Samantha Cristoforetti, missione compiuta: prima storica passeggiata spaziale per un'europea. Video. Foto. Dal pannolone alla polvere d'oro: la tuta Orlan

Perché non è una "passeggiata": 7 ore di estremo impegno fisico e di difficili operazioni da svolgere in condizioni durissime

Samantha Cristoforetti e la prima Eva di un'europea (Foto Esa)
Samantha Cristoforetti e la prima Eva di un'europea (Foto Esa)
Paolo Ricci Bittidi Paolo Ricci Bitti
Giovedì 21 Luglio 2022, 14:17 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 21:14
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Ore 17 del 21 luglio, Samantha Cristoforetti è la prima europea a passeggiare nello spazio e nella Storia (sotto trovate la diretta completa dell'Eva). Terminato persino in anticipo il programma dei lavori di manutenzione e assemblaggio di parti della stazione spaziale. Solo un breve allarme, presto cancellato, per un remotamente possibile rischio di impatto con detriti orbitanti. La bandiera verdebiancorossa si è di nuovo vista sullo sfondo azzurro, vertiginoso e affascinante della Terra. L'astronauta trentina dell'Esa e se l'è cavata molto bene nelle 7 ore e 5 minuti di attività e potrebbe persino diventare per qualche giorno comandante della stazione internazionale se la missione Minerva sarà allungata di una settimana sconfinando in ottobre.

   

(Foto Esa)

L'attesa

Pannolone, culotte, canottiera, attillatissima tuta termica con 100 metri di tubicini refrigeranti, poi Samantha Cristoforetti entrerà nella tuta-scafando russa Orlan (aquila di mare) e alle 16 di oggi 21 luglio uscirà dalla stazione internazionale Iss per una passeggiata spaziale da record che non è per nulla una passeggiata anche se per un astronauta è il massimo della meraviglia, almeno fino a quando si tornerà sulla Luna. Sette ore durissime di Eva (attività extra veicolare) e anche non prive di rischio come ricorda bene il collega Luca Parmitano che nel 2013 fu a un passo dall'annegare in orbita (la tuta difettosa era però americana).

Nessuna europea aveva mai fatto una passeggiata spaziale e del resto su 240 fra astronauti, cosmonauti e taikonauti che hanno fatto Eva (su 605 andati in orbita) le donne finora sono solo 16. Un altro primato per l'astronauta trentina, insomma, alla sua seconda esperienza nello spazio: la missione Minerva dell'Esa con la collaborazione dell'Agenzia spaziale italiana è iniziata il 27 aprile e terminerà in settembre a meno che, notizie dell'ultim'ora, non sconfini in ottobre per questioni di traffico di mavicelle passeggeri e cargo. 

Per di più la Cristoforetti, 45 anni,  settima astronauta italiana e prima non russa a usare la tuta spaziale Orlan (avrà quella con le righe blu), sarà insieme al veterano comandante cosmonauta  Oleg Artemeyev (tuta righe rosse, alla sesta Eva), che è anche deputato alla Duma per il partito conservatore “Russia Unita” di Putin e che già in due occasioni ha mostrato sull'Iss bandiere e stendardi sovietici e russi per sostenere l'aggressione dell'Ucraina. Lei comandante del segmento americano (o meglio, occidentale dell'Iss), lui, comandante del segmento russo. Una collaborazione internazionale in orbita al momento non riproducibile sulla Terra ma che conferma l'unicità dell'Iss che funziona da 22 anni. 

Peraltro Putin ha appena sostituito il presidente di Roscosmos, l'agguerrito (letteralmente) Dmitry Rogozin con Yuri Borisov, ex vice primo ministro e viceministro della Difesa. Forse l'effetto di un accordo, del tutto inatteso viste le dichiarazioni belligeranti di Rogozin nelle scorse settimane (roba da vero e proprio incidente diplomatico) su voli ed equipaggi misti proprio in relazione alla stazione spaziale Internazionale.

