Sfida tra il poderoso caccia F-22 Raptor dei top gun Usa e il maestoso aliante sulle scogliere degli All Blacks - di Paolo Ricci Bitti

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di Paolo Ricci Bitti

L'alfa e l'omega del volo: sfida fra le 20 tonnellate del poderoso caccia F-22 Raptor, che sfreccia nel cielo terso della Virginia, e i 410 chilogrammi del Tg-15a, l'etoile degli alianti da gara che vola ancora più radente di Luna Rossa sulle onde della baia di Auckland, attuale teatro delle gesta di Luna Rossa nell'America's Cup - Prada Cup. Il jet è pilotato dal top gun americano Joshua “Cabo” Gunderson, maggiore e comandante del Demo Team dell'Usaf di base a Langley-Eustis appunto in Virginia; la libellula risponde elegante ai comandi del 27enne campione tedesco Stefan Langer che vola a vela da quando aveva 14 anni. No, il duello (dog fight) fra un pur agilissimo peso supermassimo e un peso piuma capace di sfruttare ogni brezza non avviene nel cielo, ma sul web dove “girano” in questi giorni due dei più spettacolari video mai girati dal decollo dei fratelli Wright nel 1903. Video che Mino Ippoliti ha montato in alternanza, perché davvero è difficile immaginare qualcosa di più stupefacente ed emozionante in fatto di aerei partendo da due velivoli così all'opposto l'uno dell'altro.

F-22 Raptor sfida aliante

La novità più impressionante del video sul mostruoso Lockheed Martin/Boeing F-22 Raptor sono le riprese in slow motion che rendono come mai avvenuto prima l'idea della potenza e della manovrabilità del caccia di quinta generazione in grado di assicurare la supremazia nei cieli all'aviazione americana. I russi, con i loro Mig-29, Mig-35 e Su-27 non sono d'accordo su questo primato, ma a ogni modo il Raptor fila invisibile ai radar a 2.419 kmh (due Mach, la velocità del suono) fino a 20mila metri di quota nonostante la stazza (a vuoto) di 20.000 chilogrammi. E anche negli Stati Uniti non mancano critiche sull'effettivo successo di questo aereo, con i top gun originali, quelli della Marina che difendono il veterano F18.

Demo team

Nel video del Demo Team, il maggiore “Cabo” Gunderson “tira nel collo” al suo caccia fino ai limiti strutturali della macchina, che in realtà sembrano quasi non esserci grazie ai due ipertrofici motori Pratt&Whitney e alla fisionomia “stealth” del velivolo capace di scagliarsi verso il Sole come un missile o di stallare inchiodandosi nel cielo per poi ripartire a tutta manetta rombando e fiammeggiando con i post-bruciatori: un po' rinoceronte, un po' ghepardo. Con il rallentare delle riprese frena anche il battito cardiaco di noi terrestri, fateci caso. Il Demo Team? Serve appunto a magnificare questo aereo che non è stato messo in vendita agli alleati proprio per non mandare in giro tecnologie così avanzate.

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In volo sulle scogliere

All'altro polo del volo ecco Stefan Langer con il Tg-15A, l'aliante maestoso come un albatro. Il video è estremamente entusiasmante, perché il pilota veleggia su uno scenario poco comune o quantomeno poco frequentato dai piloti nei contesti europei: non si va sopra le colline o sopra le montagne a caccia di “termiche”, le tiepide correnti ascensionali che permettono ai velivoli senza motore di “fare quota”, ma si punta a sfruttare le raffiche di vento che si impennano sbattendo sulle scogliere dell'oceano Pacifico. Sono quei dirupi a picco sulla Baia di Thames, poco più a sud di Auckland, ma sempre in vista del teatro della Coppa America – Prada Cup i cui sfidanti decollano grazie alle ali (foil-arm) applicate agli scafi.

Beh, Langer con il suo Schemp-Hirt-Duo-Discus-X (il lungo nome europeo del Tg-15A, costruito nella Repubblica Ceca) griffato Smeg fa molto meglio sfiorando le stesse onde con il suo aliante capace di incursioni a 263 kmh. Il club di volo a vela di Auckland è la base di partenza del pilota tedesco che si libra sibilando nel vento da un costone roccioso all'altro: in mezzo si abbassa sull'acqua o sulle spiagge fino a essere spruzzato dalla spuma delle onde. Ci vuole “manico” per “portare” l'aliante così in basso in quegli scenari dell'Isola della lunga nuvola bianca.

Ogni errore può essere fatale se ti trovi a pelo d'acqua: va calcolata con l'esperienza e con l'istinto la “riserva” di velocità del velivolo per poter passare da una scogliera all'altra dove trovare un nuovo “schiaffo” del vento per recuperare quota. E lo stessa folata che ti sostenta può diventare quella che ti abbatte contro gli scogli. Che spettacolo, che maestoso silenzio, sempre ala ad ala con i gabbiani che lì fanno davvero Jonathan Livingston e non i “tacchini” a caccia dei rifiuti della suburra romana. Langer è un illuminato del volo a vela e non si accontenta di primati internazionali, di record di durata in volo (che non comprendono mai quote basse e passaggi sul mare, ambiente non adatto a questi mezzi appena più pesanti dell'aria), di competizioni di regolarità.

Per dirne una, il giovane asso tedesco è stato il primo, e finora, l'unico, ad afferrare in volo un oggetto trainato da un aereo a motore: gesto tanto inutile quanto magistrale. Non disdegna, sia chiaro, il mondo dei volovelisti “normali”: lo si può ammirare mentre veleggia sopra Pavullo nel Frignano (Modena), ma poi non resiste e cerca panorami che mettano oltre i limiti delle difficoltà la sua maestrìa e il suo aliante come le scogliere del regno degli All Blacks del rugby.

Frecce Tricolori

Non vi è bastata, infine, questa doppia avventura nell'aria: ecco qui sotto la presentazione della formazione '20/'21 delle Frecce Tricolori perché mica si può parlare di fenomenali piloti e di fenomenali aerei senza ricordare anche la Pattuglia acrobatica nazionale (Pan) dell'Aeronautica militare italiana.