Ai processi di Kiev contro i militari russi per crimini di guerra la Russia risponde con l'ipotesi di istituire un tribunale in stile Norimberga per processare i combattenti evacuati dall'acciaieria Azovstal.
Un processo politico, giustificazione dell'invasione ai fini della 'denazificazione’ e anche un modo per bypassare un possibile scambio di prigionieri che riporterebbe a casa i soldati del reggimento Azov, che secondo quanto dichiarato il ministro della Giustizia dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Yuri Sirovatko «potrebbero essere condannati a morte».
Mariateresa Cacciapuoti del Comitato Internazionale della Croce Rossa, che si trovava fuori dall'acciaieria al momento della resa, racconta i momenti dell'evacuazione dei soldati e dei civili. Con noi Mauro Evangelisti, giornalista del Messaggero.
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