rottami, scheletri di case diroccate, buone per fare da sfondo a film che non devono investire in scene. Ma come il fango si trasforma nel fiore di loto, qui il mare e le spiagge, pur offese dalla mano dall’uomo, si rigenerano, trovando nella loro stessa forza, il seme della vita. Una costa straordinaria, lunga, comoda, ricca; un ecosistema multiforme, una scacchiera naturale che mette insieme clima temperato, campagna fertile, mare caldo, sabbie fini. «Siamo le Galapagos», dicono felici gli operatori di Domizia, più per rafforzare l’anima propositiva che per negare il degrado. Qui, nessuno nega nulla. Ma ci si inginocchia nella sabbia per cercare i nidi, per darsi da fare, insieme agli esperti della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. I risultati arrivano ma non mancano ancora le note dolenti. 

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Appena dieci giorni fa la Guardia costiera di Castel Volturno ha trovato sulla spiaggia di Ischitella una tartaruga marina in agonia. Aveva un grosso taglio al capo e le pinne tranciate. Ferite così profonde da provocarne la morte. Com’è successo? L’ipotesi più raccapricciante è che possa essere stata colpita volontariamente. Le ferite sembravano inferte con cattiveria. Anche per questo, i volontari presidiano le spiagge. “Salvaguardia e valorizzazione dell’ecosistema” è la mission delle associazioni riunite in comitato. E il lavoro di questi anni, di sentinelle e di tutela anche fisica, di vigilanza, fiducia e ottimismo, macina piccoli, straordinari risultati. Quest’estate hanno la forma delle Caretta Caretta. Intorno ai loro nidi, i volontari hanno costruito delle piccole fortificazioni con avvisi e steccati. Nessuno disturbi le uova. Ogni tartaruga è capace di deporne centinaia. La loro schiusa sarà il prossimo evento. Forse per l’occasione si cercherà un modo per farvi assistere, con tutte le cautele, residenti e appassionati, affinché lo spettacolo possa riempire anche i cuori e sensibilizzare tutti per il futuro. E poiché la natura, oltre a essere testarda, è anche pettegola e sa passarsi la voce, c’è da attendersi una bellissima catena di eventi naturali sul litorale. Del resto, i nidi su questa costa erano stati due negli ultimi 20 anni, e sono 13 solo quest’anno, guadagnando un record regionale in una bella gara con Ascea (8 nidi). Qualcosa sta cambiando? 

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