Franca Coin: «Il mio matrimonio è finito perché siamo deboli. La villa di Cortina? Venduta a Montezemolo»

Parla l'ex moglie del magnate dei grandi magazzini

Franca Coin: «Il mio matrimonio è finito perché siamo deboli». Ma l'ex moglie del magnate dei grandi magazzini porta ancora la fede
Franca Coin: «Il mio matrimonio è finito perché siamo deboli». Ma l'ex moglie del magnate dei grandi magazzini porta ancora la fede
Sabato 31 Dicembre 2022, 18:17 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 14:23
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Racconta il suo matrimonio, la sua vita, le peripezie immobiliari Franceschina Mancino che tutti conoscono come Franca Coin. La storica moglie del patron dei negozi Piergiorgio Coin in un'intervista al Corriere ha spiegato degli importanti passaggi del suo matrimonio, finito dopo 36 anni, nel 2019. «Del re dei grandi magazzini mi resta solo il cognome», questo il titolo che campeggia in testa alla lunga intervista. 

«Per vivere ho venduto a Luca Cordero di Montezemolo la villa di Cortina», ha detto a Stefano Lorenzetto. La vendita fece letteralmente infuriare Coin. «L’avevo trovata io ed era intestata a me. Avrei dovuto farlo molto tempo prima. Ci ho rimesso. L’ho considerata il mio Tfr dopo 40 anni di lavoro per Coin. Di che altro avrei dovuto vivere?», dice.

Franca Coin infatti ha lavorato per una vita nella comunicazione del celebre marchio di grandi magazzini.

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Nata a Trieste, ha vissuto anche in Libia dove trasferirono il padre. Un passaggio anche in Emilia, a metà tra Parma e l'Appenino ligure, a Fornovo Taro. Si è diplomata come ragioniera e 18 anni partì «per la Londra dei Beatles e di Mary Quant. Ma senza minigonna» perchè viveva dalle suore. La cultura ribelle però la raggiunge ugualmenyte e prima di lasciare la Gran Bretagna decide di raparsi a zero.

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La prima vera esperienza nel fashion è a Milano. Con il fratello trasforma la cucina in camera oscura e comincia l'avventura nel mondo della fotografia di moda. Conosce Coin nel 1983. «Ero lì a lanciare un progetto di moda per bambini legato a Snoopy. La licenziataria era Connie Boucher, una geniale fatina cui il fumettista Charles Schulz aveva affidato il merchandising della sua creatura. Mi mancava solo chi distribuisse i capi. Scelsi Coin. Piergiorgio venne a vedere la collezione e non acquistò niente. Dopo due mesi mi portò a vivere con sé a Venezia. “Ho comprato te”, scherzava. Però io non sono mai stata in vendita», ha raccontato. Quando si sono messi insieme Piergiorgio Coin era divorziato con due figli: «Li ho amati come fossero miei. Il matrimonio morale fu celebrato ad Anacapri dal proprietario del Palace hotel, un amico. Anni dopo lo regolarizzammo davanti a Paolo Pillitteri, sindaco di Milano. Una formalità», ha detto. 

«Il nostro matrimonio è finito perché siamo deboli, perché diamo retta agli adulatori, perché i collaboratori domestici amavano più me che mio marito», ha detto mostrando al giornalista del Corsera la fede nuziale che ancora porta al dito. 

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E adesso cosa fa Lady Coin? Ha ceduto la guida di The Venice international foundation restando presidente onoraria. È anche presidente di Friends of Venice Italy, che ha fondato 10 anni fa. Ora il pallino è il micromecenatismo: «Per restaurare le dorature nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale ho venduto 1.400 metri quadrati virtuali di soffitto. E sa chi ne ha comprati di più? I bambini di una scuola. Un euro a testa. Ora una porzione appartiene a loro».

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