Zaki sarà scarcerato: le accuse di sovversione e le torture, ecco perché fu arrestato

Secondo il suo avvocato è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive

Zaki sarà scarcerato: le accuse di sovversione e le torture, ecco perché fu arrestato
Zaki sarà scarcerato: le accuse di sovversione e le torture, ecco perché fu arrestato
di Michela Allegri
Martedì 7 Dicembre 2021, 13:16 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 12:30
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Non è stato assolto dalle accuse, ma verrà scarcerato. Lo studente egiziano Patrick Zaki potrà uscire di prigione dopo 22 mesi di detenzione. Lo hanno riferito i suoi avvocati al termine dell'udienza a Mansura. La prossima udienza si terrà il primo febbraio. Ecco com’è iniziata la prigionia del giovane. Studente dell’Università di Bologna e attivista, classe 1991, Zaki in occasione delle presidenziali del 2018 è stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani.

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Il 7 febbraio 2020 è tornato in Egitto da Bologna per fare visita ai genitori. È stato catturato dagli agenti dei servizi segreti all’aeroporto del Cairo. La notizia è stata divulgata due giorni dopo dall'Egyptian Initiative for Personal Rights, associazione umanitaria presso la quale Zaki lavora. Le accuse a carico del ricercatore sono minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Zaki è finito in carcere per alcuni post pubblicati su Facebook che sembrerebbero provenire da un profilo falso e che il ragazzo ha disconosciuto. Tra le accuse poi - oltre ai post su FB - c’era un suo articolo sulle persecuzioni dei cristiani copti.

 

Secondo il suo avvocato è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive, mentre veniva interrogato sulla sua permanenza in Italia e su un suo presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni, oltretutto inesistente, secondo l’avvocato di Zaki.

Dopo un periodo trascorso a Talkha, il giovane è stato trasferito nel carcere di Mansura. Il 5 marzo 2020 è stato trasferito nel carcere di Tora, al Cairo. Ieri è scarcerato dopo 668 giorni di rinvii.

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