Turismo spaziale, Inspiration4 diretta: nella notte rientrati i primi 4 privati in orbita Guarda lo splashdown

Turismo spaziale, Inspiration4 diretta: nella notte rientrati i primi 4 privati in orbita Guarda lo splashdown
di Paolo Ricci Bitti
Mercoledì 15 Settembre 2021, 21:47 - Ultimo agg. 20 Settembre, 20:21
16 Minuti di Lettura

Inspiration4 è la missione record che ha cambiato la Storia delle esplorazioni spaziali e del turismo spaziale: quattro persone come tutte noi, gli americani Jared IsaacmanHawley ArceneauxSian Proctor e  Chris Sembroski, sono state in orbita fino a dove si erano spinti sinora solo 31 uomini e una donna dall'inizio della corsa allo spazio. Tutti astronauti professionisti, tutti protagonisti di pagine di epopea che da oggi in poi accoglieranno anche la novità di questi quattro privati, civili che si sono addestrati solo per cinque mesi, nulla rispetto a quello che hanno affrontato i 587 uomini e donne (solo 65) che li hanno preceduti a partire da Gagarin nel 1961. Numero che comprende anche i primi 7 turisti spaziali che fra il 2001 e il 2009 raggiunsero la stazione spaziale internazionale accompagnati dalle agenzie governative Nasa e Roscosmos, adesso alla finestra. E i magnifici e normali 4 di Inspiration4 sono andati molto più lontano di quei primi 7 turisti cosmici e di quasi tutti gli altri astronauti "brevettati".

Qui la diretta del rientro con l'ammaraggio (splashdown) al largo della Florida (ora italiana 1.06 del 19 settembre)

I complimenti del rivale Jeff Bezos di Blue Origin

Nel menu degli astronauti anche la pizza e la terribile "Pasta bolognese"

Il costo del biglietti

In mezzo a tutta questa normalità va pure detto che la missione è stata pagata (ufficiosamente) 200 milioni di dollari, tutti sborsati a SpaceX da Isaacman, che ha anche già donato 100 milioni all'ospedale St.Jude di Memphis e che ha lanciato una sottoscrizione per lo stesso ospedale che ha già raccolto altri 15 milioni con l'obbiettivo di arrivare a 200. Se però si ripercorre, magari su Netflix con la serie Countdown, la storia di questo miliardario 38enne che si è fatto da sé, diventa credibile, non ipocrita, lo scopo filantropico e "ispirazionale" di questo imprenditore e della sua missione battezzata appunto Inspiration4.     

Il decollo

Decollo perfetto della prima missione totalmente privata alle 2.02 del 16 settembre dalla rampa 39A del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, la stessa delle missioni Apollo. Elon Musk e la sua SpaceX prendono la testa anche del nuovo turismo spaziale che in luglio era ripartito con la Virgin Galactic di Richard Branson e la Blue Origin di Jeff Bezos, capaci di raggiungere però solo la soglia dello spazio, dagli 80 ai 100 chilometri di quota secondo le convenzioni, con uno spazioplano o un razzo che hanno volato fino a  poco più di 4mila chilometri orari.

Svolazzi suborbitali rispetto a quello del razzo Falcon 9 che ha sprintato nel buio della sera per 5 minuti fino a raggiungere la velocità di fuga dall'attrazione terrestre, 28.800 chilometri orari, sorpassando a destra e a sinistra, sopra e sotto, i rivali. Poi il primo stadio si è spento ed è docilmente riatterrato, pronto per essere usato un'altra volta, la specialità di SpaceX. E lo stesso ha fatto sette minuti dopo il secondo stadio (che non viene però recuperato) quando la navicella CrewDragon modificata si trovava già oltre 200 chilometri di quota. Un pupazzetto di plastica ha cominciato nel frattempo a fluttuare nell'abitacolo dove i quattro passeggeri non devono e non dovranno muovere un dito per i prossimi tre giorni per pilotare la piccola astronave lunga 9 metri e larga 4 che si piazzerà in orbita a 590 chilometri di quota, 200 in più della stazione spaziale internazionale e della stazione spaziale cinese che attualmente ospitano 10 fra astronauti, cosmonauti e taikonauti.

