Tracollo dell'Italia contro la Francia dei debuttanti: a Parigi finisce 36-5 L'omaggio a Dominici

Italia rugby oggi diretta: a Parigi sfida alla Francia che gioca con Dominici nel cuore
Italia rugby oggi diretta: a Parigi sfida alla Francia che gioca con Dominici nel cuore
di Paolo Ricci Bitti
Sabato 28 Novembre 2020, 01:00 - Ultimo agg. 29 Novembre, 08:08
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Con quella diabolica capacità di far avverare gli scenari peggiori, l'Italia del rugby riesce ad arretrare ancora: in febbraio, contro la Francia vera, aveva perso 35-22 segnando 3 mete, dieci mesi dopo tracolla nello stesso stadio 36-5 marcando solo una volta contro una formazione di debuttanti che ci ha pure irriso lasciandoci a becco asciutto per 55 minuti, dal 25' del primo tempo alla fine. Poteva andare peggio? No, non poteva. Per gli allibratori dovevamo perdere, ma di 3 punti non di 31. 

Allora Italia contro i bleus allo Stade de France a Parigi per il terzo turno dell'Autumn Nations Cap, il torneo di rugby senza tifosi che ha sostituito i tour autunnali per colpa della pandemìa da Covid. Tra l'ambiente e i risultati degli azzurri  viene da rabbrividire.

Non basta infatti l'Italia migliore contro le seconde scelte della Francia per dettare legge nel primo tempo in un match congelato allo Stade de France deserto in cui l'unica fiamma che scalda il cuore è il ricordo dedicato a Christophe Dominici che a 48 anni ha deciso martedì di dire addio alla vita di campione. Sulle tribune grandi manifesti lo ricordano come poi faranno, a suon di mete, i suoi giovani e giovanissimi eredi.

La Francia assemblata dal ct Galthie, sotto scacco con i club del Top 14 che hanno concesso i migliori solo per tre turni, fa poche cose ma le fa bene nonostante l'evidente mancanza di confidenza. Gli azzurri invece si dimostrano effettivamente un gruppo consolidato, ma poi sbagliano fondamentali come il gioco al piede o come il possesso del pallone quando si arriva a un soffio della meta francese. I bleus vanno subito avanti al 2' con un penalty di Jalibert e poi comincia davvero la battaglia fra due scuole di pensiero in cui la somma dei talenti e dell'esperienza dovrebbe pendere a favore degli azzurri che infatti costruiscono, disfano e costruiscono ancora grazie anche a una prima linea Fischetti, Bigi, Zilocchi che piega quella rivale come sottolinea a colpi di fischietto il gallese Owens, primo arbitro a dirigere 100 test match. Bene la mischia chiusa, bene la touche ma servono 23 minuti per il sorpasso che è davvero entusiasmante: due cariche di Zanon che buca, una finta sopraffina di Garbisi e la volata di Canna. Ci fossero i fedeli allo stadio si alzerebbero in piedi ad applaudire. Sì, questo match sembra alla portata dell'Italia anche se il pronostico indica i Galli, sia pure di poco. Garbisi cicca la trasformazione, ma l'Italia continua a darci dentro portandosi per due volte a ridosso della marcatura. Macché: frenesia e dettagli che non collimano così che al 35' arriva il controsorpasso con una meta di Danty concessa troppo facilmente dopo la carica da mischia ai 5 metri.

Al 40', sul 10-5, ci sono 3 punti facili e preziosi da cogliere al piede, ma il capitano di Bigi ci crede e ordina ai suoi di giocare per la meta. Se ci riesci sei un drago, se fallisci un illuso. Al the si va sul 10-5.