Una pallina da tennis, il terrore dei grovigli e la massima meraviglia 

A parte sopportare l'estremo livello di pressurizzazione della tuta Orlan (evoluzione di quelle sovietiche) grazie a un lunghissimo addestramento a Star City a Mosca, Samantha Cristoforetti dovrà effettuare operazioni complicate di manutenzione dell'Iss con i guanti che permettono in pratica solo un movimento: aprire e chiudere il palmo. Gli utensili sono stati costruiti per funzionare con questo unico movimento ma è come se da adesso per sette ore comprimeste e rilasciaste con una mano una pallina di tennis (l'esempio è di Parmitano). Aprire e chiudere forte il pugno con quella pallina per sette ore mentre vi trovate in equilibrio precario all'esterno della stazione spaziale a 28.800 chilometri orari, a 400 chilometri di altezza sulla Terra, con la temperatura esterna che passa ogni 45 minuti da +100 gradi (esposizione al sole) a meno 150 gradi (quando si è all'ombra), con il corpo che è protetto da questi sbalzi dalla tuta trapuntata di tubicini in cui scorre liquido refrigerante. Per la toilette c'è solo il pannolone. Per la sete una cannula con una piccola scorta d'acqua. Quando si è esposti al sole la luce è così abbacinante che si cala sul viso uno schermo oscurante cosparso di polvere d'oro che fa da filtro.

Agli astronauti (per l'Eva di oggi cosmonauti) vengono chiesti compiti assai complicati perché la stazione spaziale è una struttura molto complessa: meccanici, idraulici ed elettricisti, ecco in che cosa si trasformeranno Cristoforetti e Artemeyev per quelle sette ore, sempre sul "chi va là" per evitare il problema più temuto in assoluto durante un'Eva: no, non è la paura di precipitare sulla Terra, ché la circostanza è fisicamente molto remota (e non è mai accaduto), ma il timore che qualche cavo di aggrovigli. Districare nodi proprio non si può con quei guanti. 

Ma perché allora gli astronauti non stanno bene fino a quando non fanno un'Eva? Perché, in attesa di tornare sulla Luna, la passeggiata spaziale è la massima meraviglia possibile: solo la tuta a dividerti dallo spazio, la possibilità di guardare a 360 gradi il cosmo, sotto i piedi o sopra la testa la Terra che scorre velocissima. Il massimo. 

La diretta dell'Agenzia spaziale Italiana 

a cura di Gabriele Mascetti e Paolo D'Angelo, dell'Asi

 

Paolo Ricci Bitti

La diretta dell'Eva

Ore 16 Si attende l'apertura del portellone (verso l'esterno, a differenza di molti film) del air lock per dare inizio alla 251a Eva in ambito Iss. Cristoforetti e Artemeyev hanno indossato le tute Orlan da oltre un'ora e sono pronti per la depressurizzazione della parte più esterna del modulo. Solo tre astronauti europei prima di lei hanno indossato la tuta russa.

Ore 16.17 Cristoforetti (CristofoReady per gli americani, ovvero "sempre pronta") sarà la prima ad uscire dal boccaporto 1 del segmento russo.

Ore 16.19 Ultima fase della depressurizzazione dell'airlock.

Ore 16.30 Mezz'ora di ritardo sull'inizio previsto dell'Eva, una situazione comunque di routine.

Ore 16.45 Dalla sala di controllo di Mosca, la storica Tsup, in pratica mai rimodernata dagli anni Sessanta a parte naturalmente i componenti tecnologici, arriva il via libera.  

Ore 16.47 "Samantha, puoi aprire il portellone", dicono dalla Tsup. "Da, ok", la risposta.

Ore 16.50 Portellone aperto, inizia l'Eva

 

Ore 17 Cristoforetti esce dal portollone e si aggancia alle guide.

L'Iss stava sorvolando l'Egitto.

Ore 17.05 Samantha si prepara a rilasciare in orbita 10 nanosatelliti. Dalla Tsup una voce femminile, tono un filo autoritario, in inglese: "Non andare così lontano".  Lei risponde in russo. Come avviene nelle Eva gli astronauti sono guidati dalle sale di controllo". Purtroppo la regia dell'Eva è russa e le immagini latitano: della Cristoforetti si è visto solo un piccolo scorcio. 

Ore 17.40 La generosa regia russa ci mostra le mani della Cristoforetti mentre lavora per rilasciare i 10 nanosatelliti. E' anche vero che al momento l'Iss sorvola la parte notturna della Terra. La sala di controllo le dà indicazioni in inglese e lei risponde prontamente in russo ripetendo le disposizioni.  

Ore 18.06 Già rilasciati due satelliti. Cristoforetti li passa a Oleg che li libera in orbita. Si distingue il badge Esa sulla manica dell'italiana. Poi si vede anche la bandiera italiana sulla manica sinistra.

