Vittorio Feltri e il tumore al seno: «Dopo l'intervento andai al giornale. Lavoro tutti i giorni, non faccio ferie da 40 anni»

Il giornalista a 80 anni: "Ho molte amiche anche giovani ma il problema del sesso non si pone più: non lo faccio, ma neanche ci penso, non ho stimoli"

Vittorio Feltri e il tumore al seno: «Dopo l'intervento andai al giornale. Lavoro tutti i giorni, non faccio ferie da 40 anni»
Venerdì 28 Aprile 2023, 08:37 - Ultimo agg. 29 Aprile, 18:52
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Giovedì su Libero Vittorio Feltri ha scritto che ci sarebbe una sorta di razzismo contro i vecchi.  «Quando ero ragazzo io, i vecchi erano ascoltati, quasi venerati. Ma oggi c'è il giovanilismo, tutti vogliono essere più giovani e, automaticamente, si è diventati razzisti verso i vecchi, considerati rompiscatole, occupatori di spazio. Me ne rendo conto anche a casa mia: i miei figli mi fanno lezione su come comportarmi, su cosa fare e non fare. Nel mio giornale, i giovani mi rispettano, ma sento anche che mi sopportano», confessa il giornalista, 80 anni ancora da compiere, al Corriere della Sera. 

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Il lavoro


«Io lavoro tutti i giorni, da lunedì a domenica compresa.

Non faccio ferie da 40 anni. Tant'è che ogni giorno esce un mio articolo. Guardo sette o otto giornali.  Ma ormai, i giornali mi annoiano, li leggo perché sono un termometro della società. Non vado al cinema da 40 anni: il cinema mi annoiava anche da giovane».

La malattia


Feltri è stato operato di cancro al seno. «Il tumore al seno è stato una piccola cosa, quello che mi ha sorpreso è che non ho niente di femminile, eppure, il cancro mi è venuto al seno. Comunque, dopo l'operazione, mi sono rivestito e sono andato al giornale a scrivere un pezzo. Ora mangio poco, ho meno appetito. Ma bevo uguale: da sempre mezzo bicchiere di vino bianco prima di pranzo e cena; a cena, massimo un bicchiere e mezzo di rosso e, la sera, un dito di whisky. Dormo 11 ore: vado a letto alle dieci e mi alzo alla nove. Senza sonniferi, gocce, niente. Poi vado in ufficio e mi metto a scrivere. Invecchiando, sono diventato più veloce: per un articolo, impiego al massimo 40 minuti». 



La gioventù


«Ho studiato da privatista con un monsignore, perché papà morì che avevo sei anni e dovetti andare a lavorare. Poi, risparmiai dei soldi e dopo i 18 anni mi misi a studiare. Monsignor Angelo Meli mi parlava solo in bergamasco, che capivo, e in latino, che imparai. All'esame per la licenza liceale, presi ottimi voti nelle materie letterarie, ma quando arrivai a Fisica e Chimica, confessai subito, ai due giovani professori, che non sapevo niente e chiesi che mi rimandassero a ottobre. Loro insistettero per farmi qualche domanda, ma non sapevo neppure quelle facili facili. Dopo quattro giorni, vado a vedere i risultati e leggo: Feltri Vittorio - Maturo. Ne sono ancora commosso. Non ho mai rivisto quei due giovani professori, ma se li ritrovassi, li ringrazierei ancora per la pietà avuta nei miei confronti».




Berlusconi


Silvio Berlusconi, a 86 anni, è troppo anziano per guidare un partito? «Non è troppo vecchio, è troppo malato, un po' provato. Ma gli ho parlato prima che lo ricoverassero e mi è sembrato stralucido».



Il sesso


«Io ho molte amiche anche giovani - confessa -  ma il problema del sesso non si pone più: non lo faccio, ma neanche ci penso, non ho stimoli».
 

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