Claudio Bisio e Vanessa Incontrada ripartono con Zelig: «E' tornata la voglia di ridere, ma se non funziona basta così»

Claudio Bisio e Vanessa Incontrada ripartono con Zelig: «E' tornata la voglia di ridere, ma se non funziona basta così»
di Marina Cappa
Martedì 16 Novembre 2021, 07:01 - Ultimo agg. 09:30
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Duemila e 370 persone ad applaudire. A Claudio Bisio si sono inumiditi gli occhi. Al Teatro Arcimboldi si registra il ritorno di Zelig, che festeggia i 25 anni del programma debutto il 29 ottobre 1996, alla conduzione già Bisio, con Antonella Elia e che si vedrà su Canale 5 in tre puntate, il 18 e il 25 novembre, e il 4 dicembre. Claudio torna con Vanessa Incontrada, coppia storica che manca dal 2012. Con loro, i classici Teo Teocoli, Raul Cremona, Mago Forest... E una nuova leva di stand up.


Perché ricominciare, a 64 anni?
«Con Vanessa siamo stati sul palco sei anni, i più belli. Avevamo toccato picchi altissimi, con record di ascolti. Poi la voglia di comicità era scemata».

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Adesso torna?
«Enzo Jannacci cantava Ci vuole orecchio: bisogna capire come gira il pubblico. Da un paio d'anni la comicità è in ripresa, con l'onda degli stand up comedian. Abbiamo tanti giovani che vengono da lì».


Un nome?
«Davide Calgaro, 21 anni, più giovane di mio figlio (Federico ne ha 23, ndr). Però ha già un bel curriculum, era nell'ultimo film di Aldo Giovanni e Giacomo. Certo, abituato al cabaret da 100 posti, davanti a 2.370 spettatori, l'altra sera tremava».


Com'è stato ritrovare sul palco la Incontrada?
«È la numero uno. All'inizio di Zelig era ingenua, sbagliava il nome dei comici. Adesso io stesso non capisco quando ci fa e quando ci è».


Le donne comiche sono cresciute?
«Sono sempre poche. E le stand up nuove hanno un linguaggio più potente degli uomini, usano un turpiloquio che difficilmente potrebbe andare in prima serata tv».

 


Della pandemia si ride?
«Lo fa Anna Maria Barbera, Sconsolata. Con gag e un paio di momenti seri, molto applauditi».


Comici romani?
«Gabriele Cirilli, Massimo Bagnato. Doveva esserci Brignano, ma è in tournée. La comicità romana è figlia di Proietti e Verdone, è più da personaggi. Però nell'ultima puntata verrà Max Tortora, che debutta a Zelig. È un comico favoloso. Dal 1° dicembre su Canale 5 siamo insieme nella fiction Tutta colpa di Freud».


Dove lei interpreta lo psicoanalista. Mai fatto analisi?
«No, mi basta il mio mestiere: box office e giudizio dei critici sono pagelle che ti mettono sempre alla prova. O diventi pazzo o riesci a sopravvivere alle sberle. Perché se non piace quello che ho fatto, significa che non piaccio io. Per non dire dei social...».


Come sta a hater?
«Un mese fa sono tornato al cinema, ero felice e ho postato un selfie nella sala piena, tutti in mascherina. Ho messo anche #greenpass, ed è partito il fango: Voi schiavi con la mascherina!, e via insulti».


Lei è vaccinato?
«Sì, e ho avuto il Covid. A Zelig ogni giorno facciamo il tampone rapido e noi attori anche il molecolare. Giusto, se no non se ne esce».


Sta facendo molta tv, la vedremo anche su Sky il 6 e 13 dicembre in Cops 2. E il cinema?
«In febbraio, con Vicini di casa. Io e mia moglie Vittoria Puccini invitiamo i vicini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni, che propongono uno scambio di coppia: sesso, ma solo a parole».


Teatro?
«A gennaio, con La mia vita raccontata male, da un testo di Francesco Piccolo, che doveva debuttare un anno fa. Ho sempre giocato su tre tavoli cinema, tv, teatro così non soffro la routine. Io mi sento attore, ma la definizione migliore è quella di Zelig: capocomico. Mi piace moltissimo: sia il comico sia il capo».


Quindi, forse proseguirà.
«La voglia mi è tornata. I giovani potrebbero essere il nucleo di un futuro programma. Prima però guardiamo i commenti: se dicono Basta così, allora arrivederci ».


Le prime serate in tv non vanno molto bene.
«Zelig non è tv, è uno show dal vivo. E noi comici diciamo: se l'applauso quando entri è più forte di quello finale, non funzioni. Agli Arcimboldi, alla fine c'è stata una standing ovation che non finiva più».

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