Ore 18.56 Completato il rilascio dei 10 nanosatelliti con i quali saranno effetti esperimenti di telecomunicazioni. Si comincia a lavorare sul braccio robetico europeo. Artemeyev e Cristoforetti, dopo lavvio in ritardo di un'ora dell'Eva, stanno rispettando i tempi per le operazioni. 

Ore 19.35 Samantha, di cui vediamo soprattutto le mani grazie alla telecamera sul casco, e Oleg stanno maneggiando un grosso pezzo del braccio meccanico: impressionante questo "gioco del meccano" in orbita con i cosmonauti che fluttuano mentre si passano pezzi e utensili come quando a Terra si monta uno grosso scaffale. Le istruzioni "passo passo" tipo Ikea stanno nella memoria dei due "meccanici" spaziali ai quali vengono comunque ricordate dalla sala di controllo. Anche il veterano Oleg si adatta al colloquio in inglese ed è quasi più Samantha, ingegnera, a usare la lingua russa. Ma in questo momento le istruzioni sono relativi a uno strumento europeo. 

Ore 20 Dopo 3 ore di space walk, la sala di controllo Tsup dice ai cosmonauti: «Tutto ok, riposatevi un po'».

Ore 20.12 Chissà se Samantha Cristoforetti si è accorta di stare sorvolando l'Italia mentre managgiava qualcosa di cubico che sembra (sembra) una centrifuga.

Ore 20.20 Terminato anche il lavoro per montare un adattatore al braccio robotico europeo, ora tocca alla rimozione di una protezione del modulo russo Nauka. I due sono in linea con la tabella oraria dei lavoro. Dalla centrale di controllo si avverte la soddisfazione.

Rischio impatto con detriti spaziali

Ore 20.25 Interviene la sala di controllo di Houston: "Per adesso nessun problema di modificare il programma dell'Eva, ma stiamo verificando la traiettoria di alcuni detriti che potrebbero incrociare l'orbita dell'Iss. Vi faremo sapere". Almeno dal tono della voce Samantha e Oleg non fanno una piega.

Il rischio di impatto anche con piccoli frammenti di metallo (pezzi di satelliti, in genere) è assai temuto: a 28.800 chilometri orari anche una capocchia di spillo è micidiale. Almeno due volte l'anno gli "abitanti" dell'Iss si rifugiano nelle navicelle per essere pronti alla fuga dalla stazione perché sono in arrivo detriti. Parti della stazione spaziale, come gli smisurati pannali solari, riportano periodicamente danni (microdanni, per fortuna) per l'impatto con questa spazzatura orbitante.

 

Ore 20.30 "Samantha, come stai?" chiedono premurosi dalla sala di controllo dopo 3 ore e mezza dall'inizio della passeggiata spaziale, metà insomma dell'Eva". "Molto bene, grazie" la risposta. Lei e il collega russo stanno di nuovo armeggiando attorno al braccio robotico, rimuovendo protezioni ad esempio delle telecamere ai due vertici del braccio che sono speculari.

Missione Minerva prolungata, Samantha Cristoforetti potrebbe diventare comandante

Ore 21.20  La missione Minerva potrebbe essere prolungata da fine settembre a non prima del 6 ottobre e la nuova data potrebbe aprire uno spiraglio alla sua nomina a comandante della Stazione Spaziale, anche se solo per un incarico di pochi giorni, ha detto Gabriele Mascetti, responsabile dell'Unità Coordinamento Scientifico e Responsabile Ufficio Volo Umano dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Nella diretta organizzata dall'Asi per la passeggiata spaziale Mascetti ha osservato che il motivo è il ritardo previsto dalla SpaceX per il lancio della missione Crew 5, che dovrebbe portare sulla Stazione Spaziale il nuovo equipaggio, destinato a sostituire quello di cui fa parte Cristoforetti. Al momento, ha aggiunto, negoziati in questo senso sono in corso fra i responsabili degli astronauti di Esa e Nasa.

Ore 21 50: Terminate anche le operazioni che riguardano la camera di compensazione del modulo Nauka, chiamato anche Mllm (Multipurpose Laboratory Module), agganciato alla Stazione Spaziale nel luglio 2021 per servire sia come laboratorio sia come punto di attracco delle navette. Un'attività extra-veicolare russa a tutti gli effetti, mentre era più importante la competenza di un astronauta europeo quando si è lavorato sul braccio robotico Era per sostituire una finestra protettiva su un'unità di illuminazione della telecamera che si trova a una delle estremità.

