Il tricheco Freya star dei social, prende il sole sulle barche e le affonda con il suo peso

Il tricheco star dei social, prende il sole sulle barche e le affonda con il suo peso
Il tricheco star dei social, prende il sole sulle barche e le affonda con il suo peso
di Francesca Pierantozzi
Giovedì 28 Luglio 2022, 11:00
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Pasteggia a ostriche e anatre, fa la siesta sui motoscafi (sui gommoni sta più scomoda, perché vanno a picco sotto le sue sei tonnellate), ha visitato le coste inglesi, poi l'Olanda, la Danimarca, un capatina in Svezia e adesso la Norvegia, in bella vista e in prima pagina sui giornali: visto che si è accomodata senza tanti complimenti nel porto di Oslo

La lunga estate calda di Freya, tricheco, anzi tricheca, in viaggio lontano dalla domestica banchisa artica, sta alimentando le cronache, l'entusiasmo dei social e addirittura monopolizzando l'informazione norvegese, che alle peregrinazioni del possente mammifero marino sta dedicando dei live per seguire in diretta le sue avventure. È dal 17 luglio che Freya si è stabilita nelle acque frequentate di Oslo.

All'inizio del mese aveva fatto scalpore addentrandosi con molta nonchalance nel porto turistico e molto chic di Kragero, sulle coste meridionali della Norvegia, dove ha affondato un paio di bei gommoni e si è distinta per sieste glamour a bordo di piccoli yacht. 

Il Freya-watching si è trasformato in una delle attività più in voga di questa estate nordica: Freya che dà la caccia a un'anatra (la diretta del fattaccio è in verità abbastanza impressionante), Freya che rincorre un cigno, Freya che si tuffa per fare una scorpacciata di molluschi, Freya che sceglie un'imbarcazione per riposarsi al sole (le sieste del tricheco possono durare anche 20 ore), Freya che si gira stancamente, ma non senza una certa vanteria, a osservare i paparazzi. Anche se non rarissimo (l'anno scorso avevano fatto uguale scalpore le peripezie di Wally, un bellimbusto tricheco che si era spinto fino alle coste settentrionali della Spagna prima di riuscire a tornare sopra l'Islanda), il fatto che mammiferi come Freya si ritrovino a latitudini proibitive non è certo buon segno.

 

I biologi puntano il dito contro l'antropocene, ovvero l'invasiva impronta umana sull'ambiente, e anche, naturalmente, sul riscaldamento climatico. Freya non ha probabilmente scelto di sua volontà di farsi una vacanza nei mari del sud, ma si è forse ritrovata alla deriva su un pezzo di banchisa, ammorbidito dalle temperature troppo elevate. Freya è ora costantemente monitorata. Il responsabile della Direzione della Pesca a Oslo, Rolf Harald Jensen, ha dichiarato ieri che l'animale «sta bene e si riposa».

Non tutti hanno però intenzione di cedere al fascino di Freya (che ha rubato il nome a una dea nordica dell'amore e della bellezza): «Bisogna abbatterla» ha detto senza mezzi termini il biologo Espen Filed, secondo il quale la tricheca ha già fatto molti danni e potrebbe farne anche di più di gravi, senza contare il pericolo che può costituire per gli umani. «Stiamo assistendo a un effetto Bambi, ma non è ragionevole» ha aggiunto. Nessuno comunque, sembra intenzionato a dargli retta. Le autorità norvegesi si sono limitate a intimare a bagnanti e curiosi di stare lontano da Freya anche se fa molta simpatia: «Un tricheco non è pericoloso, si legge in alcuni cartelli, a condizione che gli esseri umani restino a buona distanza». Quello che proprio non sopporta, hanno spiegato a tutti, è essere disturbata quando dorme. La speranza è che si riposi abbastanza e trovi di nuovo le forze e l'orientamento per tornare a casa, nel profondo Nord.  

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