Morto l'uomo «più solo al mondo». Indigeno dell'Amazzonia non ha più visto nessuno per 26 anni dopo lo sterminio della tribù di Tanaru

Alcuni lo chiamavano Funai. Era conosciuto anche come "The Man of the Hole"

Morto l'uomo «più solo al mondo». Indigeno dell'Amazzonia non ha più visto nessuno per 26 anni dopo lo sterminio della tribù di Tanaru
Morto l'uomo «più solo al mondo». Indigeno dell'Amazzonia non ha più visto nessuno per 26 anni dopo lo sterminio della tribù di Tanaru
Lunedì 29 Agosto 2022, 19:11 - Ultimo agg. 31 Agosto, 08:19
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Per 26 anni, dopo lo sterminio della sua tribù, ha evitato i contatti con il mondo esterno. Nessun rapporto con altri esseri umano. Tanto da meritarsi l'appellativo di "uomo più solo del mondo".  Ora l'indigeno conosciuto come "The Man of the Hole", l'uomo del buco, è morto. A riferirlo è stata l'agenzia governativa brasiliana, la National Indian Foundation. L'uomo era l'unico abitante rimasto del territorio indigeno di Tanaru nell'Amazzonia occidentale. Era conosciuto con il nome di Funai, per le sue peculiari tecniche di caccia.

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Il ritrovamento

I funzionari dell'agenzia hanno trovato il suo corpo senza vita steso su un'amaca nella sua capanna il 23 agosto durante un servizio di sorveglianza territoriale.

Nessuna traccia di altre presone nel sito. Si pensa che la sua morte sia dovuta a cause naturali. E anche che sapesse che stava per morire: in mano stringeva una piuma d'ara ornamentale, che fa parte del rituale di morte della sua tribù.

Chi era "The Man of the Hole"

Come ricostruito dall'associazione per i diritti degli indigeni Survival International, "The Man of the Hole" è stato uno dei pochi sopravvissuti a una serie di attacchi contro la sua tribù iniziati negli anni '70. Dopo quegli attacchi, Funai ha sempre rifiutato qualsiasi contatto. Ed è diventato l'uomo del buco perché a Tanaru aveva iniziato a scavare buche profonde, probabilmente per difesa. 

«Genocidio completo»

«Nessun conosceva il vero nome di quest'uomo e si sapeva anche molto poco della sua tribù. Con la sua morte il genocidio del suo popolo è completo», sostiene Fiona Watson, direttrice della ricerca e della difesa di Survival International. «Perché questo è stato davvero un genocidio: l'eliminazione deliberata di un intero popolo da parte di allevatori di bestiame affamati di terra e ricchezze».

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