Ogni manovra della navicella “Resilience”, compresa la finale manovra di ammaraggio stile Apollo, viene comandata dalla sala di controllo. Un automatismo che è un altro atout degli ingegneri di Elon Musk, emozionato mentre seguiva il lancio messo in onda anche - altra prima volta - da Netflix che sulla missione Inspiration4 ha realizzato una docuserie già visibile. 

Il kit anti-follia

A bordo anche il kit (nastro adesivo, sedativi e una sorta di camicia di forza) da usare nel caso un viaggiatore perda la testa e diventi pericoloso per sé o per gli altri compagni di missione: nessuno stupore, il kit ce l'hanno anche gli astronuati "pro" dell'Iss perché chissà che cosa può capitare nella testa di chi si trova lassù. Non è mai stato usato, tuttavia. I quattro viaggiatori di Inspiration4, anche nelle ultime immagini prima del decollo, sono sempre apparsi molto allegri e uniti, eccitati per l'avventura ma mai sopra le righe, mai agitati come potrebbe essere chi si sta per mettere a sedere sopra "quella mezza bomba atomica che è il razzo che ti porta in orbita", definizione dell'astronauta Paolo Nespoli. Una volta in orbita i 4 turisti neoastronauti hanno saluto con calamitoso entusiasmo i parenti, proprio come avviene dopo ogni lancio di "professionisti" diretti all'Iss. Felicità e stupore di chi non avrebbe mai immaginato di trovarsi un giorno a vivere il proprio sogno più grande. 

La toilette sottosopra

Per la prima volta sarà usata intensivamente, più dagli uomini che dalle donne, la toilette della CrewDragon, indicata nella cabina con un minuscolo e  classico loghetto uomo/donna (vedi foto sotto). Una scomodità terribile, con poderose ventose applicate dove e quanto serve. Per di più la mini "ritirata" della CrewDragon, nata per fare il taxi in poche ore dalla Terra all'Iss e che offre ai viaggiatori un abitabilità da camper, è stata installata sul soffitto della navicella, per quanto il senso di alto e basso possa essere risultare improprio per gli astronauti dilettanti che fluttueranno in situazione di microgravità. Per non dire della privacy e di altre terrene questioni quali odori e rumori, perché chi usa quella toilette è diviso dalla cabina e dai compagni di viaggio solo da una tendina volante. Epperò che vista: mentre il sistema di aspirazione fa il suo dovere, chi è "chiuso" nel bagno può affacciarsi verso la Terra e verso le stelle che bucano il nero assoluto dello spazio nella meravigliosa cupola che è stata installata sul muso della CrewDragon al posto del congegno di attracco-aggancio alla stazione spaziale. Si potrà ammirare trequarti del Pianeta mentre la navicella sfreccia 28.800 chilometri orari compiendo 15 volte nelle 24 ore l'orbita completa della Terra. Roba da tenere parecchio occupata quella toilette sottosopra. Nel campo delle finestre spaziali resta tuttavia più affascinante la cupola dell'Iss, il bovindo progettato e costruito in Italia.

Chi c'è a bordo

Il personaggio chiave è proprio Jared Isaacman, 38 anni, un tipo che ricorda il talento precoce di Musk perché ha fatto i soldi ideando il metodo di pagamento elettronico Shift4 Payment. Poi però ha un carattere assai più pacato, sposato una volta sola, due figlie. Grazie al suo patrimonio di 2 miliardi di dollari si è tolto lo sfizio di diventare un pilota di caccia a livello di top gun e con grandi doti di pilotaggio acrobatico. Suoi anche due record mondiali di circumnavigazione aereo del pianeta in poco più di 80 ore. E ha pure allestito una pattuglia acrobatica, giocattolo invero costosissimo: il Black Diamond Jet Team. Un vero asso, in altre parole, ottimo eloquio, affascinante, riesce a dire anche "Potremmo morire tutti in questa missione" senza farti rabbrividire. Magari allora definirlo "civile" normale come tutti noi, è un po' esagerato, ma comunque se si fa la media con la storia degli altri tre passeggeri la definizione ci può stare. Ed è credibile quando spiega il fine "ispirazionale" della missione annullando ogni retorica. 

