Due killer sarebbero stati ingaggiati da un boss legato alla 'Ndrangheta per eliminare fisicamente Sigfrido Ranucci, vicedirettore di Rai3 e conduttore di Report: il giornalista, già sotto tutela da anni, si è visto alzare la scorta di livello "H24". La notizia è stata data dallo stesso interessato dai microfoni di Rai Radio1. Ospite della trasmissione "Un Giorno da Pecora", Ranucci ha detto che «c'è un buontempone che dal carcere avrebbe incaricato due killer stranieri». Poi, argomentando meglio su sollecitazione dell'Ansa, il giornalista ha spiegato il significato di quella parola, "buontempone": «Era un paradosso, è un uomo molto pericoloso al comando di una piazza del narcotraffico, negli anni passati ha avuto anche legami con il cartello di Pablo Escobar, con la destra eversiva, e non solo».
Due albanesi forse assoldati per l'agguato
Le indagini sono partite a luglio e a metà agosto, quando gli investigatori hanno individuato meglio il mittente del messaggio inoltrato ai sicari, è stato deciso di intensificare la scorta. «La mia abitazione è già attenzionata, ora è sorvegliata anche di notte. Di fatto - spiega il giornalista e vicedirettore di Rai3 - non posso muovermi liberamente senza due persone che mi seguono negli spostamenti, ho le macchine sotto casa e non posso portare nessuno con me». Ma per quale motivo questo proposito di vendetta? «Ne abbiamo parlato in trasmissione in più di un'occasione». E come sono stati identificati i due killer stranieri? «Si tratta forse di forse due albanesi, così mi è stato detto, ma non c'è certezza, devono avere riscontri, c'è un'indagine». E il buontempone? «Pare una volta abbia ordinato di colpire un avvocato, si è salvato per miracolo per la fuoriuscita di un proiettile, che non ha toccato organi vitali».
Paradisi fiscali e dna nel mirino di Report
In passato altre minacce di morte per il giornalista
Ranucci negli anni aveva ricevuto diverse minacce di morte, come quelle raccontate dal suo stesso programma lo scorso gennaio. Nella puntata del 4 gennaio, il pregiudicato Francesco Pennino aveva rivelato che Ranucci era stato bersaglio di minacce già nel 2010 da ambienti vicini al boss Beppe Madonia, dopo la pubblicazione del libro “Il Patto”, scritto con Nicola Biondo sulla presunta trattativa Stato-mafia.