Milena Cecchetto: «Joe Formaggio mi molesta da due anni: avevo paura a parlarne, ho deciso di dire basta». Il caso in Veneto

Il caso nel consiglio regionale, sotto accusa il consigliere di FdI

Veneto, la consigliera Milena Cecchetto: «Joe Formaggio mi molesta da due anni: avevo paura a parlarne, ho deciso di dire basta»
Veneto, la consigliera Milena Cecchetto: «Joe Formaggio mi molesta da due anni: avevo paura a parlarne, ho deciso di dire basta»
di Ario Gervasutti
Giovedì 9 Marzo 2023, 09:42 - Ultimo agg. 14:09
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VENEZIA - Vendevo macchine agricole, figuriamoci se posso essere turbata da azioni goliardiche o battute da caserma. Qui però non si tratta di uno scherzo». La voce di Milena Cecchetto è insolitamente bassa, si percepisce l’amarezza per quello che è avvenuto in una sala del palazzo più importante della politica veneta. «Amarezza? Direi piuttosto sconforto; che sta lasciando spazio all’arrabbiatura». Lo racconta, parlando di Joe Formaggio (FdI), in un'intervista a Il gazzettino.

Può ricostruire quello che è successo?

«Preferisco di no. Non voglio neanche pensarci».

Corrisponde a quello che hanno riportato i giornali?

«Una molestia. Vera e propria».

È vero che non è stata lei a denunciare il fatto?

«Non l’ho denunciato io, no. Mi erano state sufficienti le scuse del capogruppo di FdI Enoch Soranzo che è stato immediatamente convocato dal presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti».

Ha ricevuto subito un riscontro solidale o c’è stato chi ha provato a minimizzare?

«Subito una solidarietà assoluta, immensa, profonda, che non mi sarei aspettata».

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Perché non se la sarebbe aspettata?

«Perché so perfettamente che a qualche persona può passare per la testa che in fin dei conti i politici sono abituati a tutto, che “cosa vuoi che sia”, e tutto l’armamentario di un certo retaggio in base al quale le donne devono stare zitte e si tende a minimizzare. E ci sono caduta anch’io...».

In che senso?

«Ieri sera, quando è venuto a galla quello che è successo, mi sono trovata io stessa a minimizzare, a reagire con un “no comment” alle telefonate dei giornalisti, a dire prima di tutto a me stessa che non c’era nessun problema... Perché si innesca un meccanismo di paura».

Lei non sembra una persona che si fa spaventare. Paura di che cosa?

«Del giudizio di qualche cretino, dell’eco mediatico, di tante cose che ti vengono in mente. È vero, io non mi fermo di fronte alla paura, la prendo e la gestisco; ma in frangenti come quello subentra una sorta di “autoprotezione” e si tenta di minimizzare, fino al punto di autoconvincersi: “nessun problema”. E invece ho capito...».

Che cosa?

«Ho capito tutte quelle donne che non riescono a denunciare subito.

E sono ritornate in mente tutte le volte che, da sindaco, mi arrabbiavo e dicevo “parlate, raccontate, denunciate”. Invece adesso ho capito. È una forma di autoprotezione, ma altamente nociva».

Il giorno dopo, però, ha reagito.

«Ci hai dormito sopra, per fortuna. E ho detto “adesso basta”. Stamattina si è assottigliato lo sconforto e la “scossa” per quello che è successo; ho metabolizzato e a quel punto è ritornata fuori quella parte forte che porta prima alla delusione, alla amarezza, alla mortificazione, all’avvilimento. E infine alla rabbia».

Come ha reagito la sua famiglia?

«Il papà è arrabbiato forte. Ma forte...».

È stata la prima volta che si è trovata in una simile situazione con il consigliere Formaggio?

«La sua “esuberanza” è nota non solo a Palazzo. Parlo di molestie, più subdole e molto meno evidenti di ieri, ma continuative. Da almeno due anni».

E come si è difesa fino a martedì sera?

«Con un alto livello di sopportazione della sua “attività goliardica”... E ogni volta ripetevo “Smettila, dacci un taglio”... Tendo a reagire in modo poco evidente».

Episodi che avvenivano in pubblico?

«Ma anche ieri era in pubblico. In quella sala c’erano anche altri consiglieri, chi telefonava, chi lavorava al computer».

Qualcuno è intervenuto?

«Il Segretario generale Valente. Ha detto una cosa tipo “Ma consigliere cosa fa, lasci stare la consigliera”. Lui ha borbottato qualcosa e se n’è andato».

È stata contattata dal partito di Formaggio, Fratelli d’Italia?

«Elena Donazzan mi ha inviato un messaggio molto bello. Ha capito tutto. Nessun altro. Ma non voglio metterla sul piano politico; il dispiacere è personale, non c’entra nulla con la politica».

Formaggio dice di aver provato a contattarla, per scusarsi.

«Mi ha mandato un messaggio in cui si dice “molto dispiaciuto per l’imbarazzo mediatico”. Imbarazzo mediatico? Perché, se fosse rimasto tra quattro mura sarebbe andato bene? Il fatto che continui a derubricare quello che è successo come scherzo, che parli di imbarazzo, incomprensione o mala interpretazione, significa che non si rende conto. Ed è quello che immaginavo».

Perché?

«Perché chi mi conosce sa che se siamo arrivati a questo punto è per motivi seri. L’insinuazione che si cerchi visibilità con vicende come questa è meno assurda di quanto possa pensare una persona di buon senso. Al mondo non sono tutti assennati e intelligenti».

Proprio l’8 marzo...

«Pura coincidenza temporale. Queste cose succedono ovunque, ogni giorno, 365 giorni l’anno. È un dettaglio che non mi condiziona di sicuro. Forse ha condizionato voi...».

Ora come intende regolarsi?

«Io sono fatta così e a 51 anni non mi cambi, non devo “regolarmi” io».

Mi scusi. Intendevo chiedere come pensa di comportarsi quando, prima o poi, lo incontrerà di nuovo in consiglio regionale.

«Non ho motivo di modificare il mio modo di essere e comportarmi».

E se si facesse avanti lui?

«Non gli conviene...».

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