Una carriera stellare, da icona e vero punto di riferimento della storia della tv italiana. Raffaella Carrà, morta oggi alle 16 dopo una malattia tenuta segreta fino all'ultimo, era una donna fuori dal comune, dotata di spiazzante semplicità. Non aveva avuto figli ma di figli - diceva sempre lei - ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad 'Amore', il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore.
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Raffaella Carrà, i programmi tv di una carriera straordinaria
Raffaella Carrà, dopo il debutto in televisione in «Tempo di danza» (1961), al fianco di Lelio Luttazzi, e nella commedia musicale «Scaramouche» (1965), nel 1970 approdò a Canzonissima, divenendo nota al grande pubblico.
La parentesi in Spagna, poi il ritorno in Italia
Dopo una parentesi di quattro anni a Madrid, dove portò il programma «Hola Raffaella» per la televisione spagnola, è rientrata in Italia nel 1995 riproponendosi con successo in «Carramba! Che sorpresa» (1995-97 e 2002), trasmissione ispirata al varietà britannico «Surprise, surprise». Ha quindi continuato a raccogliere consensi presentando «Carramba! Che fortuna» (1998-2000 e 2008) e «Segreti e … bugie» (1999), sempre su Raiuno. Nel 2001 ha condotto il Festival di Sanremo, nel 2004 il programma «Sogni», mentre dedicato alle adozioni a distanza è stato «Amore» del 2006. Nel 2007 è uscito «Raffica Carrà», raccolta videomusicale delle numerose sigle televisive che ha interpretato. Nel 2013 è tornata sul piccolo schermo su Raidue come coach del talent show «The Voice of Italy» ed è uscito il suo ultimo album «Replay». Nel 2015 ha condotto su Raiuno il talent show «Forte forte forte» e ha interrotto la sua partecipazione a «The Voice of Italy», ripresa l'anno successivo. Del 2019 è il suo ultimo programma «A raccontare comincia tu» su Raitre.
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