«Facciamo un pacco alla camorra»
In Campania il Natale raddoppia

«Facciamo un pacco alla camorra» In Campania il Natale raddoppia
di Fabio Giuliani*
Lunedì 21 Novembre 2016, 13:57
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Si presentano oggi 21 novembre "Facciamo un pacco alla camorra" e “il Natale di Libera”. Nella meravigliosa cornice del Palazzo Mediceo di Ottaviano, bene dal valore artistico e culturale confiscato alla camorra e oggi restituito alla cittadinanza. Proprio lì, dove ostentava il suo potere l’indiscusso capo della NCO (Nuova Camorra Organizzata), il consorzio NCO (Nuova Cooperazione Organizzata) serve il pacco alla camorra. Con queste due iniziative in Campania il Natale dell’antimafia raddoppia. Progetti che ci parlano di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che sta nascendo e vivendo a partire dal riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Segni di riscatto capaci di trasformare i luoghi della violenza in spazi di sviluppo, inclusione sociale, aggregazione e partecipazione civica che restituiscono dignità ai territori. Dietro questi prodotti c’è il senso della liberazione e l’impegno quotidiano di chi ha deciso di non lasciare i nostri territori e il percorso e l'autonomia che fanno in questi luoghi tutti coloro che “fanno più fatica”. “Facciamo un pacco alla camorra” è un progetto culturale promosso da Libera e Comitato Don Peppe Diana, attuato dal Consorzio N.C.O. Nuova Cooperazione Organizzata, in cui ogni scatola, completamente riciclata, racconta le storie delle cooperative sociali impegnate nell'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. Il Natale di Libera invece si propone di raccogliere in uno spazio web la storia delle oltre novecento vittime innocenti delle mafie, attraverso la vendita dei prodotti. Segni di cambiamento per rendere il Natale più solidale, affermando giustizia sociale.

Percorsi che stanno uscendo sempre di più dalla mera testimonianza per configurarsi come veri e propri processi collettivi di sviluppo economico, sociale e culturale. Secondo quanto emerso da un’indagine conoscitiva condotta da Libera Campania e Fondazione Polis della Regione Campania, le realtà che gestiscono i beni confiscati nella nostra regione occupano mediamente sei collaboratori, impegnano in media 15 volontari e accolgono oltre 16 mila persone beneficiarie di servizi. Una restituzione reale del maltolto, un processo concreto di cambiamento che crea valore. Come nel caso del progetto della Rete di Economia Sociale, che vede coinvolte diverse cooperative sociali del territorio casertano, che promuovono un’economia sana, solidale e sostenibile.

*Referente di Libera per la Campania e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Polis
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