Seid Visin, il padre: «La lettera è del 2019, non si è ucciso per il razzismo». Dolore ai funerali

Seid Visin, il padre: «La lettera è del 2019, non si è ucciso per il razzismo». Dolore ai funerali
Seid Visin, il padre: «La lettera è del 2019, non si è ucciso per il razzismo». Dolore ai funerali
Sabato 5 Giugno 2021, 11:56 - Ultimo agg. 6 Giugno, 09:34
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«Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti». Due anni fa Seid Visin, 20 anni, ex giovane promessa del calcio, scriveva una riflessione dura sul clima del Paese nei confronti degli immigrati, lui che, di origine etiope, era stato adottato da una famiglia italiana e viveva da tempo a Nocera Inferiore (Salerno). Due giorni fa Seid si è tolto la vita, e stamane in chiesa durante i funerali le sue parole, già diventate virali sui social, sono state lette tra gli applausi: però, assicura il padre adottivo Walter, quello sfogo del 2019 non aveva nulla a che vedere con il suo suicidio. Seid era angosciato dal razzismo, ma quel gesto estremo è dipeso da un male più intimo e profondo. 

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«Era un talento dal cuore fragile», lo ricorda Antonio Francese, l'allenatore dell'ultima squadra locale per cui aveva giocato.

Nocera saluta con affetto quel giovane sorridente che amava il calcio, il ballo e il teatro. La chiesa è gremita per i funerali, c'è il sindaco Manlio Torquato, gli amici indossano magliette con la scritta «Arrivederci fratello» e «Ciao talento». Seid aveva i numeri per diventarlo, un talento: ad accorgersene, nel 2014, fu il Milan che lo scovò nella scuola calcio Azzurri di Torre Annunziata e decise di portarlo a Milanello, bruciando la concorrenza di altri club. Visin - che in ritiro condivideva la stanza con Gianluigi Donnarumma - si mise subito in evidenza. La malinconia, però, poco dopo prese il sopravvento e a 15 anni il giovane provò ad avvicinarsi a casa, passando al Benevento nella stagione 2016/2017.

Dopo sei mesi trascorsi nel settore giovanile sannita tuttavia scelse di tornare a Nocera Inferiore per dedicarsi esclusivamente allo studio. Frequentava giurisprudenza e fino a prima del covid militava in una formazione locale di calcio a cinque, l'Atletico Vitalica. Nello scritto del 2019 Seid usa espressioni dure e allarmate, cita Salvini e CasaPound, ricorda che da piccolo aveva rinunciato al lavoro in un bar dopo che un cliente si era rifiutato di farsi servire da lui: «Non sono un immigrato ma dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati».

«Era un uomo meraviglioso e qui viveva benissimo», dice il padre adottivo, Walter Visin, definendo «sciacallaggi e speculazioni» le interpretazioni sulla possibile causa del suo suicidio. «Razzismo? Qui era benvoluto da tutti, la chiesa oggi era piena di famiglie in lacrime». Non aggiunge altro: i drammi interiori che hanno spinto il figlio a togliersi la vita sono un dolore che Walter non può e non vuole condividere. «Un Paese che spinge un giovane a fare un gesto così estremo è un Paese che ha fallito», commenta Claudio Marchisio, ex giocatore della Juve.

 

La politica, di ogni schieramento, interviene: «Chiediamo perdono» scrive il segretario Pd Letta, mentre il leader della Lega Salvini ricorda che «è un cretino chi disprezza per il colore della pelle». «Oggi parlano tutti e giustamente di ambiente, a volte mi chiedo se saremo in grado di salvarci da noi stessi», è la riflessione del ministro Patuanelli (M5s). Il ministro Carfagna (Fi): «La disperazione che emerge dalla lettera di questo ragazzo è una macchia che deve riempire di vergogna chiunque coltivi il disprezzo verso l'altro». +Europa rilancia sullo ius culturae, Fratoianni (Si) punta l'indice contro «i post cinici dei politici sui turisti dei gommoni e sul colore della pelle». Il sindaco di Nocera Inferiore preferisce non aggiungere altro: «È l'ora del silenzio».

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