Ore 22.01 Nessun rischio di impatto con detriti, Houston chiarisce che i controlli hanno escluso incroci nelle traiettorie. "Grazie della buona notizia" dicono gli astronauti e anche i tecnici della Tsup.

Ore 22.45 In anticipo sulla tabella di marcia, i due astronauti hanno terminato tutti i compiti principali assegnati e vengono invitati dalla Tsup a rientrare anche perché si avvicinano le sei ore di Eva con la tuta Orlan che garantisce ossigeno per poco più di 7 ore.  E' che le batterie delle tute Orlan che alimentano i sistemi di sussistenza non avrebbero avuto un'autonomia sufficiente per eseguire anche l'ultimo compito in programma, un extralavoro inserito nel caso uno degli altri non fosse stato possibile da effettuare. Cristoforetti e Artemyev avrebbero potuto allora installare un braccio telescopico dal modulo Zarya verso la camera di equilibrio di Poisk per facilitare il movimento degli astronauti e dell'hardware nelle future passeggiate spaziali. Questa operazione dovrà essere perciò eseguita in una prossima passeggiata spaziale, sempre relativa al segmento russo e per la quale è tutto da decidere, dai tempi agli astronauti coinvolti.  

"Possiamo fare qualcos'altro qui fuori?"

Ore 22.47 Soddisfatti, stanchi ma di rientrare nella Iss Oleg e Samantha non ne hanno voglia: la vista della Terra è vertiginosa e affascinante, difficile separarsene, Soprattutto il veterano russo, alla sesta Eva, propone alla sala di controllo di fare qualche altro lavoro "rapido" fra quelli a portata di mano (nella "lista della spesa" si infila sempre qualche attività in più per queste occasioni), ma dalla Tsup sono categorici, qualcosa tipo: "Oleg non ci provare, avremo tempo in altre occasioni". "Da, da, rientriamo" la risposta sconsolata. Oleg riesce comunque a recuperare un utensile o un pezzo meccanico che poteva essere portato all'interno dell'Iss anche durante un'altra passeggiata.

Ore 23.30 Assai laboriosa l'operazione di rientro nell'airlock, la missione è di fatto durata 6 ore e 30, ma è servita almeno un'altra mezz'ora per completare la check list di tutto quello che bisognava riportare all'interno della camera pressurizzata. Appesi alla tuta vi sono millanta oggetti e la voce femminile russa dalla sala di controllo era parecchio categorica nel fare questo contrappello con i due cosmonauti che avevano già aperto il portellone. Una russa che parlava, alzando la voce, in inglese non impeccabile oppure una interprete di un capo della sala di controllo Tsup? Non si è capito.

Ore 23.55 L'Eva è dichiarata chiusa, scambi di complimenti fra Mosca, Houston e l'Iss. "Brava Samantha, bravo Oleg".

La regia russa

Notevole, va infine sottolineato, la regia russa dell'Eva: a parte lunghi tratti di radiocronaca (nessuna immagine) durante le 7 ore e 5 minuti dell'Eva, con estrema meticolosità si è evitato quasi sempre di mandare in onda una comprensibile immagine della Cristoforetti ripresa o in campo lungo o lunghissimo oppure dalla telecamera del casco di  Artemeyev. Il russo è stato invece inquadrato sistematicamente dalla telecamera della Cristoforetti e mandato in onda. Dell'astronauta trentina abbiamo lungamente e ripetutamente visto come un mantra solo le mani (autoinquadrate da lei stessa mentre lavorava a questa o quella operazione: è riuscita persino, con quei guantoni, ad allacciare un esile cavetto). Speriamo che qualche immagine decente della prima europea impegnata in un'Eva salti fuori nelle prossime ore. La regia della Nasa, in queste occasioni, è proprio da Oscar. E l'Agenzia spaziale europea, da cui dipende la Cristoforetti? Non pervenuta, a parte il nebuloso tweet che trovate qui sotto diffuso ben oltre la fine dell'Eva. Sotto ancora trovate il link a uno dei rarissimi momenti in cui si scorge il volto dell'italiana: è la prima fase dell'Eva, quella dedicata al rilascio di 10 nanosatelliti.

