Galeazzi e l'atto d'amore per la Lazio: lasciò la telecronaca degli Internazionali per lo scudetto del 2000

Il retroscena del racconto di quel 14 maggio che è passato alla storia

Galeazzi e quell'atto d'amore verso la sua Lazio
Galeazzi e quell'atto d'amore verso la sua Lazio
di Emiliano Bernardini
Venerdì 12 Novembre 2021, 14:33 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 05:47
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«Nel cielo brilla una stella in più» scrivono la Lazio e il presidente Claudio Lotito per rendere omaggio Giampiero Galeazzi morto oggi all'età di 75 anni. All'uomo, al giornalista ma soprattutto al tifoso laziale. Una fede incrollabile e nota a tutti. Mai sbandierata tanto che nessuno lo sospettava durante le sue telecronache. In particolare quando racconto lo scudetto della Roma del 1983. Fu proprio allora che decise di venire allo scoperto. Di dichiarare il suo amore per la Lazio

Galeazzi, le telecronache e il racconto senza barriere che ci ha portato al centro dello sport

Galeazzi e il tifo per la Lazio

Un amore viscerale, profondo che lo porto addirittura a sconvolgere i piani di una domenica di maggio. Quella del 14 maggio 2000. Grande conoscitore di sport era al centrale del tennis per seguire la finale degli internazionali tra Magnus Norman e Gustavo Kuerten. Mentre lo svedese dominava sulla terra rossa del centrale ce n'era un altro, Sven Goran Eriksson che stava facendo la storia con la Lazio

Ecco allora la follia fatta per amore ma anche il guizzo del grande inviato: lasciò tutti lì e con una troupe corse verso l'Olimpico facendo ascoltare con una radiolina appoggiata al microfono la voce di Riccardo Cucchi che dava la notizia: «La Lazio è campione d'Italia». 

 

«Fu molto emozionante lo Scudetto del 2000: abbandonai la telecronaca del tennis quando dovevo andare a fare le interviste. Non era previsto assolutamente nulla, tutto fu improvvisato: mi portai dietro la troupe del tennis, al Foro Italico, e la feci camminare verso di me con la radio all’orecchio in attesa delle ultime battute della partita Perugia-Juventus. A quel punto il servizio era già nato, facendo sentire che la Lazio stava per vincere lo Scudetto: camminando incontro un Frate, gli dissi, “c’è un Dio allora!” perché mi sembrava davvero il frutto del fato, e poi le cose andarono come sappiamo ed entrai all’interno dello stadio, in Curva Nord, per festeggiare. Questo è stato un momento importantissimo sia professionalmente sia come tifoso: non c’era nessuno della Rai, a parte chi doveva fare la sintesi della partita.

Erano tutti a Perugia, e io fui l’unico testimone tra i giornalisti di quel momento» raaccontò anni dopo lo stesso Galeazzi. 

Sui social tanti i ricordi dei tifosi della Lazio per Giampiero. Foto, sue parole a tinte biancocelesti, i filmati del suo racconto del 2000. Addio a un uomo di sport e laziale.

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