«Un paio d'anni fa stavo parlando con qualcuno di SpaceX – racconta nella docuserie – quando ho chiesto, per mera curiosità, quanto tempo sarebbe servito per portare in orbita i civili e loro mi hanno risposto: “molto prima del previsto. Vuoi essere il primo?”». E lui ha voluto.

Lui e Musk, patron anche di Tesla, si sono subito presi per il verso giusto tanto è vero che proprio Isaacman ha proposto di spingere la CrewDragon ben oltre la quota della stazione spaziale. E figuriamoci se non è stata musica per le orecchie di Musk mai restìo a stupire prima di tutto se stesso e poi il suo pubblico, i suoi clienti.

Il costo dei biglietti

Con Isaacman il fondatore di SpaceX ha poi pianificato come scegliere i compagni di viaggio scartando subito gli amici (“sarebbe stato troppo facile e banale e giustamente criticabile”).

Ah, intanto aveva già versato alla compagnia di Musk più o meno 200 milioni di dollari per sé e per i tre passeggeri per quei quattro giorni/tre notti in orbita, vitto e alloggio, compresa la vista panoramicissima nella nuova e strabiliante cupola applicata al muso della CrewDragon al posto del congegno di aggancio-attracco con l'Iss. Sarà possibile vedere trequarti della Terra. E sarà tutto, almeno nelle previsioni, in automatico, per quanto ad Isaacman sia stato istruito sulle manovre effettuabili da bordo.

Anche il criterio di scelta degli altri tre passeggeri doveva essere immaginifico e catalizzatore di attenzione.

Ispirare, in altre parole pure i tanti sponsor che si sono aggiunti via via alla missione, dagli orologi di lusso, ai produttori di birra, ai sostenitori della musica veicolata con il sistema NFT (ovvero “non fungible token”) che fa parte del mondo della cripovalute e delle blockchain caro a Musk. La canzone prescelta è Time in Disguise dei Kings of Leon. Nei tre giorni di orbita a 28.800 kmh, con un sorvolo completo della Terra ogni 91 minuti, sono previsti anche numerosi esperimenti scientifici.

Immaginate allora di essere uno degli altri tre passeggeri chiamati qualche nese fa da SpaceX: “Ciao, ti va di fare un giro nello spazio? Costa 50 milioni di dollari, ma è già tutto pagato”.

La docuserie  Countdown andrebbe guardata già solo per vedere le facce dei tre fortunelli alla notizia alla call su Zoom. Sono indicati dai termini Speranza, Generosità e Prosperità mentre Isaacson si è giustamente assegnato quello di Leadership.

Ecco allora “Speranza” Hawley Arceneaux, 28 anni, che diventerà l'americana più giovane (maschi compresi) ad andare nello spazio. E lei è anche molto altro.

E poi “Prosperità” Sian Proctor, geologa, 50 anni, che nel 1990 aveva partecipato a una selezione Nasa, particolarmente convincente nell'illustrare in un video di due minuti il suo sogno di diventare astronauta. Personalità trascinante, conserva il biglietto che le scrisse Neil Armstrong durante un incontro del primo uomo sulla Luna con il padre che nell'isola di Guam tracciava via radio le missioni Apollo. Lei e Hawley saranno le donne che si saranno spinte più lontane dalla Terra insieme all'americana Kathryn Dwyer Sullivan con lo Shuttle nel 1990 per la missione Hubble: una manciata di chilometri in più per la professionista della Nasa che arrivo a quota 610.

E infine “Generosità” Chris Sembroski, 42 anni, sposato, due figlie, veramente il più normale di tutti e 4 i viaggiatori, che è stato cosmicamente fortunato. Ingegnere elettronico già dell'Aeronautica militare americana, aveva fatto una donazione al St.Jude ma non era stato sorteggiato. Beh, è stato pescato un suo carissimo amico che ha poi rinunciato cedendogli il biglietto dorato della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka Musk. Prima di accettare ha comunque chiesto il permesso alla moglie. Accordato.

