Lady Gaga a Milano per "House of Gucci": «La mia lettera d'amore all'Italita»

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Sabato 13 Novembre 2021, 17:10 - Ultimo agg. 18:04

Lady Gaga sbarca a Milano per la prima di "House of Gucci". Ed è già in odore di Oscar: «Vincerne un altro o avere solo una nomination sarebbe un grande onore», ha spiegato, commentando la possibilità di ricevere un Oscar per il film di Ridley Scott dove interpreta Patrizia Reggiani.

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«Una lettera d'amore all'Italia e un messaggio di profondo rispetto per la vostra cultura»: così Lady Gaga vede il film in uscita il 16 dicembre. «Non credo di avere alcunché da chiedere a Patrizia, sarebbe difficile per me parlare con lei per ovvi motivi e come attrice - rivela la star, incontrando la stampa a Milano - è un ruolo che ha rappresentato un'enorme sfida».

Da una parte «ha commesso un errore enorme e credo che ancora oggi viva con un grande rimpianto». Ma nonostante questo, «ho trovato un modo per volerle bene, perché era una giovane italiana, di Vignola, che sognava in grande e voleva vivere una vita migliore».

E dalla Reggiani la riflessione si amplia alla questione femminile: «credo che molte donne - spiega Gaga, capelli biondo platino e abito lungo a fantasia floreale - siano viste come donne che cercano semplicemente soldi e vogliono sposare uomini ricchi e far strada nel mondo così, io provo risentimento per questa immagine perché per molte è solo un modo di sopravvivere: quando sei piccola ti dicono che conti solo se un uomo si mette in ginocchio e ti chiede in sposa e se sei bella, questo è stato insegnato a me e anche a Patrizia. Mi auguro che ci sia una riflessione sulle donne, quando sono spinte oltre il limite. Patrizia Reggiani è stata spinta oltre il limite, è avvenuto un omicidio, perché tutto è stato concentrato sul business e non su di lei, avrebbero dovuto prestarle attenzione».

E da qui Gaga parte per mandare un messaggio a tutte le donne: «Se ritenete di non contare tenete duro, se sopravvivete - è il suo invito - cercate di restare integre». Da parte sua, «Ho cercato di provare compassione per tutti i Gucci e di essere - aggiunge - il più professionale possibile, considerando la natura reale della storia». Storia che l'ha coinvolta molto per vari motivi, dalla passione per la moda alle origini italiane. «Per me era importante avere un approccio giornalistico, scoprire da sola chi erano i Gucci, non conoscevo la loro storia, le radici di una griffe conosciuta in tutto il mondo e costruita sul duro lavoro. In qualche modo - racconta commossa - mi ricorda la mia famiglia, mio padre era calzolaio e mio nonno, Giuseppe Germanotta, anche se non è più qui mi sta guardando ed è fiero di me».

Nel film, lady Germanotta ha messo in gioco la sua essenza: «volevo sentirmi io al 100%», e al tempo stesso essere il più «onesta e sincera» possibile nell'interpretare Patrizia perché «ciò che conta è la sua vita interiore». Quella di una donna che voleva qualcosa di bello per sé e che per farlo «ha valicato un confine» ma poi con l'omicidio «ha perso tutto, l'amore, il padre delle sue figlie». Lasciata sola, «ha perso il contatto con la realtà, come un animale che ha bisogno di cibo ha commesso un errore madornale, e la ritengo colpevole». Ma dopo aver studiato tanto la sua storia, Gaga si è fatta l'idea che per lei «in palio non c'erano i soldi, ma l'amore». «In superficie la storia può sembrare sexy, di scandalo e avidità ma è un progetto fatto con il cuore», come una «lettera d'amore all'Italia», che la star vorrebbe continuare a scrivere: «il mio sogno - rivela - sarebbe imparare perfettamente l'italiano e recitare in una produzione italiana». Prima, però, ci sono gli Oscar: «Vincerne un altro o avere solo una nomination sarebbe un grande onore» dice lei, spiegando che il vero tributo, oggi, andrebbe dato a chi ha lottato contro la pandemia. Ed è con un grazie ai medici che sceglie di concludere il suo incontro con la stampa, nell'albergo milanese preso d'assalto dai fan: «Il vero premio dovrebbe andare alle persone in tutto il mondo così coraggiose negli ultimi 18 mesi che hanno affrontato questa pandemia globale, questo - conclude - è il vero coraggio».

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