Gina Lollobrigida raggirata dal manager, all'asta i suoi tesori

Gina Lollobrigida raggirata dal manager, all'asta i suoi tesori
Gina Lollobrigida raggirata dal manager, all'asta i suoi tesori
Domenica 21 Febbraio 2021, 08:31 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 01:06
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Cimeli, mobili antichi, preziosi e opere d'arte. Andrea Piazzolla l'amico e factotum entrato nelle grazie di Gina Lollobrigida, avrebbe di nuovo raggirato la diva, per spolpare un'altra fetta del suo patrimonio. Già a processo per circonvenzione di incapace per aver dilapidato soldi e venduto case a piazza di Spagna di proprietà della Lollo, stavolta avrebbe messo all'asta parte del mobilio della residenza romana di via Appia antica, la villa regale nella quale Piazzolla vive con l'attrice e dalla quale, tempo fa, è stato sfrattato l'unico nipote della Lollo - figlio a sua volta dell'unico figlio della Bersagliera - che abitava nella dependance della tenuta insieme alla madre. Con manovre rassicuranti e ingannevoli, l'amico-manager Piazzolla, poco più che trentenne, avrebbe tentato di far sparire beni storici e oggetti d'arte la cui base d'asta partiva da 300mila euro, ma che avrebbero potuto fruttare fino a un milione.

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LA SCUSA
Ecco la scusa utilizzata, secondo i pm, per raggirare la donna: quadri, oggetti d'antiquariato e ricordi sarebbero stati spostati solo presso un'altra abitazione in vista di lavori di ristrutturazione della villa e, soprattutto, per evitare che venissero aggrediti «dall'autorità giudiziaria», si legge nel capo di imputazione. Invece, tutti gli oggetti - comprese 50 tele - sono finiti in una casa d'aste dove sono stati sequestrati lo scorso maggio, poco prima che venissero battuti. Il pm Laura Condemi ha appena chiuso l'indagine, atto che potrebbe precedere una richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe portare Piazzolla di nuovo sul banco degli imputati. Anche questa volta, l'accusa a suo carico è circonvenzione di incapace.

Contestazione mossa anche a un intermediario dell'affare, Antonio Salvi, e alla responsabile della casa d'aste, Raffaella Colasanti: avrebbero partecipato al raggiro.

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LA PERIZIA
Nell'estate 2017 una perizia effettuata da uno psichiatra forense ha stabilito che la Lollobrigida è raggirabile: «Pur senza sconfinare in una condizione di infermità mentale, presenta una personalità con caratteristiche disarmoniche in cui sono emersi tratti di tipo narcisistico, ossessivo, compulsivo, istrionico e paranoideo». Caratteristiche che avrebbero determinato «un indebolimento della corretta percezione della realtà e della capacità di rapportarsi a essa, tale da configurare una condizione di deficienza psichica». Piazzolla, così, si sarebbe fatto largo approfittando «della vulnerabilità e menomazione del potere di critica» dell'attrice, ormai novantatreenne.

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L'AMMINISTRATORE
A far ritenere che quella di Piazzolla fosse una scusa c'è una certezza: il patrimonio della Lollo era stato messo al sicuro da un pezzo. Nel procedimento civile (diverso da quello penale in corso contro Piazzolla) il giudice tutelare ha nominato un amministratore di sostegno per gestire i beni della diva, ritenuta «non in grado di provvedere al suo cospicuo patrimonio». A bloccare la vendita di mobili e preziosi, l'azione congiunta dell'amministratore di sostegno della donna e dell'avvocato Michele Gentiloni Silveri, che assiste il figlio e il nipote dell'attrice, allontanati negli anni mentre il collaboratore-factotum diveniva amministratore unico dell'immenso patrimonio. Sentita in Procura, l'attrice, seppure legata a Piazzolla, avrebbe esclamato al pm: «Io non voglio vendere niente».
«È veramente incredibile - ha commentato l'avvocato Gentiloni Silveri - che un imputato in un processo che si sta celebrando insista nel circonvenire la Lollobrigida facendole credere il falso». Andrea Piazzolla, maestro di savoir-faire, si mostra sereno. «Sarò ben lieto, qualora mi fosse permesso di avere un confronto con il pm, di chiarire la mia posizione - ha dichiarato - Chiederò al mio avvocato di presentare istanza, confido nel suo accoglimento».

 

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