Giovanni Latteri, un 27enne di Pianura (Napoli), è stato operato all'ospedale Carlo Besta di Milano per rimuovere un tumore al cervello, un glioblastoma con alto grado al quarto stadio. Alla madre Maria Suzzi - racconta "Il Mattino" - i medici del San Giovanni Bosco di Napoli avevano detto che per il ragazzo non c'erano possibilità di sopravvivenza. La donna non si è però data per sconfitta e, grazie a una raccolta fondi online, è riuscita a portare Giovanni a Milano dove è stato operato oggi, 20 maggio, con la tecnica Robot tumor.
L'innovativa operazione ha permesso di rimuovere la maggior parte della massa.
La raccolta fondi
Giovanni da ieri è ricoverato all'Ospedale Carlo Besta di Milano, dopo che all'Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli gli è stato diagnosticato un tumore «senza possibilità di sopravvivenza». «Grazie alla raccolta fondi di amici, parenti, addirittura persone che non conosco, ho ricevuto donazioni sulla mia Postepay», racconta la madre Maria Suzzi. E aggiunge: «Tutti hanno mandato a Milano e-mail di posta elettronica, la persona che più mi ha aiutata a diffondere è stata la mia compagna con la quale convivo da 10 anni. Devo ringraziare principalmente lei».
Il tumore al cervello
Ma come ha fatto Giovanni a scoprire di avere un tumore? «Tutto è cominciato quando 10 giorni fa aveva delle emicranie e non sentiva sensibilità nella mano destra. Pensavamo fosse un fatto nervoso ed è stato un po a casa. Da ieri invece non sente il braccio destro, la gamba sinistra, e la mano sinistra che ormai sono immobilizzati».
«Siamo andati all'Ospedale San Paolo, è stato 2-3 ore all'interno, mi sono preoccupata e mi hanno fatta entrare. Ho parlato con un dottore e gli ho detto che mio figlio è pulito, non beve. Il dottore si è preoccupato e gli ha fatto una tac dalla quale è risultato un tumore al cervello. In quel momento fortunatamente c'era il dottore Arpino dell'Ospedale San Giovanni Bosco e l'hanno ricoverato d'urgenza».
Maria ha poi parlato dell'operazione: «È un tipo di tumore silenzioso. L'intervento non è facile, può rischiare la vita. Tanto può andare bene, tanto no». Alla domanda sul perchè della raccolta fondi, Maria Suzzi ha risposto: «Io sono una semplice collaboratrice domestica con 3 figli maschi e una bambina. Anche il mio ex marito economicamente non sta bene. Mio figlio invece fa il barista».