Wanda Nara racconta il vero motivo della separazione da Mauro Icardi. Dietro nussana storia di corna, ma gelosia. Il tradimento di lui con la modella argentina China Suarez le lo ha superato. E anche la presunta cotta di lei per il rapper argentino L-Gante è una cosa studiata a tavolino dai media. «La verità è che io ho avuto cinque figli, li ho allattati tutti, li ho cresciuti e mi sono dedicata a loro per 10 anni. Ultimamente avevo espresso a Mauro il desiderio di tornare a lavorare, e a lui non faceva piacere»,l'intervista esclusiva a Vanity Fair, fatta da Wanda accende i riflettori sui veri problemi che hanno portato al divorzio dal marito.
Wanda Nara e Mauro Icardi, la verità sulla separazione
In realtà la Nara era la procuratrice del compagno, e proprio questo è il problema. «Certo, lavoravo per lui, e quello andava bene. È stato Mauro anni fa a chiedermi di fargli da manager: io non ho mai avuto un agente, mi sono sempre gestita i contratti da sola fin da adolescente.
Quindi lui si è affidato a lei, completamente. «Ma no, abbiamo anche discusso. È tutto il contrario di ciò che sembra: io sono quella tranquilla e lui quello con il carattere forte».
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Le dichiarazioni
«A volte penso che, sì, stiamo facendo passi avanti dal punto di vista dell’emancipazione femminile, ma in troppi ambienti siamo ancora indietrissimo. Questo non ha aiutato il mio matrimonio». In che senso? «È raro che la moglie di un calciatore lavori. Io per tanto tempo mi sono occupata solo di figli e marito, ma ora voglio riprendermi il mio tempo. E tornare a svolgere la mia professione: in Argentina mi continuano a proporre programmi da condurre e a me la televisione piace molto. Anche in Italia ho due progetti che dovrebbero partire a marzo. Questo non significa trascurare i bambini: Mauro si allena due ore al giorno, il resto del tempo è a casa. Può aiutarmi lui, no?».
Ma Mauro Icardi la vede diversamente. «Non gli piace l’idea che io sottragga attenzioni alla famiglia. Mentre per me l’indipendenza è fondamentale: è la via per la libertà. Quindi lui ogni due per tre prova a riconquistarmi, l’altro giorno è venuto a prendermi in aeroporto con la macchina piena di fiori, poi mi ha portato fuori a cena e mi ha detto: “Non mi arrendo”. Benissimo, ma io so già che, se tornassimo insieme e tra due mesi gli accennassi una nuova proposta di lavoro, saremmo punto e a capo».
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