Samantha Cristoforetti dalla Stazione internazionale: «Così si gestiscono le mestruazioni nello spazio»

Le attenzioni e le regole, ecco cosa succede

Samantha Cristoforetti: «Così si gestiscono le mestruazioni nello spazio»
Samantha Cristoforetti: «Così si gestiscono le mestruazioni nello spazio»
di Paolo Ricci Bitti
Giovedì 1 Settembre 2022, 13:29 - Ultimo agg. 21 Aprile, 21:40
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Che si fa quando arrivano le mestruazioni durante una missione nello spazio? Samantha Cristoforetti ne aveva già scritto nel 2014 sul suo blog dell'Esa, Avamposto 42, in vista della sua prima missione "Futura" e ora lo racconta su TikTok, dove i suoi video inviati dalla Stazione spaziale internazionale incassano milioni di visite: in poco più di quattro mesi viaggia verso i 600mila follower mentre su Twitter, durante l'attuale missione "Minerva", ha doppiato quota un milione entrando nei vertici delle classifiche mondiali social degli astronauti.

Va anche detto che la questione ha riguardato direttamente, fino ad oggi, assai poche donne e quasi tutte americane: una sessantina fra astronaute, cosmonaute e taikonaute (cinesi), a stare larghi, visto che si devono considerare solo quelle che hanno trascorso più di qualche giorno nello spazio.

I maschi andati nello spazio sono oltre quota 500. 

In pratica, racconta allora l'astronauta trentina dell'Esa rispondendo a una domanda di una follower, con le mestruazioni ci si comporta esattamente come sulla Terra, a parte una maggiore attenzione alla destinazione delle urine che sull'Iss vengono riciclate per ricavare acqua potabile.  

@astrosamantha Replying to @theyarechrisdre "How do you handle menstruation in space?" #AskMe #MissionMinerva #SpaceTok ♬ Inspiration - WavebeatsMusic
 

La risposta del 2014

(Da Avamposto 42, guida galattica per terrestri in missione)

Non esistono delle regole che impongano o, al contrario, vietino di sopprimere il ciclo mestruale durante una missione nello spazio. Per la verità anche delle mere raccomandazioni non esistono: ogni astronauta decide liberamente in base alla propria preferenza. È naturalmente buona norma informare della decisione il proprio “flight surgeon” (medico di volo), che deve essere al corrente di tutti gli aspetti riguardanti la salute. A parte questo, si tratta di una scelta del tutto privata.

Per quello che ho sentito raccontare dalle colleghe, credo che spesso prevalgano considerazioni di praticità che rendono preferibile una soppressione farmacologia. Non è peraltro una cosa molto lontana da quanto praticato comunemente da molte donne: chi fa semplicemente un uso “classico” della pillola anticoncezionale di fatto sopprime già il proprio ciclo mestruale. Le perdite durante la settimana di interruzione (o di placebo), non sono una vera mestruazione, ma un cosiddetto sanguinamento da sospensione.

Se si decide invece di avere invece un regolare ciclo mestruale a bordo, non è certo un problema. Ci sono stock di prodotti igienici e la “scocciatura” mi sembra davvero minima: io non vorrei farei cambio, per esempio, con la necessità di radermi il viso (e magari anche la testa) tutte le mattine in assenza di peso! (Samantha Cristoforetti)

 

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