Michele Merlo, «La morte poteva essere evitata»: un ematoma fu curato con la pomata

L'inchiesta sulla morte del giovane cantante si sposta in Veneto. L'avvocato dei genitori: «Vogliamo la verità»

Michele Merlo, «la morte poteva essere evitata»: l'inchiesta si concentra sui medici in Veneto
Michele Merlo, «la morte poteva essere evitata»: l'inchiesta si concentra sui medici in Veneto
Sabato 20 Novembre 2021, 10:18 - Ultimo agg. 21 Novembre, 09:40
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È presto per dire se la morte di Michele Merlo, il giovane cantante tragicamente scomparso il 6 giugno scorso all'ospedale Maggiore per una ischemia cerebrale dovuta a leucemia fulminante, poteva essere evitata. Chi aspetta di scoprire la verità sono i genitori, che in più sedi hanno cercato di portare alla luce eventuali errori o sottovalutazioni sulle cure per il figlio 28enne. Dopo cinque mesi di indagini la Procura di Bologna non ha riscontrato responsabilità a carico dei medici emiliani (il primo accesso era stato al pronto soccorso di Vergato). A Bologna, secondo i periti, non si poteva fare nulla per salvarlo. L'inchiesta però si sposta in Veneto, dove invece forse qualcosa si sarebbe potuto notare prima. 

Michele Merlo «soffriva di ansia e attacchi di panico per i no ad Amici, Sanremo e X Factor»

Michele Merlo e le cure in Veneto

A maggio il ragazzo si era presentato a Rosà (Vicenza), il suo paese d'origine, e a Cittadella (Padova). In entrambi i casi nessuno capì che le condizioni del paziente erano già gravi. Per questo adesso i magistrati bolognesi hanno trasmesso gli atti dell'inchiesta, un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, alla Procura di Vicenza. Che dovrà ricominciare le indagini. In particolare Michele si presentò al Pronto soccorso di Cittadella con dolori e un ematoma alla gamba. Nessuno lo visitò dopo tre ore, così lasciò scocciato il pronto soccorso. Poi fu visitato dallo studio medico associato di famiglia, dove l'ematoma gli fu massaggiato con una pomata. Secondo la perizia, se entro il 27 giugno a Michele Merlo fosse stato sottoposto a esami del sangue, sarebbero emersi i segnali di una emopatia acuta. E forse le cose sarebbero andate diversamente.

L'addio a MIchele Merlo

Un caso che aveva scosso tutti quello di Michele, anche nel mondo dello spettacolo, dove l'artista si era appena presentato partecipando ai due talent più visti in tv, «XFactor» e «Amici» di Maria De Filippi. «Ciao Michele. Ieri sera ho cantato forte per te.. Stamattina il mio cuore si è rotto in mille pezzi.» aveva scritto Emma Marrone il giorno dopo il suo spettacolo all'Arena di Verona, dedicando lo spettacolo al giovane collega che aveva conosciuto ad 'Amicì nel 2017. L'agonia dell'artista, durata quattro giorni, dal momento dell'ingresso al Maggiore di Bologna, aveva tenuto con il fiato sospeso tantissimi fan, in attesa che arrivasse qualche notizia confortante dai genitori del ragazzo.

 

L'avvocato: «L'ematoma non poteva essere per una botta»

Su quest'ultimo sviluppo giudiziario si è espresso l'avvocato della famiglia Merlo, Marco Dal Ben. «Michele - spiega il legale - presentava un ematoma diffuso sulla gamba che non era certo riconducibile ad una botta, vista la dimensione. Ora attenderemo di capire il da farsi. I genitori non cercano colpevoli. Vogliono solo la verità su quanto accaduto». Quella che aveva colpito Michele Merlo, la leucemia promielocitica acuta, è un sottotipo della leucemia, rappresenta la forma più aggressiva; viene anche detta fulminante, per la velocità con cui può essere fatale. Se non diagnosticata in tempo può causare il decesso di un paziente in pochi giorni, a causa delle emorragie, ma se diagnosticata per tempo, secondo gli esperti, può essere curabile. 

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