La regina Elisabetta non ce la fa: a 96 anni di età, e nell'anno in cui celebra il Giubileo di Platino dei suoi sette decenni di regno da record, l'anagrafe presenta il conto anche a lei, a dispetto d'una tempra ferrea. I «problemi di mobilità» che la tormentano, secondo quanto confessato da lei stessa di recente, le impediranno domani di leggere per la prima volta da quasi 60 anni in prima persona il cosiddetto Queen's Speech, il programma annuale del governo britannico, in occasione dell'inaugurazione a Camere riunite della nuova sessione parlamentare di Westminster: appuntamento solenne a cui sarà costretta a farsi rappresentare dal principe Carlo, suo primogenito ed eterno erede al trono. L'ennesimo forfait è stato annunciato da Buckingham Palace, con uno stringata nota ufficiale rimasta nel cassetto fino alla vigilia, quasi a voler lasciare spazio alla speranza d'un via libera in extremis. Via libera che invece non c'è stato.
La Regina Elisabetta salta il Queen's Speech (per la prima volta dal '63)
«La Regina - vi si legge - continua a sperimentare problemi episodici di mobilità e, dopo essersi consultata con i suoi medici, ha deciso con riluttanza di non partecipare allo State Opening», l'apertura formale dell'anno parlamentare. «Su richiesta di Sua Maestà, e con l'accordo delle autorità preposte (Parlamento e Governo), Il Principe di Galles leggerà il Queen's Speech in sua vece, con il il Duca di Cambridge (William) pure presente».
Stando a quanto puntualizzato poco più tardi dal cerimoniale, il trono resterà vuoto, mentre la corona imperiale sarà portata secondo consuetudine a Westminster a simboleggiarne la figura.
Come sta la Regina Elisabetta?
Nell'ultimo anno Elisabetta ha del resto presenziato a un solo evento pubblico esterno, la messa di suffragio per l'amato consorte Filippo, morto quasi centenario nel 2021, officiata poco prima dell'anniversario della sua scomparsa nell'abbazia di Westminster a marzo. Per il resto è in sostanza da ottobre che la matriarca della dinastia britannica è soggetta a un lungo semi-isolamento cautelare nel castello di Windsor, o nella residenza di campagna di Sandringham, nel Norfolk inglese, su indicazione tassativa dei medici. Nell'ambito di un protratto «periodo di riposo» o di salvaguardia - seguito alla stagione dell'isolamento già imposto dalle precauzioni della pandemia - segnato anche da un raro ricovero di 24 ore in ospedale per accertamenti diagnostici mai precisati; e nel corso del quale non è mancato un contagio da Covid, superato da Sua Maestà a febbraio non senza una logorante coda di affaticamento pubblicamente ammessa in un incontro virtuale d'un paio di mesi orsono con medici, infermieri e pazienti reduci dalla medesima malattia. Una condizione evidentemente non superata dal tutto, come testimonia l'annuncio odierno. E che proietta ombre persino sulla sua partecipazione all'appuntamento più atteso dell'anno: le celebrazioni clou di Londra del Giubileo di Platino fissate dal 2 al 5 giugno, fra parate, festeggiamenti popolari e saluti ai sudditi dall'affaccio del balcone di palazzo reale. Eventi che - stasera come non mai - suggeriscono l'eco non solo di un estremo tributo a una monarca longeva come nessuno sull'isola, ma di un sempre più possibile canto del cigno.