Il personaggio che ha più bucato gli schermi (copertina di Time compresa) è tuttavia la giovane e bionda Hawley che è paramedico proprio al St.Jude dove ha scelto espressamente di lavorare. Il motivo è semplice: lei stessa, da bambina, è stata lì ricoverata che un tumore alle ossa superato con una protesi al titanio nella gamba sisnistra. E nessuno è mai andato nello spazio con una gamba così martoriata dalle cicatrici ma comunque recuperata all'uso, tanto che la giovane americana ha scalato senza problemi una montagna innevata durante l'addestramento. Per non dire di come ha superato i durissimi 8G (positivi, ovvero 8 volte il peso del suo corpo che la schiacciava sul suggiolino) incassati in una sola virata con un jet sempre durante le fasi di preparazione: lo stesso asso Isaacman è restato strabiliato. Ed è stato il St.Jude a proporla ad Isaacman quale esempio di persona che lotta per superare i limiti che la vita le ha imposto. Già quando era in cura la ragazzina di 12 anni faceva la volontaria al St.Jude: era "addetta ai sorrisi" che non le mancavano mai. Andava di persona, nonostante l'affaticamento causato dalle terapie, a ringraziare i donatori di sangue e plasma che permettevano a lei e agli altri piccoli ricoverati di guarire.

Stringe il cuore vedere, nella docuserie Netflix, le sue foto senza capelli, falciati dalla chemio, a 11 anni, stesa nel letto d'ospedale circondato da mille flebo. E sempre sorridente, però. Poi il cuore si allarga quando la si vede adesso al settimo cielo e oltre con la tuta da astronauta prontissima al decollo dopo avere sconfitto il cancro ed essersi messa al servizio di chi sta soffrendo come ha sofferto lei.  Di ispirazione lei ne dà davvero tanta.

L'attesa

L'appuntamento era per le 2 di oggi 16 settembre in Italia, ovvero le 20 del giorno prima in Florida da dove è decollata la prima missione orbitale completamente privata con la SpaceX che porterà quattro "non” astronauti a quota 590 chilometri, là dove si sono spinti finora solo 31 uomini e una donna, tutti astronauti della Nasa. Sulla navicella CrewDragon Resilience della compagnia di Elon Musk si stringeranno il comandante Jared Isaacman, Hawley Arceneaux, Sian Proctor e  Chris Sembroski che per tre giorni mangeranno in testa anche ai 7 fra astronauti e cosmonauti della stazione spaziale internazionale e ai 3 taikonauti (rientrati ieri) della stazione cinese, 200 chilometri più in basso. Per due giorni sono stati così 14 gli umani nello spazio, che non è un record assoluto, mentre lo è quasi tutto il resto della missione. In luglio si arrivò a 16 viaggiatori contemporaneamente dello spazio, ma i 4 turisti di Virgin Galactic prima e i 4 di Blue Origin dopo si limitarono a un voletto suborbitale di pochi minuti a cavallo della linea di Karman che per convenzione fissa all'altezza di 100 chilometri l'inizio dello spazio.

.  

«Non riesco a esprimere quanto siamo grati per questa incredibile opportunità», ha detto Isaacman durante l'ultima conferenza stampa prima del lancio. «Sappiamo che noi quattro avremo la possibilità di vivere un'esperienza che solamente 600 persone circa hanno fatto prima di noi. E siamo determinati a restituire ogni istante che passeremo in orbita per le persone e le cause che ci stanno più a cuore». Fin dall'inizio l'obiettivo di Isaacman è stato quello di ispirare le persone, «mostrando quello che si può fare nello spazio ma anche quello che possiamo ottenere qui sulla Terra». 

TUTTO SULLA MISSIONE RECORD

Inspiration4, eccola là la nuova zampata spaziale e filantropica di Elon Musk di SpaceX che nella notte con un record ha rimesso in riga l'amico Richard Branson di Virgin Galactic e il rivale Jeff Bezos di Blue Origin. Sorpassando anche una bella fetta della Storia della Nasa e di Roscosmos. Il tycoon di Tesla manderà per tre giorni 4 normalissimi privati, civili, normali cittadini come tutti noi, sulla sua navicella CrewDragon a mangiare in testa a 555 astronauti che da Gagarin in poi nel 1961 hanno staccato l'ombra dalla Terra fino ad arrivare nello spazio. Compresi, in quel numero, i 7 pionieri del turismo spaziale che dal 2001 al 2009 trascorsero qualche giorno in orbita sulla Stazione spaziale internazionale spendendo una ventina di milioni di dollari a testa.