Qui il video in cui si scorge il volto di Samantha Cristoforetti

Gli obbiettivi dell'Eva

Cristoforetti e Artemyev dovranno completare l'installazione del nuovo braccio robotico europeo, completare le operazioni nella camera di compensazione del modulo russo Nauka (o Mlm, Multipurpose Laboratory Module), agganciato alla Stazione Spaziale nel luglio 2021 per servire sia come laboratorio sia come punto di attracco delle navette, rilasciare in orbita di 10 nanosatelliti.

La tuta Orlan

La tuta Orlan pesa 108 chilogrammi, quasi il doppio della Cristoforetti, ma in situazione di microgravità ciò non costituisce un problema quanto la limitata gamma di movimenti. Eroga ossigeno puro a 0,4 atmosfere e ha un'autonomia di 7 ore. Viene usata al massimo per 14 Eva o per 4 anni prima di essere completamente revisionata a terra. E' a taglia unica, la Cristoforetti ci starà larga. E' dotata di piccoli retrorazzi per riavvicinarsi alla stazione alla quale si resta comunque assicurati da cavi come in una via ferrata in montagna, una situazione familiare per la Cristoforetti cresciuta fra le vette del Trentino.

@astrosamantha What’s your workout routine?💪🏻 #SpaceWorkout #MissionMinerva #SpaceTok ♬ All Around the World(La La La) - R3hab / A Touch of Class

La famiglia davanti alla tv a Colonia

La diretta streaming dell'Agenzia spaziale, della Nasa e di Roscosmos sarà seguita da Colonia, dove l'Esa ha la sede principale) dal compagno di Samantha Cristoforetti, Lionel Ferra, addestratore di astronauti, e dai figli della coppia, Kelsi Amel (5 anni)  Dorian Lev (uno). Gruppi pronti anche a Malé, in Trentino, dove l'astronauta è cresciuta, e sul Lago di Garda, dove i genitori si sono trasferiti da qualche anno. 

In bocca in lupo da Luca Parmitano

«Ancora una volta Samantha è un'apripista», dice l'astronauta Luca Parmitano che, come Samantha Cristoforetti, fa parte dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). «La ringrazio - aggiunge - per il suo ruolo nel dimostrare a tutti, donne e uomini, che cosa sono determinazione e l'impegno nel raggiungere un obiettivo». Parmitano seguirà ogni momento delle operazioni dal centro di controllo della Nasa a Houston. «È un'attività extra-veicolare pianificata attorno al segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale» e che vede la partecipazione di un'astronauta dell'Esa perchè uno degli obiettivi è il completamento della procedura per l'attivazione del Braccio Robotico Europeo (Era) agganciato al modulo russo Nauka.

«Per questo motivo l'attività extra-veicolare di Samantha Cristoforetti è fin dall'inizio stata pianificata con un astronauta russo e con la tuta russa Orlan. Si tratta quindi - osserva Parmitano - di un'attività congiunta russa ed europea».

La tuta Orlan è l'unica tuta per le passeggiate spaziali attualmente in uso, dopo che Nasa ed Esa avevano deciso di sospendere l'utilizzo delle tute americane Emu (Extra-Vehicular Mobility Unit) in attesa di conoscere l'esito delle indagini sulle cause della perdita d'acqua avvenuta il 23 marzo scorso nella tuta dell'astronauta europeo Matthias Maurer. Un incidente simile a quello capitato a Luca Parmitano nel 2013. «La tuta Orlan è diversa dalla Emu perché ha un livello di pressurizzazione maggiore; la Emu richiede invece una preparazione più lunga per evitare l'embolia ma più confortevole nelle operazioni. In Parmitano il ricordo di quell'incidente è ancora vivo, come lo è l'anniversario della sua seconda missione, Beyond partita il 20 luglio 2019, nei 50 anni dallo sbarco sulla Luna: «Non guardo al passato, sono più proiettato verso il futuro», dice l'astronauta.

«La preparazione di una passeggiata spaziale è molto lunga e da settimane Samantha e Oleg stanno lavorando insieme per mettere a punto gli ultimi dettagli delle procedure e della coreografia», osserva Parmitano. «Adesso - aggiunge - si raccolgono i frutti della preparazione». Nessun consiglio da Luca Parmitano alla collega Cristoforetti: «I consigli sono sempre legati a esperienze individuali e non è detto che la mia esperienza possa essere utile a Samantha Cristoforetti. Sono convinto che non ne abbia bisogno: è preparatissima professionalmente ed estremamente capace, svolgerà la sua attività nel modo migliore possibile. A lei il più caloroso in bocca al lupo!».

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