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Greta Beccaglia, la giornalista molestata da un tifoso: «Gli insulti delle donne mi hanno fatto male. E dopo la denuncia molte porte si sono chiuse»

Fu palpeggiata da un tifoso durante una diretta Tv davanti allo stadio Castellani di Empoli, al termine di Empoli-Fiorentina. Ora, per l'uomo è arrivata la condanna a un anno e mezzo di carcere e al risarcimento

di Valeria Arnaldi
Articolo riservato agli abbonati
Mercoledì 21 Dicembre 2022, 08:58 - Ultimo agg. : 25 Febbraio, 12:10
3 Minuti di Lettura

È passato poco più di un anno da quando la giornalista sportiva Greta Beccaglia, 28 anni, fu palpeggiata da un tifoso durante una diretta Tv davanti allo stadio Castellani di Empoli, al termine di Empoli-Fiorentina. Ora, per l'uomo è arrivata la condanna a un anno e mezzo di carcere e al risarcimento.

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È soddisfatta?
«Sono felice di aver portato all'attenzione della magistratura un diritto violato. Non per me, ma per le donne, per mandare un segnale. Credo che la sentenza segni un passo avanti, si mette un punto a gesti che non sono normali. Il risarcimento di diecimila euro lo destinerò a una onlus per i diritti delle donne».


È stato difficile denunciare?
«Ho deciso subito di farlo. Dopo, ho ricevuto molti attacchi sui social, da uomini e donne. Sono arrivate anche minacce in redazione. È andata avanti così, con almeno uno o due messaggi ogni giorno. Poi, con la condanna è peggiorata ulteriormente: una vera pioggia di messaggi cattivi».


Cosa scrivono?
«Mi hanno scritto: Le persone schifose come te rovinano questo mondo. Mi dicono che ho denunciato per farmi pubblicità. Sono pieni di commenti maschilisti. Alcune donne mi hanno accusata di aver rovinato una famiglia e di non sapere cosa sia lo stupro».


Come si è sentita al momento della molestia?
«Umiliata. Lui si è sputato anche sulla mano prima di toccarmi. Il gesto poi è diventato virale. Il collegamento è durato circa tre minuti, non finiva più. Un po' tutti nel branco venivano e toccavano, ho denunciato pure un altro. Poi, gli insulti. È stato orribile. E nessuno faceva niente. Il cameraman ha provato, ma lui che poteva fare?»


Si aspettava l'odio sui social?
«No, mi ha fatto crescere tanto, ma mi ha fatto stare molto male leggere i commenti contro di me e la mia famiglia. E per cosa? Io non ho fatto nulla di male».


Come hanno attaccato la sua famiglia?
«Ho perso il babbo. Sui social ho una foto che mi ritrae mentre ballo con lui. Un ricordo bellissimo. Tra i commenti, hanno scritto: Ti fai toccare, vergogna. Assurdo e doloroso. Poi, altro. Oggi, quando leggo gli attacchi, rido, un anno fa piangevo. Non ho dormito per tre giorni. Spero che il mio gesto mandi un messaggio alle ragazze perché non si facciano ferire dai giudizi».


Come è stato tornare al lavoro dopo l'episodio?
«Di norma, sono più in studio, poco all'esterno. Ho fatto un collegamento da fuori tre giorni dopo. Non avevo paura, ma ero meno tranquilla. Poi, con la denuncia, ogni volta che uscivo, veniva qualcuno per attaccare o offendermi. Alcune, fortunatamente, anche per complimentarsi».


L'hanno accusata di cercare pubblicità: che ricadute ha avuto l'episodio sulla carriera?
«Molte porte si sono chiuse. Tanti ormai vedono solo la giornalista molestata, non quella preparata, che sa parlare di calcio».


Tornando indietro, denuncerebbe ancora?
«Sì. Per la carriera vorrei che tutto si dimenticasse presto, ma spero che il gesto rimanga come esempio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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