Inspiration4, la prima missione di civili nello spazio

Il decollo della missione Inspiration4, prima missione orbitale totalmente privata di sempre, è avvenuto  dalla rampa 39A del Kennedy Space Center in Florida, sì, quello da cui partirono le missioni Apollo fino al 1972. Ora, i quattro superturisti spaziali di questa missione non arriveranno dalle parti della Luna, distante dalla Terra in media 385mila chilometri, ma si isseranno con la magnifica CrewDragon fino a quota 590 chilometri, 200 in più di quella stazione spaziale internazionale che ultimamente ha accolto Luca Parmitano e che nel prossimo marzo riceverà Samantha Cristoforetti.

Assai pochi gli uomini che finora si sono spinti più lontani dal nostro pianeta, e tutti professionisti dello spazio, 31 uomini e una donna: i 24 appunto delle missioni lunari Apollo, i 4 astronauti delle missioni Gemini 10 e Gemini 11, che raggiunsero a metà degli anni Sessanta i 756 e 1.368 chilometri di quota e, infine, i 5 astronauti dello Space Shuttle Discovery che durante la missione e nel 1990 portarono in orbita il telescopio Hubble a quota 610 chilometri. L'Hubble venne poi aggiornato e riparato con 5 successive missioni fino al 2009, quando orbitava però a una quota fra i 560 e i 580 chilometri. 

Insomma, dei 587 (65 donne comprese) astronauti, cosmonauti (russi) e taikonauti (cinesi) che si contano fino ad oggi, solo 32 (tutti americani della governativa Nasa) hanno volato più in alto dei quattro privati della missione ugualmente privata Inspiration4: diventano così ben pallidi i voletti suborbitali della Virgin Galactic e della Blue Origin che dall'11 luglio hanno riaperto l'era del turismo spaziale portando finora 8 persone (compresi gli stessi miliardari Branson e Bezos) per pochi minuti a cavallo della linea di Karman che per convenzione fissa a 100 chilometri di quota l'inizio dello spazio, con tutte le questioni legate alla definizione di “astronauta” che con Inspiration4 proprio non si porranno.

Come al solito Elon Musk guarda di nuovo tutti dall'alto mentre racconta di nuovo, nel bel documentario Netflix appena varato su Inspiration4, della sua missione di trasformare il genere umano in una razza multiplaneteria riportandolo prima sulla Luna e quindi su Marte persino per colonizzarlo. Netflix per la prima volta offrirà anche la diretta live del lancio e inoltre ha inserito nella docuserie numerosi interventi di un ispiratissimo Musk che del resto aveva già partecipato alla serie Mars e che vanta un cameo nel film Ironman 2 che potrebbe anche avere ispirato. 

Il patron di SpaceX non ha mai parlato con troppo entusiasmo del turismo spaziale anche se ha tutti mezzi per offrire molto di più della concorrenza, ma questa volta affiancherà il servizio navetta con l'Iss, che gli ha già permesso di portare 8 astronauti professionisti sulla Stazione, con una missione senza precedenti che permetterà inoltre di accumulare una montagna di milioni di dollari da destinare in beneficenza. 

Milioni di dollari? Sì, perché si sa che la caratteristica di questa nuova e privata corsa allo spazio è la partecipazione dei primi due uomini più ricchi del mondo, Bezos e Musk, e di altri stramiliardari come Branson e inoltre ogni missione turistica della nuova era ha avuto finora qualche aspetto filantropico, ma questa volta il contante è già arrivato nelle casse del St.Jude Children Raserch Hospital di Memphis, specializzato nel curare i tumori nei bambini.

Paolo Ricci Bitti

Video

Foto da Forumastronuatico.it via attivissimo.blogspot.com/Disinformatico.it e Twitter

© RIPRODUZIONE RISERVATA