Robin Williams, 6 anni fa la morte e lo choc: «Faceva ridere e piangere in pochi secondi»

Robin Williams, 6 anni fa la morte e lo choc: «Faceva ridere e piangere in pochi secondi»
Robin Williams, 6 anni fa la morte e lo choc: «Faceva ridere e piangere in pochi secondi»
di Michele Galvani
Lunedì 10 Agosto 2020, 12:12 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 19:12
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Sono passati 6 anni dalla morte di Robin Williams, ma sembra ieri. Chi era in vacanza, chi stava per partire. Il mondo che si ferma: il flash di mille scene, di tanti film capolavoro e la consapevolezza immediata di aver perso un genio del cinema, dell'arte, della fantasia. Era l'11 agosto quando l'attore di “Will Hunting”, “L'attimo fuggente” e “Mrs Doubtfire” solo per citare alcune delle sue opere più popolari, decise che il dolore da affrontare era troppo grande per andare avanti. Dopo le prime ore di mistero, la certezza del suicidio. Lo choc. Le lacrime.

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Il suo doppiatore italiano, Carlo Valli, alla notizia della sua scomparsa disse: «Era un fiume in piena e sapeva arrivare alla gente, farli ridere e piangere in pochi secondi, la prima volta che mi proposero un suo film mi spaventai». Era esattamente questa la corda che toccava Robin: saper far ridere e piangere nello stesso film, magari nella stessa scena. Che fosse una ripresa veloce o un piano sequenza, la telecamera era il suo rifugio. Il palco. L'esserci. Ma Williams non era solo sorrisi e lacrime sui set, incassi miliardari e riflettori di Hollywood: la sua vita era segnata da grandi cicatrici. Dalla depressione che bussava, troppo spesso, alla sua porta. La perdita degli amici, come John Belushi e Christopher Reeve lo avevano profondamente scosso. Cadde nel vortice della cocaina, si rialzò mille volte. L'amore per Valerie e il fallimento stesso dei matrimoni. Il flop di alcuni film.

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Era divorato dalla conoscenza, dallo studio, dal sapere. Ogni giornata era segnata da alti e bassi, un'esistenza sull'altelena delle emozioni. «Non ridiamo di lei, ridiamo con lei», la lezione del professor Keating de "L'attimo fuggente", forse la sua interpretazione meglio riuscita. «Capitano mio capitano» resta una frase indelebile nella storia della cinematografia. «Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva»
Elencare tutti i suoi film sarebbe impossibile: da Patch Adams a Jumanji, da Vita da camper a Goodmorning Vietnam, troppi i lavori che l'hanno reso tra i più grandi sempre. Se ne è andato giovane - aveva 53 anni - ma ha fatto in tempo a lasciare un bagaglio pieno di emozioni. Da tramandare alle nuovissime generazioni.

 

 

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