Della ripresa è presto detto: zero carbonella. Non è che gli azzurri non si dannino, perché Steyn, Cannone, Fischetti, Meyer, Lazzaroni placcano come fabbri, ma non c'è un'idea, non c'è un piano di gioco che non sia calciare il pallone come non potrebbero chiedere di meglio i francesi oppure tentare rare aperture sui trequarti schierati però ad almeno 20 metri rispetto alla linea del vantaggio che diventa così lontanissima. Nel rugby il ct sta in tribuna e affida pochi messaggi via radio al fisioterapista o ai portatori d'acqua dello staff, mentre in campo la responsabilità di gestire il gioco spetta al capitano, Bigi, e ai mediani, Violi e Garbisi. Che la strategia azzurra fosse balzana e inutile, anzi dannosa perché così si limitavano i pregi, che pure ci sono, dei nostri trequarti, è stato chiaro già prima dell'intervallo, ma graniticamente si è continuato a sbagliare consentendo ai francesi di segnare quattro mete senza alcuna risposta azzurra. Un disastro. Pensate alla felicità del ct francese che con 11 esordienti su 23 giocatori a foglio partita (in gran parte costretto ma anche un po' per quell'azzardo che solletica ogni allenatore) vince a mani basse contro una squadra del Sei Nazioni. E pensate ai pensieri del ct italiano (7 ko come da pronostico su 7 match) che si ritrova con pugno di mosche, messo al tappeto da una Francia così inesperta.

Nel disperato tentativo di salvare qualcosa possiamo citare la continuità di Zanon e la tenuta di Lazzaroni, poi da segnalare i due debuttanti azzurri che riportano a Roma: la terza linea  Michele Lamaro, 22 anni, romano ex Lazio, poi al Petrarca Padova e ora al Benetton, ex capitano dell'under 20 ottava al mondo, gran placcatore e doti di leader, conoscenza del gioco e ottimo eloquio, e di Cristian Stoian, moldavo di nascita ma cresciuto ad Anzio, poi alle Fiamme Oro e quindi alle Zebre.

Due giovani cesellati dall'accademia federale. Due. Per dire anche che la Francia, con la quest'ultima e lauta infornata di esordienti, conta nella nazionale maggiore ben nove degli under 20 che due anni fa vinsero la Coppa del Mondo. Nove. Non consola per nulla, ma forse il difficilmente colmabile gap tra Italia e Francia messo ancora una volta a nudo si alimenta anche da questa assai differente potenza di fuoco.  

Sabato prossimo questo torneo plumbeo termina, per l'Italia, a Llanelli (pronuncia Klanekli) contro il Galles che non è molto in forma ma pur sempre di un'altra galassia per gli azzurri visti a Parigi.

Parigi, Stade de France - sabato 28 novembre
Autumn Nations Cup, III giornata
Francia v Italia 36-5 (5-10)

Marcatori: p.t. 3’ cp. Jalibert (3-0); 26’ m. Canna (3-5); 36’ m. Danty tr. Jalibert (10-5); s.t. 14’ m. VIlliere tr. Jalibert (17-5); 20’ m. Serin tr. Jalibert (24-5); 22’ m. Thomas (29-5); 41’ m. Macalou tr. Carbonel (36-5)
Francia: Dulin; Thomas, Barraque (29’ st. Moefana), Danty, Villiere; Jalibert (30’ st. Carbonel), Serin (cap, 30’ st. Coullioud); Jelonch, Macalou, Woki; Pesenti (34’ st. Rebbadj), Geraci (19’ st. Cazeaux); Aldegheri (12’ st. Atonio), Mauvaka (12’ st. Baubigny), Neti (12’ st. Kolingar)
all. Galthiè 
Italia: Minozzi; Trulla, Zanon (12’ st. Allan), Canna (2’ st. Mori), Sperandio; Garbisi, Violi (27’ st. Varney); Steyn, Meyer, Mbandà (21’ st. Lamaro); Cannone, Lazzaroni (35’ st. Stoian); Zilocchi (21’ st. Ceccarelli), Bigi (c, 12’ st. Ghiraldini), Fischetti (21’ st. Ferrari)
all. Smith
arbitro Owens
Cartellini: 12’ st. giallo Trulla
Calciatori: Jalibert (Francia) 4/5; Garbisi (Italia) 0/1
Note: esordio in Nazionale per Michele Lamaro (Azzurro 696) e Cristian Stoian (697). 
Player of the match: Dulin (Francia)I marcatori

