Ilaria Capua torna in Italia: «Il futuro della salute è l'analisi dei dati». Ecco perché la ricercatrice ha fatto pace con il Paese che sette anni fa la ha accusata

Sarà alla John Hopkins per occuparsi di "Salute globale"

Ilaria Capua torna in Italia: «Il futuro della salute è l'analisi dei dati». Ecco perché la ricercatrice ha fatto pace con il Paese che sette anni fa la ha accusata
Ilaria Capua torna in Italia: «Il futuro della salute è l'analisi dei dati». Ecco perché la ricercatrice ha fatto pace con il Paese che sette anni fa la ha accusata
Martedì 21 Febbraio 2023, 12:22 - Ultimo agg. 1 Marzo, 19:16
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Lo deve a sua figlia Mia, è lei che ha chiesto a Ilaria Capua di tornare a lavorare in Italia. Un progetto accarezzato da tempo che ora diventa concreto. La ricercatrice, 56 anni, originaria di Roma si era trasferita negli Stati Uniti nel 2016 dove ha diretto il centro di eccellenza One Health in Florida. Era andata in America dopo una cocente delusione in Italia: era stata indagata dalla procura di Roma con un'accusa pensantissima, quella di attentato alla salute del paese. Una vicenda molto dolorosa (quando ne scriveva su Instagram). 

Ilaria Capua, la vicenda giudiziaria

Cosa aveva fatto? Aveva reso pubblica la sequenza del virus dell'aviaria per metterla a disposizione di altri ricercatori e quindi per dare modo a tutti gli scienziati impegnati in quel settore della virologia di poter studiare.

Oggi tutti lo fanno con le varianti del coronavirus, all'epoca fu un gesto molto fuori dagli schemi, uno strappo. Una rivoluzione che ha accelerato la ricerca. Il New York Times scrisse che era un merito aver reso open access informazioni che erano per pochi. Per capire: senza questa decisione di Ilaria Capua non avremmo avuto le banche dati per progettare e sviluppare i vaccini in tempi record.  

Perché prese questa decisione controcorrente? Scrive Capua sul suo profilo Instagram: «Per capire meglio il progetto di Salute Circolare, possiamo dire che la prima scintilla, di quello che si pone alle sue basi, si è accesa nel 2006.​ È stato l'evento scientifico più importante che riguarda la mia carriera: il cambiamento di paradigma e di un sistema che erano obsoleti.  Prima del 2006, esisteva la possibilità di condividere le informazioni con la comunità scientifica, ma la prassi non era quella. Ognuno lavorava i suoi dati e sceglieva con chi condividerli.​ ​ C'era bisogno di qualcuno che rompesse quegli schemi che non avrebbero garantito la necessaria libertà di circolazione di dati che, invece, oggi abbiamo. Insomma, mi sono ribellata e mi sono rifiutata di condividere la prima sequenza virale del virus dell’Aviaria isolato in Africa in un database a cui avevano accesso solo 15 laboratori».

E continua: «Abbiamo deciso di depositarla in un database a cui avevano accesso tutti gli scienziati del mondo. ​ Quel giorno del 2006 sono arrivata io: la scintilla di qualcosa che doveva avvenire lo stesso, perché i tempi erano maturi. Mi sono trovata ad essere quella spinta di cui il sistema aveva bisogno. ​Tutto ciò è arrivato da un moto di consapevolezza: nella mia prospettiva, era ovvio che per andare avanti ed essere più pronti a rispondere alle esigenze sanitarie dovevamo condividere i dati e infatti, proprio questa mia scelta del 2006 si è rivelata essenziale per potenziare la ricerca e la preparazione in una fase pre-pandemica. ​ L'accesso alla conoscenza senza restrizioni è ora dato per scontato perché massimizza la scoperta di nuove armi per combattere la pandemia emergente. Con il coronavirus abbiamo capito tutti l'importanza di questo Open Access. Tutti».​

La professoressa Capua è stata prosciolta ma intanto la sua vita è completamente cambiata: era deputata a Montecitorio e si è dimessa, poi si è trasferita in Florida e in Italia l'abbiamo vista solo in videocollegamento quando durante la pandemia era interpellata molto spesso da media e istituti di ricerca per capire le evoluzioni del coronavirus che ha sconvolto il mondo. Ha condiviso ancora una volta la sua conoscenza. 

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La nuova sfida

In un'intervista al Corriere della Sera Capua annuncia che tornerà in Italia, all'Università John Hopkins Sais Europe University, sede europea della School of Advanced International Studies (Sais) di Washington, con campus nei tre continenti (Washington, Nanchino e Bologna). Si occuperà di "Salute globale". Questa collaborazione - informa una nota - rappresenta un primo passo verso la realizzazione della 'Sais Europe Vision 2030', ambizioso progetto strategico lanciato a dicembre 2022 grazie alla donazione dei filantropi James e Morag Anderson per espandere gli ambiti di ricerca e le collaborazioni internazionali. Parla infatti di "Salute circolare" e di un nuovo metodo che deve contraddistinguere i ricercatori. L'approccio, spiega al quotidiano di via Solferino, deve essere «inclusivo e contemporaneo alle sfide del 21° secolo». «Con la pandemia da Covid-19 si è purtroppo toccato con mano quanto la salute umana sia interconnessa ad altri sistemi del pianeta, alla salute animale e quella ambientale», spiega. E quindi quali sono le vie da percorrere? «Per contrastare la crisi climatica e garantire la sicurezza alimentare e tenere la salute al centro dobbiamo accelerare l'analisi dei dati, porre obiettivi lungimiranti, cercare le strade innovative», aggiunge. L'analisi dei dati, approfondisce Capua, è essenziale per affrontare il futuro: «Usare queste informazioni generate a livello di individuo, comunità o Paese per rendere un po' più prevedibili la salute e la malattia guardando l'insieme, così anticipando le dinamiche negative».

Ilaria Capua fa pace con l'Italia, domanda l'intervistatrice Paola Pica. Ma come e perché scoppiò la guerra? La vicenda di Ilaria Capua ispirò persino un documentario, "Trafficante di virus", che racconta l'errore giudiziario che ha travolto la scienziata e che oggi a sette anni di distanza lei definisce una sfida, della vita, quando ti trovi a «trasformare gli eventi peggiori in opportunità». 

Ilaria Capua subì una vera gogna, mediatica e politica. Quando si seppe che era indagata diversi colleghi parlamentari (soprattutto del Movimento 5 stelle) la accusarono di essere un mostro che speculava sui virus e la salute delle persone. Ne chiesero immediatamente le dimissioni  e inscenarono una campagna politica feroce. Corruzione, associazione a delinquere e diffusione di epidemia. Queste le accuse pesantissime mosse alla scienziata che alla fine è stata prosciolta. E ora, tornerà a lavorare in Italia. 

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