Morte del principe Filippo, la regina Elisabetta: «Provo un vuoto enorme», il racconto dei figli

La regina Elisabetta prova «un vuoto enorme» dopo la morte del marito Filippo: il racconto dei figli
La regina Elisabetta prova «un vuoto enorme» dopo la morte del marito Filippo: il racconto dei figli
Domenica 11 Aprile 2021, 16:24 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 21:15
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La regina Elisabetta sente «un vuoto enorme» dopo la morte del marito, il principe Filippo, avvenuta venerdì 9 aprile:, lo ha confidato ai propri figli. A riferirlo è stato proprio il principe Andrea, terzogenito della coppia, al termine della messa domenicale nella cappella di Windsor a cui hanno partecipato molti membri della famiglia reale. Atteso per sabato 17 l'ultimo addio al principe di Edimburgo in una cerimonia intima che seguirà le disposizioni stesse del principe, che ha lasciato le sue volontà ben chiare per il giorno del suo funerale, e le normative per contenere l'emergenza Covid. Tra i presenti, Elisabetta e i suoi quattro figli, ci sarà un posto anche per il nipote-ribelle Harry in arrivo dalla California, ma non per sua moglie Meghan Markle alla quale i medici hanno vietato il viaggio per lo stato di gravidanza avanzato e per il precedente aborto spontaneo di un anno fa.

Un rito senza «confusione»

Il programma formalizzato oggi dalla corte, dopo l'approvazione della regina ed il via libera del governo di Boris Johnson, sullo sfondo di una giornata di lutto nazionale, sarà senza nessuna cerimonia di Stato, né oneri particolari come aveva chiesto espressamente il principe.

Filippo richiesto infatti di non voler nessun tipo di «confusione» dopo la sua morte, come fu invece per i riti della principessa Lady Diana nel 1997 e della Regina madre nel 2002. Una forma strettamente riservata quella scelta dalla famiglia reale per il saluto al principe anche per rispettare le linee guida attuali per le cautele Covid-19, che prevederà l'ingresso solamente ad una trentina di ospiti come le disposizioni sanitarie contemplano, per questo motivo anche il premier Johnson, non sarà presente lasciando il suo posto ad un familiare. Inoltre verrà chiesto ai cittadini di non tentare di assistere o partecipare a nessuno degli eventi che faranno parte del rito funebre.

 

La cerimonia intima

Il feretro di Filippo sarà trasportato su una Land Rover modificata ad hoc su progetto dello scomparso e seguito per il breve tragitto fra il castello e l'adiacente cappella di St George da un piccolo corteo guidato dal principe Carlo, suo primogenito ed erede al trono della regina Elisabetta, la quale aspetterà invece in chiesa. Vi sarà un minuto di silenzio nazionale, osservato in tutto il Regno in contemporanea con l'inizio del rito, ma nessuna camera ardente, espressamente rifiutata dal duca, la cui bara verrà coperta solo dallo stendardo personale, da una corona di fiori e dal suo berretto e dalla sua spada di ufficiale veterano della Royal Navy, la Marina britannica: all'insegna del richiamo a quel «no fuss» (niente clamore) di cui Prince Philip aveva fatto un marchio di vita. Un'assenza di clamore che le restrizioni della pandemia contribuiscono del resto a suggellare. Obbligando la Royal Family - pur decisa in questo «momento di tristezza» ad esaltare «il vasto contributo» alla nazione del principe e «la sua durevole eredità» per la monarchia e la nazione - ad invitare i sudditi a restare a casa. Visto che il funerale si svolgerà «su scala ridotta» e senza «accesso del pubblico». Nella cappella, dove la liturgia sarà officiata dall'arcivescovo anglicano di Canterbury e dal rettore di Windsor, le linee guida attuali sulle cautele Covid permetteranno del resto l'ingresso solo a una trentina di persone: i familiari stretti e il fedelissimo segretario privato del duca, Archie Miller Bakewell.

Gli ospiti ammessi attenderanno all'esterno

Mentre gli altri ospiti ammessi assisteranno dall'esterno. Il tutto nel segno della rigorosa adesione ai desideri di un uomo che fino all'ultimo ha voluto essere sé stesso. Come confermano le testimonianze dei suoi giorni conclusivi partorite dai media d'oltremanica in profusione quasi monotematica. Le testimonianze su un uomo che è riuscito a morire nel suo letto, come voleva, e non in ospedale, rifiutandosi di restare ricoverato come pare gli suggerissero i medici sperando di permettergli magari di arrivare al 10 giugno e di girare la boa dei 100 anni in clinica. E che sembra abbia trascorso in uno stato di serena lucidità le ultime tre settimane a Windsor, dopo aver rifiutato con un'autoritaria battuta delle sue («portate via quel dannato affare dalla mia vista») la sedia a rotelle che un valletto aveva osato offrigli. Settimane durante le quali è stato vegliato costantemente della regina - presente anche in effigie accanto al suo letto, assieme alla madre del duca -, ha potuto ricevere uno per uno e «distanziati» i quattro figli e ha salutato per telefono i nipoti (non ancora vaccinati). Ma soprattutto si è congedato fra le sue cose dalla donna della quale per 73 anni è stato il marito e «la roccia»: Sua Maestà la Regina per tutti, Lillibet per lui. 

 

 

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