LA VIGILIA

C'è l'Italia del rugby in diretta tv in prima serata, ma non è il Torneo delle Sei nazioni e non è nemmeno - a dirla tutta - la Francia titolare: 11 debuttanti sui 23 del foglio partita. È incorniciato così il match di questa sera, Stade de France di Parigi alle 21.10 (Canale 20 Mediaset), che è toccato in sorte all’Italia in questa pallida e deserta Autumn Nations Cup che si avvia all’epilogo ma non, si spera, al bis, ché significherebbe che un altro autunno del nostro scontento funestato dai lockdown, dalle zone rosse, dalla pandemia da Covid che tiene vuoti gli stadi e toglie i sapori più buoni a questo mondo ovale che nella capitale francese deve anche fare i conti con i pesanti disordini scoppiati in centro per contestare la legge sulla sicurezza.

Italia, la grande occasione

Sulla carta, allora, pare una magnifica occasione per gli azzurri di Smith, orbati “solo” di Polledri e Negri, di tornare a battere una squadra di prima fascia come non avviene dal 2015 (e, con la Francia stessa, dal 2013). Sì, ma poi vai vedere gli allibratori che, al solito, ci danno ko sia pure di poco (3 punti), e, soprattutto, vai a vedere che cosa hanno allestito per onorare questa sera nello stadione la memoria di Christophe Dominici, l’ala tascabile che si mise in tasca il gigante Lomu e che ha fatto delirare non solo i Galli per il suo gioco fatto di sprint, di finte e di cambi di passo. Il “rugby alla francese” era insomma la cifra di quel metro e 58 di sfrontata allegria. Invece a 48 anni, preda di una vita che non è più stata sfavillante come in campo, come i 5 scudetti con lo Stade Francais, come i tre tornei del Sei nazioni, si è buttato martedì da un palazzo parigino.

L’Equipe gli ha dedicato tutta la prima pagina come ha fatto, il giorno dopo, con Maradona. Di più: l’Assemblea Nazionale, alla notizia della morte del folletto corso-sardo, ha fermato i lavori e tutti i deputati si sono alzati in piedi per applaudire il campione ricordato dal ministro della Pubblica istruzione, dello Sport e dei Giovani,  Jean-Michel Blanquer, che l'ha definito "Leggenda del XV di Francia". Ve la immaginate, in Italia, la Camera dei deputati che si ferma per rendere omaggio a un campione dello sport? No, non ce la immaginiamo.

"Christophe Dominici" sarà ricamato questa sera sulle maglie dei bleus e le tribune verranno tappezzate di manifesti inversamente proporzionali alla sua altezza. E sui tabelloni luminosi scorreranno i messaggi che i fedeli gli hanno dedicato in questi giorni grigi. Ecco, è certo una nazionale di seconda scelta quella che il ct Galthie ha potuto/voluto schierare per un accordo con i potenti club del Top 14, ma tutta la Francia e la passione ultrasecolare per “le rugby” saranno nel cuore dei giovani giocatori che attendono gli azzurri. Debuttanti già veterani nell’anima

L'Italia

Anche Franco Smith si è voluto regalare due esordienti in panchina, Cristian Stoian, 21 anni tra un mese, seconda linea nato in Moldavia e cresciuto ad Anzio e poi alle Fiamme Oro, e Michele Lamaro, 22 anni, terza linea, romano del Petrarca Padova e ora al Benetton, entrambi cesellati nell'Accademia federale. In regia ancora Garbisi e Violi con Allan e Varney pronti a subentrare.

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L'arbitro

Stasera arbitra Nigel Owens che raggiunge così a 49 anni i 100 test match, traguardo record per un arbitro internazionale. In dono il primo arbitro "centurione" ha ricevuto un fischietto dell'Acme placcato in oro con incisa una dedica che recorda il record. Owens, gallese, grande cultura e fine umorista, è stato il primo arbitro a dichiarare ufficialmente la sua omosessualità ed è impegnato in campagne educative per combattare la discriminazione.

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