Morto Antonio Pennacchi, le reazioni e i ricordi: «Un intellettuale libero»

Morto Antonio Pennacchi, le reazioni e i ricordi
Morto Antonio Pennacchi, le reazioni e i ricordi
Martedì 3 Agosto 2021, 21:15 - Ultimo agg. 21:38
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Si sono commosse subito, soprattutto, le persone che vivono e conoscono bene i territori narrati da Antonio Pennacchi, morto oggi a Latina. Roma, quella Latina il cui primissimo nome di battesimo fu Littoria, l'Agro pontino, il Lazio, ma anche il Veneto da cui proviene il clan dei Peruzzi, i mitici personaggi di "Canale Mussolini". I ricordi dello scrittore che vinse il premio Strega nel 2010 arrivano da politici,  scrittori, ma anche tantissimi lettori che hanno divorato i suoi libri.

Morto Antonio Pennacchi, lo scrittore aveva 71 anni: vinse lo Strega con "Canale Mussolini"

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti lo definisce un intellettuale libero. D'altronde già il titolo del suo "Il fasciocomunista" fa bene intendere che le etichette andavano strette a Pennacchi che nella sua vita ha aderito a diversi partiti (anche molto diversi: MSI e Partito marxista-leninista Italiano per citarne due). «Ha raccontato un pezzo della nostra terra e della nostra storia», ha scritto Zingaretti. Anche il segretario del Pd Enrico Letta ha twittato subito l'ammirazione per lo scrittore scomparso. «Che tristezza! La scomparsa di Antonio Pennacchi lascia un vuoto.

Il suo CanaleMussolini è davvero un capolavoro», ha scritto.

«Conosceva e amava Latina come pochi altri. Ha saputo raccontare la città, i suoi volti, la sua storia, le sue sfaccettature con uno stile unico e inconfondibile che lo ha portato a vincere il Premio Strega. Alla politica, a quella locale in particolare, lanciava invettive e provocazioni mai banali che erano fonte di riflessione per tutti. Le mie più sincere condoglianze alla famiglia per questa perdita improvvisa che lascia un vuoto incolmabile per Latina tutta». Lo afferma, in una nota, il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia Latina, senatore Nicola Calandrini.

«I sacrifici delle intere generazioni di coloni dell'Agro pontino sono uno dei capisaldi della storia d'Italia agli occhi del mondo grazie ai romanzi di Antonio Pennacchi. Latina gli è debitrice». Così Claudio Durigon, sottosegretario al Mef e coordinatore regionale della Lega Lazio.

«Antonio Pennacchi è stato il primo, grande narratore di un'Italia che fino ai nostri giorni era stata dimenticata. Con i suoi saggi sulle città di Fondazione, raccolti poi in un fortunato volume, e, soprattutto, con la sua vena narrativa esplosa nel romanzo "Canale Mussolini", Pennacchi ha raccontato l'epopea della bonifica pontina, facendo conoscere al grande pubblico con arguzia, intelligenza, sagacia e ironia vicende dolorose e dilanianti. Una capacità che con il romanzo "Il fasciocomunista" ha avuto anche un felice adattamento cinematografico, con il film "Mio fratello è figlio unico". Un creativo a tutto tondo, ci mancherà». Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nell'apprendere della scomparsa dello scrittore Antonio Pennacchi.

 

«Conoscere una persona come lui poteva essere solo che una fortuna. A me questa fortuna è capitata e mi spiace che gli altri non lo abbiano conosciuto come è capitato a me. Era una persona eccezionale sotto ogni punto di vista, da quello umano a quello professionale. La sua idea di uguaglianza, la sua attenzione verso gli altri erano tratti che lo contraddistinguevano». Lo ha detto all'Adnkronos Filippo Cosignani, avvocato ed ex consigliere comunale di Latina, commentando la morte dello scrittore e amico Antonio Pennacchi. «Ci mancherà tutto di Antonio Pennacchi. La forza narrativa, l'originalità dello sguardo, l'ostinazione polemica, la simpatia umana. E i giri di notte per Latina, raccontata pietra per pietra, con amore e rabbia», scrive su Twitter Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il
libro e la lettura. 

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